Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 19/02/2010, a pag. 17, l'articolo di Paolo Salom dal titolo " Il rapporto dell’Aiea: Teheran vuole armi nucleari ".
Che scoperta !

AIEA
I giochi dell’Iran ora allarmano anche l’Aiea. L’Agenzia internazionale per l’energia atomica ha diffuso ieri un rapporto con chiare parole, le prime in tal senso, di «preoccupazione» perché Teheran sta lavorando alla «costruzione di un ordigno nucleare» adatto ai vettori missilistici di cui la Repubblica islamica già dispone. Opposta la valutazione degli iraniani sul medesimo testo. Il rapporto dell’Aiea conferma che l’attività dell’Iran sul nucleare «è pacifica» ha spiegato Ali Asghar, il rappresentante di Teheran presso l’Agenzia dell’Onu. «Il nuovo rapporto — ha detto all’agenzia di Stato Irna — conferma che le attività nucleari iraniane sono pacifiche e non ci sono deviazioni verso propositi militari». Tutto ruota intorno a percentuali di arricchimento e al significato che gli esperti attribuiscono alle operazioni nei laboratori segreti degli ayatollah. L’Aiea ha confermato che quanto annunciato da Ahmadinejad giorni fa, l’arricchimento di uranio al 20%, è effettivamente avvenuto. Non solo: l’agenzia Onu deplora anche il fatto che gli iraniani, contrariamente a quanto concordato, non hanno atteso gli esperti internazionali prima di dare via al processo, fatto che ha aumentato i sospetti sui veri obiettivi. L’uranio al 20%, realizzato nella centrale di Natanz, infatti, secondo il presidente iraniano doveva servire a produrre isotopi per i laboratori medici. In realtà, l’Aiea è ormai convinta che il meccanismo sia in moto e non si fermerà fino al raggiungimento del grado massimo di arricchimento, utile alla costruzione di una bomba atomica. Per questo ieri gli Stati Uniti sono tornati a esprimere i propri timori. «Da questo rapporto emergono molte cose preoccupanti», ha commentato il portavoce del dipartimento di Stato americano, PJ Crowley. Che, a proposito della denuncia dell’Aiea secondo cui Teheran non sta cooperando con i suoi investigatori per fornire informazioni sul sito «segreto» di Fordu, afferma: «Non ci sono spiegazioni per quell’impianto che siano coerenti con la necessità di un programma nucleare civile». Inoltre, aggiunge il portavoce di Foggy Bottom, «non capiamo perché l’Iran non voglia sedersi attorno a un tavolo per affrontare tutte le questioni aperte. Un comportamento che porta a ovvie conclusioni».
Per inviare la propria opinione al Corriere della Sera, cliccare sull'e-mail sottostante