Riportiamo da REPUBBLICA di oggi, 25/02/2010, a pag. 24, l'articolo di Marco Ansaldo dal titolo " Turchia, l´opposizione con i golpisti. Subito in piazza contro il governo ".
REPUBBLICA ha leggermente modificato il suo atteggiamento nei confronti dei militari turchi. Li chiama golpisti, ma scrive che accanto a loro c'è l'opposizione laica contro il governo islamista. Speriamo che il prossimo passo sia l'abolizione del termine "golpisti".
Ecco l'articolo:
Mustafa Kemal Ataturk, Erdogan
Uniti sulle strade, sventolando la bandiera rossa con la mezzaluna e la stella, sotto l´effigie di Mustafa Kemal fondatore della Repubblica. La Turchia laica e nazionalista si prepara a scendere in piazza per difendere i generali accusati di golpe, e contrastare così l´azione della magistratura e del governo di ispirazione islamica.
Non sembra acquietarsi la tensione ad Ankara, dopo la retata di 49 altissimi ufficiali, annunciata lunedì dal primo ministro Recep Tayyip Erdogan. Il partito al potere e le masse anatoliche riformiste, che dietro il consenso ricevuto alle elezioni si stanno progressivamente sostituendo alla vecchia classe politica vicina alle Forze armate, non avranno subito partita vinta. Le compagini all´opposizione, dalle formazioni di destra al partito socialdemocratico (ma di forte impronta nazionalista) stanno pensando di organizzare presto manifestazioni di protesta contro il governo. Uno scenario già visto nel 2007, quando grandi dimostrazioni colorate portarono per le strade di Istanbul, Ankara e Smirne milioni di persone. Una tattica vincente sul piano dell´immagine, che però non riuscì a impedire alle urne il trionfo di Erdogan.
Anche oggi il partito socialdemocratico CHP e quello nazionalista MHP (che include i Lupi grigi) puntano a un voto anticipato, di fronte all´erosione di consensi del governativo AKP (Giustizia e sviluppo). Mentre il presidente Abdullah Gul ha convocato per oggi un vertice con Erdogan e con il capo di Stato maggiore Interforze, Ilker Basbug. Il Paese ha gli occhi puntati sugli interrogatori dei 49 militari accusati di aver progettato un colpo di Stato nel 2003 contro l´esecutivo moderato islamico. Ieri il tribunale ha convalidato l´arresto di dodici ufficiali, incriminandoli formalmente per affiliazione a gruppo terroristico e tentativo di rovesciare l´autorità costituita.
Secondo le accuse, l´operazione golpista, chiamata Balyoz, cioè "Martello", prevedeva attentati nelle due moschee di Fatih e Beyazit, a Istanbul, durante la preghiera del venerdì e l´abbattimento in volo di un caccia turco facendo ricadere la responsabilità sulla Grecia. Obiettivo: il discredito del governo, dimostrando che non era in grado di garantire la sicurezza pubblica, costringendolo a cedere il posto ai militari. Alcuni osservatori danno però una versione diversa: un´alta fonte diplomatica occidentale di Ankara dice a Repubblica che il progetto avrebbe potuto anche essere solo un´ipotesi di studio, da presentare in un seminario militare.
I 49 militari fermati sono tutti in pensione. Tra loro, tuttavia, ci sono figure di spicco, pochi anni fa potentissime, come l´ex comandante in capo dell´Aeronautica, Ibrahim Firtina, l´ex comandante della Marina militare, ammiraglio Ozden Ornek, e l´ex generale dell´Esercito, Cetin Dogan.
I partiti laici e nazionalisti insistono che l´improvvisa retata sarebbe un espediente dell´AKP per indebolire il campo avversario. Il principale leader dell´opposizione, Deniz Baykal, capo del CHP, si chiede come mai sia scattato un attacco a generali «che guardavano la tv in pigiama e pantofole», spiegandolo solo come un´operazione con «fini politici».
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