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Il Manifesto Rassegna Stampa
04.03.2010 Il quotidiano comunista teme la vittoria di Geert Wilders in Olanda
Un motivo in più per augurarsela

Testata: Il Manifesto
Data: 04 marzo 2010
Pagina: 9
Autore: Alberto D'Argenzio
Titolo: «Olanda alle urne, un test per il razzista Wilders»

Riportiamo dal MANIFESTO di oggi, 04/03/2010, a pag. 9, l'articolo di Alberto D'Argenzio dal titolo "Olanda alle urne, un test per il razzista Wilders".
Anche il SOLE 24 ORE pubblica un articolo sulle elezioni in Olanda (Eliana De Caro, pag. 15) critico con Geert Wilders, come al solito definito a torto islamofobo e razzista.
Il Manifesto teme la vittoria del partito di Geert Wilders alle elezioni in Olanda.
Questo dato è sufficiente per renderla auspicabile.
Ecco l'articolo:


Geert Wilders

Presente solo in due città, ma vincente agli occhi di tutta l'Olanda. Secondo i sondaggi, la destra populista e xenofoba di Geert Wilders dovrebbe aver fatto centro nelle elezioni comunali tenutesi ieri nella terra dei tulipani. La creatura di Wilders, il Pvv, il Partito per la libertà, avrebbe infatti fatto man bassa di voti a l'Aja, capitale amministrativa del Regno, e ad Almere, città dormitorio di 187 mila abitanti a est di Amsterdam. Qui il candidato di Wilders, Raymond de Roon, ha assicurato che i marocchini vanno rimpatriati «per far sparire la criminalità ». In entrambe le località il Pvv viene accreditato di un 20-30%. Un risultato non certo che, se confermato dal conteggio che si concluderà solo stamattina, proietterebbe Wilders in pole position per le politiche che si terranno il 9 giugno, un voto anticipato dalla rottura sofferta il 20 febbraio tra democristiani e socialdemocratici sul rafforzamento o meno della missione in Afghanistan. Alcuni sondaggi tarati sul voto di giugno danno il Pvv primo partito, altri secondo, a un tiro di scoppio alternativamente dai democristiani del premier uscente Balkenende (lo stesso risultato delle europee del giugno scorso) o dei socialdemocratici (che potrebbero capitalizzare il no alla missione Nato). Il voto di ieri confermerebbe la crescita di Wilders e l'attrazione che questo politico, diventato famoso per il cortometraggio Fitna, minacciato di morte dai radicali islamici e dichiarato persona non grata in Regno unito, esercita sull'elettorato olandese. Presente ovunque, con cartelloni e tv, ma anche con discorsi nelle città in cui non si presentava la sua lista (c'è solo in due municipi su 394) Wilders ha fatto della consultazione di ieri un test elettorale in vista delle politiche. «Sarebbe un onore diventare primo ministro», ha affermato a più riprese in questi giorni. Solo i socialdemocratici hanno detto che qualsiasi sia il risultato delle politiche non scenderanno a patti con questo partito che cavalca la chiusura allo straniero e lancia a ripetizione l'allarme contro l'islamizzazione del paese, anche con proposte pratiche, come proibire l'uso del velo nei luoghi pubblici. Più ambigui i democristiani e i liberali conservatori Il successo del Pvv conferma la caduta dei partiti tradizionali, l'ascesa delle formazioni populiste, in questo caso anche con una chiara impronta carismatica, ma anche il malessere di un paese che ha visto sfiorire il modello di tolleranza e integrazione.

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