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Ugo Volli
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Quanto è salubre l'aria del deserto! E quanto disinteressata la politica inglese! 02/03/2010
" Quanto è salubre l'aria del deserto! E quanto disinteressata la politica inglese! "


M.Gheddafi

Cari amici, auguro a tutti voi di stare bene: voi, i vostri cari, i vostri conoscenti, tutti. Lo dico sul serio, con certe cose non si scherza. Ma se conoscete alla lontana qualcuno, diciamo un bravo eurarabo, che avesse, non so, un'acne ostinata, un'unghia incarnita testarda, delle verruche antipatiche... ecco, posso suggerirvi un buon consiglio per lo sfortunato conoscente infermo? No, non sono diventato un pubblicitario di callifughi né voglio emulare il dottor Dulcamara che vende al povero Nemorino l'"elisir di tutti i mali" e in particolare di quello d'amore – anche se in fondo sembra fosse una buona bottiglia di Bordeaux, non proprio da buttar via.

No, io sono disinteressato, vi scrivo solo per amore della pace e della solidarietà fra i popoli, per la gloria di Eurabia e per questa ragione voglio solo sottrarvi alle lusinghe di Lourdes e di Medjugorje, esempi di superstizione pre-euraraba. Insomma vi voglio suggerire in maniera del tutto amichevole un soggiorno nel deserto libico: un clima sanissimo, che ha effetti terapeutici miracolosi. Mi chiedete come lo so? Ma, avete notato che di recente il povero dottor Gheddafi, medico chirurgo, ha dovuto chiudere le frontiere del paese che paternamente amministra come primario assoluto per timore di un'invasione di malati dai paesi europei e in particolare dalla Svizzera (colpita da speciali patologie per intercessione del cavallo del profeta, avendo perfidamente rifiutato la benedizione dei minareti islamici)?

E' vero che l'aria di Tripoli fa miracoli e ancora di più la sua sabbia (lo sapeva anche il duce: "Tripoli, bel suol d'amore"); ma un'invasione di svizzeri tignosi e scrofolosi, per di più antiminaretici, era davvero troppo. Dunque, frontiere chiuse e tutti in fila, sperando di essere notati da un'amazzone del colonnello (in realtà sono infermiere, ma per scherzare tutti le chiamano guardie del corpo).

Non vi basta? E adesso viene il bello. Vi ricordate di Abdelbaset Ali Mohamed al-Megrahi? No? Vi aiuto. E' un'infermiere libico anche lui, che una ventina d'anni fa provò a sperimentare l'esplosivoterapia su un volo da Francoforte agli Stati Uniti: per contrastare la calvizie e la pancetta che rendono così repellente i vecchi dei paesi ricchi, cercò di sperimentare come rimedio una brusca decompressione unita a un gran botto. Geniale ipotesi terapeutica, certamente degna del Premio Nobel in medicina ( se hanno dato a Obama quello della pace, perchè non a lui questo?) E dunque, per far del bene, caricò una valigetta di dinamite sul volo e la fece esplodere proprio sopra il lago scozzese di Loch Ness: dopo la sauna, aveva ragionato, un bagno freddo ci vuole.

Purtroppo deve aver sbagliato le dosi o qualcosa del genere, e insomma ci fu un piccolo incidente terapeutico, con un paio di centinaia di morti. Sono cose che accadono, quando si fa ricerca; solo chi non sperimenta non fa danni, bisogna essere comprensivi; ma i britannici sono inflessibili - non gli importa se sia una cosa grave come la falsificazione di un passaporto, o un gesto disinteressato come una esplosione terapeutica di un aereo - e così catturarono il povero Abdelbaset e lo misero in gattabuia. Il bravo infermiere intristì, vedendo che non poteva più usare le proprie arti per il bene dell'umanità, e tanto pianse, tanto pianse e si disperò, che si ammalò anche lui, poverello. Ma così gravemente si ammalò, così gravemente, che anche quei senza cuore crociati di inglesi alla fine si commossero, e giusto sei mesi fa, ad agosto, quando gli restavano ufficialmente solo tre mesi di vita lo lasciarono tornare a casa. Che ci fossero in gioco certe concessioni petrolifere nel golfo della Sirte alla British Petroleum, è naturalmente del tutto casuale; anzi mi pento di aver menzionato questa ininfluente circostanza di sfondo.

Ma guardate un po' la combinazione: appena tornato in patria il buon Abdelbasettino è rifiorito, come una rosa, come una giuggiola! Rifiorito che è un fiore, un bambinello, tutto rose e sorrisi. Sono passati sei mesi e lui sta benissimo, anzi qualche tempo fa si è perfino segnalata una sua sparizione, non si sa bene se tentare qualche altro esperimento terapeutico, per esempio dalle parti dell'entità sionistica che  ne ha certo bisogno, o per un seminario riservato con qualche infermiera amazzone, in fondo anche gli eroi della scienza hanno diritto di rilassarsi un po'. Fatto sta che adesso è a casa, sereno, contento e in via di guarigione (http://www.dailymail.co.uk/news/article-1254142/Lockerbie-bomber-Abdelbaset-Ali-Mohamed-al-Megrahi-beat-cancer-say-family.html) . Miracoli dell'aria libica, della polvere del deserto, della personalità magnetica del primario, pardon del grande condottiero popolare, il colonnello G.

Diteglielo dunque ai vostri amici che hanno il colorito un po' verdastro, il fiato puzzolente, i calli doloranti, insomma quelle cose lì: ma va' in Libia, fai come il buon Abdelbaset e vedrai che ti passa. Ci sono solo due dubbi: chissà se riapriranno il traffico anche per noi europei buoni, di quelli che appoggiano la giusta lotta dei popoli per la salute universale? E poi, a proposito, che fine avrà mai fatto quella concessione petrolifera di cui l'azienda petrolifera britannica BP si era generosamente offerta di occuparsi, in via del tutto disinteressata, a titolo di buon vicinato, subito prima di rispedire a casa lo sfortunato infermiere?

Ugo Volli


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