La corte europea di giustizia appoggia il boicottaggio di Israele Un altro successo di Eurabia
Testata: Il Manifesto Data: 28 febbraio 2010 Pagina: 8 Autore: Michelangelo Cocco Titolo: «Eurotasse per il 'made in colonia'»
Riportiamo dal MANIFESTO di oggi, 28/02/2010, a pag. 8, l'articolo di Michelangelo Cocco dal titolo " Eurotasse per il 'made in colonia' ".
Cocco è soddisfatto della decisione della Corte europea di giustizia, è evidente dalla frase che conclude l'articolo : " Gli attivisti che in tutto il mondo si battono contro l’apartheid in Palestina sostengono da mesi una campagna di sensibilizzazione e boicottaggio contro le merci israeliane fabbricate nei Territori occupati. ". Non c'è nulla di cui rallegrarsi. Ancora una volta l'Europa ha dimostrato la sua ostilità nei confronti dell'unica democrazia in Medio Oriente. Gli 'attivisti' e Cocco amano utilizzare la parola apartheid, accusando Israele di metterla in pratica quotidianamente contro i palestinesi. In realtà, a giudicare dagli avvenimenti, gli unici a praticarla sono loro, nei confronti di Israele. Per quanto riguarda Ma’aleh Adumim, Cocco la definisce impropriamente "colonia", quando è semplicemente una città israeliana a pochi Km da Gerusalemme. Ecco l'articolo:
Uno degli slogan degli 'attivisti'
Iprodotti delle colonie ebraiche nella Palestina occupata non potranno essere etichettati come «israeliani ». La decisione della Corte europea di giustizia implica che i beni provenienti dai 120 insediamenti (illegali secondo il diritto internazionale) non potranno godere dell’accesso privilegiato al mercato dell’Unione europea garantito alle merci israeliane. Al contrario dovranno d’ora in avanti essere tassati all’ingresso nell’Ue. Il verdetto della Corte - a cui sono obbligati ad attenersi tutti gli stati membri dell’Unione europea - è arrivato dopo che le autorità doganali di Berlino avevano negato l’esenzione dai dazi alla «Brita», azienda tedesca che importa dalla «Soda club», una compagnia israeliana che produce gasatori, bottiglie e accessori nella colonia di Ma’aleh Adumim. Il ricorso della Brita aveva attivato la Corte europea di giustizia. Dopo gli Stati Uniti, l’Europa rappresenta per Israele il secondo mercato, dove esporta (nel 2008 per un totale di 12miliardi di euro) principalmente prodotti ortofrutticoli, cosmetici e d’alta tecnologia, un terzo dei quali sono fabbricati nelle colonie ebraiche. Secondo la Corte «i prodotti che vengono dalla Cisgiordania non ricadono nel territorio soggetto all’Accordo Israele-Comunità europea e quindi non hanno i requisiti per il trattamento privilegiato stabilito da quel trattato». La Corte ha aggiunto: «Le autorità israeliane sono obbligate a fornire informazioni sufficienti a indicare la vera origine dei prodotti». Gli attivisti che in tutto il mondo si battono contro l’apartheid in Palestina sostengono da mesi una campagna di sensibilizzazione e boicottaggio contro le merci israeliane fabbricate nei Territori occupati.
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