Cari amici, da tempo ero alla ricerca di una piccola Bibbia – oh, pardon, di un piccolo Corano – di Eurabia, della sintesi del sentimento giustamente autopunitivo della cultura europea. Ecco, finalmente l'ho trovata. Non così fulminante come la famosa frase di Sartre nella prefazione ai "Dannati della terra" di Frantz Fanon (più o meno: "Quando un algerino ammazza un francese, libera due esseri umani, se stesso e il francese"; ma non si offrì mai volontario per farne l'esperienza). E però altrettanto pregnante e più contemporanea. Eccola:
"Ci sono due forme di odio verso l'Occidente: quello patologico che produce il terrorismo; e quello razionale, che invece produce movimenti di resistenza, forme di identità collettiva, idee di riscatto. Questa seconda forma di profonda ostilità verso il modello occidentale sta crescendo a ogni latitudine, e si sta trasformando in forza sociale, coscienza politica, volontà di discutere da pari a pari con i dominatori occidentali, chiedendo conto dei loro misfatti, ma anche esigendo a testa alta che quel modello cambi. Entrambe le forme di questo pensiero ostile nascono dalla stessa sofferenza, dalla stessa memoria ferita, dal rifiuto del colonialismo e del dominio, dai massacri subiti. Ma il primo dà frutti di morte, il secondo è un elemento di speranza. Perché la sofferenza sta diventando memoria ferita, e questa si sta trasformando in coscienza politica e in forza di riscatto. Non solo. Nel cuore dello stesso Occidente cresce una società civile forte, di uomini e donne, di laici e cristiani, di movimenti sociali trasversali e solidali con il Sud del mondo. È la fraternità della notte, spesso silenziosa e poco visibile, ma che sta facendo maturare una nuova coscienza planetaria. E io credo che questa rete di solidarietà sia anche la via d'uscita."
Bellissimo, no? Non vi viene voglia di stampare questa nobile dichiarazione e appendervela sopra il letto per la preghierina serale? No? Ma allora siete proprio senza cuore... Ah, capisco, siete delusi per il rifiuto dell'odio vero e forte, quello davvero militante che produce il "terrorismo" di Al Queida, Hamas e compagnia esplodente? Convengo, senza qualche bombetta, che gusto c'è a odiare? Ma tranquillizzatevi, ragionate: è solo un po' di taqiyya, la dissimulazione islamica, quello che gli americani, che non se ne intendono affatto chiamano "lip service" (traduco servizio delle labbra, per evitare di scrivere oscenità; chi vuole capisca). Come lo so? Vi devo dire allora chi è il nobile autore di questa Bibbietta (pardon, Coranuccio) del perfetto eurarabo. Si chiama Jean Ziegler, è svizzero... vi dice qualcosa? No? Ma allora siete proprio asini, cari miei, non avete studiato, non conoscete gli eroi del nostro tempo, i grandi intellettuali da cui imparare la saggezza. Per colmare un po' la vostra ignoranza, vi copio qui qualche brano di una scheda tratta dal "Foglio":
"E' uno dei più potenti apparatchik del Palazzo di vetro; Jean Ziegler è stato rieletto nella commissione dei saggi che fa da organo di consulenza al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite. Accademico della Sorbona, svizzero, Ziegler è l'uomo forte di Gheddafi all'interno delle organizzazioni internazionali. Prima di finire ai diritti umani, Ziegler è stato Commissario speciale per il diritto al cibo. Durante il suo mandato, la lotta alla fame ha assunto una dimensione antioccidentale e terzomondista [...] Ziegler è un darling dei media e delle lettere europee. Sartriano e marxista non allineato, Ziegler è stato espulso dal Partito comunista francese quando la sua partigianeria per l'anticolonialismo algerino assunse toni violentissimi. [...] I giornali lo hanno immortalato in molte pose guerresche. Nel 1976 Ziegler brandisce un kalashnikov assieme ai miliziani del Fronte di liberazione eritreo. Tre anni dopo è in cima a un carro armato americano ad Hanoi. Visitatore sul campo di tutte le guerriglie più spietate, Ziegler venne reclutato dal dittatore etiope Mengistu per coprirne i crimini. Amico e sostenitore di un altro noto ginevrino, l'islamista Tariq Ramadan, Ziegler ha un svolto un ruolo di prim'ordine nelle battaglie fondamentaliste. Nel 1993 Ramadan protestò contro la messa in scena dell'opera di Voltaire su Maometto. Fu la moglie di Ziegler, Erika Deuber, direttrice degli affari culturali di Ginevra, a ritirare la rappresentazione. Nel 1989, quattro mesi dopo l'attentato su Lockerbie che costò la vita a duecento cittadini occidentali, Ziegler istituì il premio dei diritti umani dedicandolo a Gheddafi. Nel 2002 questo premio è stato assegnato a un caro amico di Ziegler, Roger Garaudy, che ha definito Auschwitz "una menzogna". Il premio è andato poi a Louis Farrakhan, il leader nero del movimento Nazione dell'Islam, che ha reso omaggio all'imam Khomeini e che ha definito gli ebrei statunitensi "una sottospecie delle sanguisughe". Bollando poi l'ebraismo "una religione da fogna". [...] Nel 2002 fece visita a Saddam Hussein in Iraq e nel 2006, poco prima della guerra in Libano, fece una dichiarazione in cui diceva di rifiutarsi di considerare Hezbollah una organizzazione terroristica, ritenendola invece un movimento di resistenza nazionale. Specificando anche di comprendere il fatto che Hezbollah rapisca soldati israeliani Il magazine francese L'Hebdo lo ha ribattezzato "il Nobel di Gheddafi" . Il premio istituito da Ziegler è poi andato al premier malese Mahathir Bin Muhammad, quello noto per aver detto che gli ebrei controllano il mondo. Tra i premiati da Ziegler figurano poi i bambini palestinesi che lanciano pietre."
Capite che eroe? Chissà se fra premiati così importanti darà anche un qualche riconoscimento alle mie cartoline... Io lo spero tanto. E dunque, ripetete con me: "Ci sono due forme di odio verso l'Occidente..." Imparate a memoria e ripetete: mattina e sera, mattina e sera, prima e dopo i pasti... vedrete che la digestione e il sonno miglioreranno, come se andaste in pellegrinaggio a Lourdes (pardon, La Mecca). Perché sì, a proposito, mi sono dimenticato di dirvi chi ha ospitato l'intervista al nostro profeta svizzero. E' "Famiglia cristiana", l'organo nazional-popolare del cattarabismo italiano. Un autentico miracolo.