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La Stampa Rassegna Stampa
21.02.2010 El Baradei, è in arrivo la ricompensa ?
Cominciano gli applausi, come per Khomeini nel 1979

Testata: La Stampa
Data: 21 febbraio 2010
Pagina: 16
Autore: Paola Caridi
Titolo: «Cairo,bagno di folla per El Baradei»

Per tutto il tempo che è stato segretario dell'AIEA ha nascosto i traffici nucleari iraniani, il che gli è valso anche il Premio Nobel per la pace. Adesso corriamo il rischio di trovarcelo al posto di Mubarak. Lo racconta sulla STAMPA di oggi, 21/02/2010, a pag. 16, con il titolo " Cairo,bagno di folla per El Baradei " di Paola Caridi, già piena di lodi per la possibile vittoria dell'uomo che rappresenta il filo diretto della teocrazia iraniana in quella regione. Sulla STAMPA non c'è più Igor Man(zella), si vede che ne sentono la mancanza, per questo forse pubblicano la Caridi, sua ottima allieva. Peccato, un giornale come la STAMPA meriterebbe di meglio.
Ecco il pezzo:


Mohammed El Baradei

C’è chi paragona il ritorno di Mohammed el Baradei in Egitto addirittura al rientro dell’imam Khomeini dalla Francia in Iran. Era sempre di febbraio, anno 1979. Come di febbraio, il 19 per la precisione, El Baradei ha rimesso piede in patria, accolto da qualche migliaio di sostenitori accalcati all’aeroporto internazionale del Cairo. Ad attendere il volo Austrian Airlines 863 in ritardo di due ore e mezza. Khomeini, però, aveva costruito nell’esilio le basi della sua rivoluzione. Mentre El Baradei, all’estero, ha curato solo il suo ruolo di alto funzionario internazionale. Segretario generale dell’Agenzia Atomica, Nobel per la Pace 2005, l’uomo delle crisi mediorientali, dalla penosa crisi irachena al lungo inizio di quella iraniana.
Nei dodici anni trascorsi a Vienna, alla guida dell’Aiea, El Baradei non si è mai impastoiato nella politica interna egiziana. Il suo impegno, semmai, comincia ora. Con una possibile candidatura alle presidenziali del 2011, per la successione a Hosni Mubarak. Solo se, ha detto però pochi mesi fa, le elezioni saranno libere, democratiche e con osservatori internazionali.
El Baradei come la possibile discontinuità egiziana? È presto per dirlo, ma è certo che l’ex capo dell’Aiea è ora l’incarnazione – per il cartello delle opposizioni - dell’anti-Mubarak. Non tanto l’alternativa al vecchio presidente, ma al suo secondogenito, Gamal, da anni ritenuto l’erede politico del padre. Il paradosso è che nessuno dei due contendenti sul ring dell’infinita transizione egiziana alla democrazia si è candidato. Ma il gong, quello sì, è già suonato. Almeno da cinque anni, quando non esisteva l’ipotesi di El Baradei come nuovo leader. Per Alaa al Aswany, il grande scrittore di Palazzo Yacoubian , severo critico dei Mubarak, quello che sta succedendo oggi è proprio il seguito di quella primavera del 2005. Covata sotto la cenere di Internet, dei blog, di Facebook, di Twitter, di quel «tecnodissenso» mediorientale che in Egitto ha il suo vero laboratorio. Un dissenso giovane, che ha portato all’aeroporto del Cairo qualche migliaio di persone ad accogliere El Baradei. In un paese, l’Egitto, che sta celebrando i 29 anni di stato d’emergenza continuo e in cui un assembramento di poche decine di persone è vietato, non è cosa da poco.
(Paola Caridi)

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