Anche la Russia appoggia le sanzioni contro l'Iran Cronaca del Foglio e uno sfondone dal Corriere della Sera
Testata: Il Foglio Data: 18 febbraio 2010 Pagina: 3 Autore: La redazione del Foglio Titolo: «Perché proprio ora Mosca rinvia la fornitura di missili all’Iran»
Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 18/02/2010, a pag. 3, l'articolo dal titolo "Perché proprio ora Mosca rinvia la fornitura di missili all’Iran".
Sul CORRIERE della SERA, a pag. 15, la notizia è trattata da Fabrizio Dragosei. Nell'articolo si può leggere la frase : " Così ieri è arrivata anche la decisione del Cremlino di sospendere la consegna dei missili che gli iraniani stanno aspettando con ansia. Il tutto dopo l'incontro cordialissimo che si è svolto a Mosca tra il primo ministro di Tel Aviv Benjamin Netanyahu e il presidente Medvedev ". Netanyahu è il primo ministro di Gerusalemme. Tel Aviv non è nè capitale nè sede del governo israeliano. Invitiamo i lettori a protestare con il direttore del Corriere della Sera, Ferruccio de Bortoli (fdebortoli@corriere.it) , per un simile strafalcione che poteva essere ospitato solo sulle pagine di quotidiani come Il Manifesto e che non dovrebbe trovare spazio sulle pagine del quotidiano italiano più diffuso. Ecco l'articolo del Foglio:
Netanyahu con Medvedev
Mosca. Il presidente russo, Dmitri Medvedev, ha rimandato la fornitura di missili S300 all’esercito iraniano. L’annuncio è arrivato ieri, al termine di un incontro con il premier di Israele, Benjamin Netanyahu. Per Gerusalemme si tratta di un successo diplomatico, ma non è una vittoria definitiva. Nethanyahu è arrivato a Mosca con l’obiettivo di convincere Medvedev a cancellare lo scambio con l’Iran, un affare proficuo ma pericoloso: il sistema S300 è formato da batterie di missili terraaria in grado di difendere con estrema efficacia gli obiettivi sensibili da un attacco aereo. Lo stato maggiore di Teheran ne tratta da mesi l’acquisto per proteggere le proprie centrali nucleari. Sono basi costruite in punti strategici del paese, e diverse agenzie di intelligence sono ormai certe che siano usate per costruire armi atomiche. La presenza dei missili S300 impedirebbe un eventuale attacco preventivo contro le basi iraniane: è per questo che Israele cerca di impedire l’affare. Un funzionario della Difesa russa, Alexandr Fomin, ha detto ieri che la fornitura è rimandata “a causa di problemi tecnici”. L’ufficiale non ha chiarito quali fossero, ma ha precisato che la consegna è soltanto sospesa, non annullata, il che rende la missione di Netanyahu una vittoria a metà. Sinora la Russia ha tenuto un atteggiamento equivoco quando si è trattato di scegliere una strategia comune per affrontare la minaccia iraniana. In più di una occasione, il Cremlino ha rifiutato di sostenere le sanzioni economiche proposte dalla comunità internazionale nei confronti di Teheran. Lo stop temporaneo alla fornitura del sistema S300 è il secondo segnale di controtendenza nel giro di pochi giorni. Martedì, i diplomatici russi hanno firmato una lettera con i colleghi di Francia e Stati Uniti per denunciare le parole del presidente iraniano, Mahmoud Ahmadinejad, che ha ribadito il desiderio di arricchire altro uranio. Il pericolo che l’Iran stia costruendo un arsenale atomico è reale, come dimostrano le decine di rapporti pubblicati dalla Cia, dal Mossad e dall’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), che ha scoperto di recente una centrale clandestina nei pressi di Qom. Alcuni analisti sostengono che le prime armi di distruzione di massa potrebbero essere pronte entro il 2012. Il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha già approvato tre round di sanzioni per convincere gli ayatollah a lasciare il programma atomico e ha proposto ai mediatori iraniani di arricchire il loro uranio all’estero, ma le trattative non hanno avuto successo. Alle sanzioni dell’Onu si aggiungono i provvedimenti adottati dalla Casa Bianca per limitare i movimenti delle banche di Teheran e delle imprese americane, europee e asiatiche che ancora commerciano con il regime. In cambio della propria collaborazione, la Russia vorrebbe che Israele interrompesse le forniture di armi a paesi come la Georgia. Secondo l’agenzia di stampa Itar- Tass, una società con base a Cipro legata all’industria militare di Gerusalemme ha appena completato la consegna di 15 mila kalashnikov e di cinquemila lanciarazzi all’esercito di Tbilisi, un atto che al Cremlino considerano ostile. Se questa fosse l’unica questione sul tavolo, la visita di Netanyahu avrebbe ottenuto maggiore fortuna. Il problema è che la Russia non considera l’Iran come un dossier indipendente: l’arsenale atomico di Teheran è legato ad altri grandi temi dell’agenda internazionale, come lo scudo spaziale che gli Stati Uniti potrebbero costruire in Europa, la presenza della Nato nei paesi che confinano con la Russia e l’accordo di non proliferazione fra Mosca e Washington. Senza un accordo globale su questi temi, la fornitura degli S300 può essere soltanto usata come merce di scambio.
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