Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli
Una grandissima notizia: Leonardo non era italiano ma arabo, e anche Garibaldi... chissà
Cari amici, ecco una bellissima notizia, che certamente vi aspettavate da tempo, voi che smaniate per avere notizie sul problema assillante se la "Gioconda" sia un autoritratto (mah, a me sembra proprio una donna), se Leonardo abbia davvero inventato l'Ipod e se gli piacesse la Nutella, a quanto dicono, ma solo sul pane toscano senza sale. Come sapevano bene Lady Di, Marylin Monroe, Fausto Coppi e tanti altri dopo di loro, ci sono degli svantaggi nella celebrità. Il primo è che tutti si occupano di loro, cercano di scoprire cosa fanno, da dove vengono, insomma tutta la loro vita privata: il che all'inizio può essere lusinghiero ma poi certamente diventa pesante. Questa passione per il pettegolezzo, che è ben doiversa dalla ricerca storica, non si placa neanche con la morte: oggi si parla più delle avventure erotiche di John Kennedy che della sua politica. Per Leonardo hanno addirittura proposto di esumarne le ossa per vedere se si potesse ricostruire la sua faccia e vedere se somigliava a quella di Monna Lisa: nobile proposito, disinteressata curiosità, perfettamente adeguata a turbare la quiete di un sepolcro.
Ho pensato a questo quando ho ricevuto un geniale messaggio pubblicitario da un gruppo che si fa chiamare "Watching The Sky", ma che evidentemente è interessato a cose un po' più terrene del cielo. Guardando un po' su internet ho scoperto che si occupano anche loro di autoritratti, in particolare di quello di caravaggio, ma che sono anche interessati ai Rom e all'arte della Shoà, il tutto nella più perfetta correttezza politica.
Il titolo del messaggio spiega di cosa si tratta: "Importante scoperta: "Leonardo Da Vinci era arabo. Lo dimostrano un'impronta digitale, una notizia d'epoca e un ritratto cinquecentesco appena scoperto". Importantissimo. Dopo questa notizia saremo tutti diversi, ci sentiremo tutti un po' più arabi. E un po' più ricchi: se Leonardo diventa arabo chissà se il loro petrolio può divenire un po' italiano... In realtà, leggendo il comunicato e andando un po' a controllare, si vede che la "dimostrazione" è purtroppo molto vaga. Ormai diversi anni fa si è trovata su un quadro di Leonardo (La dama dell'ermellino) un'impronta di un dito, che forse era suo e forse no. Ecco dunque la prova: "Secondo l'antropologo Luigi Capasso – scrivono i contemplatori del cielo - la tipologia dell'impronta è caratteristica del 60% degli individui provenienti dai paesi arabi."
Non sono riuscito a trovare in internet conferme di una determinazione genetica né tantomeno etnica delle impronte digitali. Anzi, in un intervento di un esperto, Simon A. Cole pubblicato sul New York Times (http://query.nytimes.com/gst/fullpage.html?res=9407E3DF163EF932A05751C1A9609C8B63&sec=&spon=&pagewanted=1) ho letto una bella stroncatura: "la base per la pretesa" origine mediorientale di Leonardo starebbe nell'asserzione che "il 60% dei mediorientali presenterebbe una forma a spirale centrale sulle impronte digitali che è stata trovato sull'indice sinistro di Leonardo. Ma dato che abbiamo dieci dita, il significato di questo tratto sembra esile. Inoltre all'analisi mancano alcuni dati importanti, specificamente la percentuale di questa spirale nella popolazione toscana. [...] oggi l'idea di una determinazione etnica delle impronte digitali è stata largamente dimenticata [...] La forma a spirale si trova nel 30% degli europei e nel 35% degli asiatici: un risultato interessante statisticamente, ma che certo ha pochissima utilità per determinare l'origine etnica di una singola impronta." (Ho trovato che fra gli italiani il pattern a spirale è del 34.4%, cioè ciascuno di noi ce l'ha in media su tre dita...)
Le altre prove sono ancora più esili: "E' risaputo che il nome della madre di Leonardo, Caterina, era attribuito con frequenza alle schiave arabe acquistate in Toscana e provenienti da Istanbul" (come si vede per esempio nel caso di Caterina da Siena...); poi i cielonauti hanno tirato fuori un disegno dell'epoca, uno fra i tanti, un "ritratto virile del primo Cinquecento di scuola leonardesca, [il quale] rappresenta un viso che possiede molte similitudini con i ritratti noti del volto di Leonardo Da Vinci. La sua particolarità è che indossa un copricapo di foggia araba. Si può ipotizzare che si tratti di un ritratto del maestro eseguito da un suo allievo." Si può ipotizzare. Come si può ipotizzare che Dante fosse arabo anche lui, dato che di cognome faceva Al qualche cosa, e che magari Giuseppe Verdi si dovesse chiamare Yossuf, dato il colore del suo cognome e via immaginando.
Ma, scusate, a noi che importa di queste storie? La formazione e la vita di Leonardo sono ben note, era figlio illegittimo di un ricco notaio e di una "serva", che in tutte le biografie viene definita contadina, e che i guardiastelle vogliono figurarsi come "schiava araba" (a metà del Quattrocento, a Firenze...) Fra l'altro sii è molto ricamato nelle biografie sul fatto che notoriamente Leonardo non fu cresciuto dalla madre e forse non la conobbe mai. Insomma anche nell'ipotesi piuttosto assurda riportata dal NYT che Caterina venisse da Istanbul (che all'epoca della nascita di Leonardo era ancora la greca Costantinopoli), questo non spiega certo perché cinquanta o sessant'anni dopo avrebbe dovuto essere ritratto con un copricapo arabo (che a me veramente a me sembra piuttosto indiano). Bisogna essere proprio razzisti per confondere la supposta origine etnica di una persona con la sua cultura...
E però i nostri osservatori del cielo non sono razzisti, anzi, sono un sacco progressisti. Tant'è vero che, scrivono "La notizia, preziosa per la Storia dell'Arte, è anche un monito per coloro che difendono a spada tratta le frontiere geografiche e culturali del nostro Paese, senza capire che il progresso sociale, morale e intellettuale di un popolo può avvenire solo grazie al contributo di altre esperienze e tradizioni."
Capite, è in quanto antirazzisti che fanno delle indagini un po' cervellotiche sull'origine etnica di Leonardo: perché per loro mostrare che "il più grande degli italiani" era arabo è uno straordinario risultato. Molto meglio che scoprire le origini vichinghe di Garibaldi, con quel pelo biondo che dopotutto portano più del 60% degli scandinavi e meno del 30% degli italiani, con la passione per la navigazione e l'avventura... Perché se "il più grande degli italiani" è un arabo, questo è politicamente correttisssimo e invece degli italiani italiani, o nordici, o slavi, chi si commuove? Anzi, figuratevi se Bossi fosse venuto fuori con un Leonardo celtico... sai che indignazione... Ma c'è un aspetto perbenista, beghino, e tendenzialmente suicida della cultura euraraba che emerge in questo gusto di negare le proprie radici, anche a costo di distruggere chi si dice di voler difendere. Perché ve lo immaginate un Leonardo, pittore, omosessuale, anatomista, sperimentatore senza sosta, nel mondo arabo stagnante e fanatico del Quattrocento? Non sarebbe certo vissuto a lungo...
Ugo Volli