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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
20.02.2010 Iran: dalla Nato la possibile risposta militare
L'ha dichiarato il segretario Nato Rasmussen

Testata: Corriere della Sera
Data: 20 febbraio 2010
Pagina: 20
Autore: Luigi Offeddu
Titolo: «L'Iran si fermi sul nucleare o la Nato dovrà difendersi»

Sul CORRIERE della SERA di oggi, 20/02/2010, a pag.20, con il titolo " L'Iran si fermi sul nucleare o la Nato dovrà difendersi ", Luigi Offeddu riporta le dichiarazioni del segretario generale della nato Fogh Rasmussen.

Prima del pezzo, due titoli dall'UNITA' e dal RIFORMISTA sull'atomica iraniana. Mentre Ahmadinejad fa sapere al mondo intero che la bomba ci sarà, arricchita con l'uranio sufficiente, Khamenei, un po' più furbo della controfigura di Hitler, ha dichiarato:

" Khamenei: L'Islam impedisce di usare le armi nucleari " ( L'UNITA')
" Niente bomba, siamo islamici, parola di Khamenei " (IL RIFORMISTA)

Leggendo i due articoli, rispettivamente di Umberto De Giovannageli e Luigi Spinola, non vi abbiamo trovato alcun stupore, nè almeno una nota ironica. Passi per l'UNITA', ma adesso si accoda anche il giornale diretto da Antonio Polito...

Ecco l'articolo di Luigi Offeddu ( meno male che c'è la NATO)

BRUXELLES — «Al momento dovuto, noi prenderemo le decisioni necessarie per difendere i Paesi della Nato». Anders Fogh Rasmussen, dal 1° agosto 2009 segretario generale dell'Alleanza Atlantica, getta uno sguardo nel futuro dell'Occidente, e come altri vi scorge un'ombra: l'Iran. E' una minaccia reale? «Può diventarlo. Perciò noi, oggi, auspichiamo che i governanti iraniani adempiano ai loro impegni internazionali, e fermino il processo di arricchimento dell'uranio. Sosteniamo tutti gli sforzi perché si giunga a una soluzione politica. Anche perché questa è tuttora una questione politica, in cui la Nato non è coinvolta né gioca alcun ruolo. E tuttavia...». Tuttavia? «Se l'Iran continuasse a perseguire l'aumento della sua capacità nucleare, e soprattutto se ciò avvenisse nel campo dell'armamento missilistico, allora i Paesi della Nato potrebbero essere minacciati. E allora sì, questa diventerebbe una questione di competenza della Nato, una questione che la Nato sarebbe chiamata ad affrontare». Come? «Ci stiamo riflettendo su: come ho già detto, quando sarà il momento giusto adotteremo tutte le decisioni necessarie per proteggere le nazioni dell'Alleanza».

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Minaccia Per il capo della Nato Fogh Rasmussen l’Iran di Ali Khamenei può diventare «una minaccia reale»

«E' da credere che la vendita abbia seguito le regole internazionali, e certo la Francia non fornirà tecnologia sensibile per l'uso di questi mezzi. Poi, dò per scontato che la Russia non li adoperi contro i Paesi alleati o amici della Nato, verso i quali in ogni caso non rappresenta una minaccia. Lo dò per scontato». Però non è sempre stato così. «No. In passato abbiamo fatto l'errore di colpire militarmente, e poi subito andarcene altrove. Stavolta, non lo ripeteremo. E ciò che potremo compiere a Helmand, con la ricostruzione, cercheremo di farlo in tutto l'Afghanistan».

Dal 2001 a oggi, in quel Paese, 1652 caduti della Nato: non è abbastanza?

«Ogni singola morte è abbastanza, è troppo. E noi condividiamo il dolore di queste famiglie. Ma il sacrificio non è stato inutile. In Afghanistan, stiamo facendo progressi».

Anche se perfino Kabul è definita ormai "non sicura"?

« Forse, dopo le azioni militari nel Sud-Est, i talebani si sono spostati in altre regioni dove prima non operavano. Ma nell' insieme, ripeto, io vedo progressi. E mi aspetto che entro questo 2010, almeno nelle zone più sicure, inizieremo a passare tutte le consegne al governo afghano».

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lettere@corriere.it

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