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I criminali "interessanti" che piacciono a Sergio Romano 01/03/2010

Pubblichiamo due e-mail inviate a Sergio Romano:

Alle corrette osservazioni del signor Cohen lei risponde spostando il
problema; anziché parlare delle condizioni di detenzione in cui è tenuto
Gilad Shalit e delle difficoltà della trattativa per arrivare alla sua
liberazione, scrive unicamente: "per completezza occorrerà ricordare ai
lettori che nelle carceri israeliane vi sono circa 11000 palestinesi: un
numero che fa pensare a prigionieri di guerra piuttosto che a criminali
comuni".
Per "completezza occorrerà ricordare ai lettori" anche che Israele è uno
Stato di diritto dove:
- la Corte Suprema ha un potere superiore a tutti gli altri Poteri, compreso
Parlamento, Governo ed Esercito, ed è talmente corretta e imparziale che sia
gli arabi israeliani che i palestinesi non esitano a farvi ricorso ­ spesso
con esito a loro favorevole - quando ritengono di avere subito un torto.
- tutti i prigionieri godono di tutte le garanzie internazionalmente
previste; Marwan Barghouti, citato dal signor Cohen, può perfino rilasciare
interviste, mentre Gilad Shalit non ha mai potuto essere visitato neppure
dalla Croce Rossa Internazionale.
- è del tutto normale che uno Stato cerchi di acciuffare coloro che
commettono crimini (comuni o causati dalla realtà della guerra) sul suo
territorio; nelle carceri israeliane sono detenuti sia arabi condannati per
crimini contro la popolazione israeliana, sia ebrei, tra i quali alcuni
condannati per delitti contro la popolazione araba: se sono più numerosi i
primi dei secondi è solo perché i loro crimini sono più numerosi. Ma tutti i
colpevoli, quando è possibile individuarli, scontano una giusta pena.
Se lo Stato di Israele viene da lei attaccato anche quando condanna e
detiene in prigione i colpevoli di atti criminali, la spiegazione da trarre
è solo questa: per lei lo Stato di Israele deve interrompere qualsiasi
azione di autodifesa; come ha scritto in un recente passato, non bisogna
neppure che gli stati amici si preoccupino di difenderlo; la conseguenza è
quindi che bisogna permettere ai nemici arabi di eliminarlo dalla faccia
della terra.
Lo dichiarano in tanti, non solo Hamas, Hezbollah ed Ahmadinejad, ed
evidentemente lo pensa anche lei.
Emanuel Segre Amar

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Gentile Dr. Romano,
ho una domanda da porle in aggiunta alle due precise osservazioni del lettore Franco Cohen che lei ha avuto la correttezza di pubblicare. Che cosa intende lei riferendosi a Marwan Barghouti come “uno dei più interessanti leader della resistenza palestinese”, cioè il fondatore e capo dei terroristi Tanzim che durante la cosiddetta seconda Intifada ha organizzato la stragi e mutilazioni di civili israeliani (per lo più ragazzi, bambini ed anziani, in discoteche, bar e ristoranti, università, alberghi e centri commerciali, orgogliosamente rivendicati durante i processi e per cui è stato condannato a cinque ergastoli?
Cordialmente,
Danielle Sussmann



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