Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 18/02/2010, a pag. 39, l'articolo di Antonio Carioti dal titolo " Pio XII beato, meglio aspettare ".

Pio XII
Meglio procedere con i piedi di piombo nella beatificazione di Pio XII, perché sono a rischio le relazioni tra il mondo ebraico e la Chiesa di Roma. A sostenerlo sono 18 autorevoli studiosi cattolici, residenti negli Stati Uniti, in Germania e in Australia, che hanno indirizzato una lettera accorata a Benedetto XVI per «implorare» (verbo che nella missiva ricorre due volte) il Pontefice di «essere paziente con la causa di Pio XII».
Tra i firmatari figurano diverse personalità impegnate nel dialogo con il mondo ebraico, tra cui il reverendo John Pawlikowski, della Catholic Theological Union di Chicago, ed Eugene Fisher, che è stato responsabile del segretariato per le relazioni cattolico-ebraiche della conferenza episcopale degli Stati Uniti. Tutti si dicono preoccupati per «la mossa di procedere in questo momento con la beatificazione di Pio XII» compiuta da Joseph Ratzinger con la decisione, assunta in dicembre, di riconoscere le «virtù eroiche» del suo predecessore Eugenio Pacelli.
Il nodo da sciogliere è ovviamente sempre quello del comportamento di Pio XII durante la Seconda guerra mondiale. Alcuni studiosi e gran parte del mondo ebraico ritengono che Pacelli non abbia agito come sarebbe stato necessario in favore degli ebrei perseguitati dai nazisti. E in effetti, osservano i firmatari della lettera, allo stato attuale delle ricerche risulta che mancò una dichiarazione del Papa che condannasse apertamente il regime del Terzo Reich per il crimine della Shoah. Altri studiosi e gran parte del mondo cattolico ribattono che il Vaticano, durante il conflitto, preferì operare riservatamente in soccorso degli ebrei (salvandone un gran numero), nella convinzione che un intervento pubblico di Pio XII contro Adolf Hitler avrebbe peggiorato la situazione.
Finché il dibattito rimane aperto, sostengono i sottoscrittori della lettera a Ratzinger, conviene aspettare che l’apertura dell’Archivio segreto vaticano per gli anni del pontificato di Pacelli consenta finalmente di condurre sullo scottante argomento ricerche più complete. Quindi implorano Benedetto XVI di attendere che «una tale investigazione storiografica abbia luogo». Fino a quel momento, affermano i 18 studiosi, «procedere con la causa di Papa Pio XII senza un’analisi esaustiva del suo operato durante l’Olocausto potrebbe ledere le relazioni tra ebrei e cattolici, in un modo che non potrebbe essere superato nel futuro prevedibile».
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