Pubblichiamo due lettere inviate al direttore del Corriere della Sera e la risposta di Ferruccio de Bortoli:
Signor Direttore ,
Nelle vostre corrispondenze da Gerusalemme, in occasione della visita di Stato del nostro Primo Ministro, avete dato conto del suo discorso pronunciato alla Knesset, il parlamento Israeliano. La Knesset si trova da sempre a Gerusalemme, capitale dello Stato di Israele, come pure a Gerusalemme risiede il Governo Israeliano. Quale mai ipocrisia spinge il Suo giornale, per mezzo del sig Dragosei, a negare l'evidenza, che neppure un Sergio Romano oserebbe negare e a mettersi a livello di giornali quali l'Unità, il Manifesto e compania cantante, cosi' evidentemente antisionisti, e , come asserito anche dal nostro Presidente Napolitano, surrettiziamente antisemiti, scivendo "il primo ministro di Tel Aviv" ? Se poi si volesse sostenere che si tratta di un lapsus sarebbe ancora peggio: la mentalità antisionista sarebbe diventata moneta corrente e accettata. Il meccanismo lo spiega bene oggi il vostro Pierluigi Battista nelle "parole già note" in prima pagina .
Giacomo Zippel
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Egregio Direttore,
sul Corriere di oggi Fabrizio Dragosei ha scritto: "Il tutto dopo l'incontro
cordialissimo che si è svolto a Mosca tra il primo ministro di Tel Aviv
Benjamin Netanyahu e il presidente Medvedev".
E' pur vero che l'Italia non ha mai riconosciuto Gerusalemme come capitale
dello Stato di Israele, e tuttavia è altrettanto vero che non esiste nessun
primo ministro di Tel Aviv, così come non esiste nessun primo ministro di
Milano. Basterebbe, se proprio non si vuole riconoscere Gerusalemme come
capitale, scrivere "primo ministro di Israele". Non trova?
Il fatto di pubblicare simili affermazioni, in particolare su un quotidiano
come quello da lei diretto, non può far altro che disinformare i lettori,
non necessariamente ferrati in materia. Il risultato di simili affermazioni
è che perfino l'addetto stampa della sindaco Rosa Russo Iervolino, arrivato
in Israele con una delegazione ufficiale, ha ripetutamente chiesto alla
guida di visitare il Parlamento di Tel Aviv (insistendo che doveva essere
quello di Tel Aviv, non quello di Gerusalemme).
Da questo lei comprende quanto sia opportuna una maggiore attenzione, da
parte dei suoi collaboratori, su argomenti come quello del Medio Oriente,
così ignorati nei dettagli dal pubblico italiano.
Distinti saluti
Emanuel Segre Amar
Ferruccio de Bortoli ha risposto a entrambi: Ecco la risposta a Giacomo Zippel:
Caro Zippel non credo vi sia stato alcun intento nemmeno incoscio simile a
> quello che paventa lei, l'errore c'e e le chiedo scusa
> Fdb
Sullo stesso tono la risposta a Emanuel Segre Amar.
Ne prendiamo atto, con piacere. Di fronte a direttori e giornalisti che giudicano inammissibili e quindi inaccettabili le critiche che informazione corretta rivolge loro quotidianamente, segnalando e dimostrando quanto di scorrretto viene pubblicato, l'esempio di Ferruccio de Bortoli è un segnale positivo dell'utilità di scrivere ai giornali per segnalare errori, omissioni, menzogne. Al direttore del Corriere della Sera un sincero augurio di buon lavoro dalla redazione di IC.