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Informazione Corretta Rassegna Stampa
17.02.2010 Cimitero o centro commerciale?
Analisi di Federico Steinhaus

Testata: Informazione Corretta
Data: 17 febbraio 2010
Pagina: 1
Autore: Federico Steinhaus
Titolo: «Cimitero o centro commerciale?»

Cimitero o centro commerciale?
di Federico Steinhaus

Qualcuno forse ricorderà che qualche tempo fa la città di Gerusalemme ha autorizzato il Centro Simon Wiesenthal a costruire un edificio destinato ad ospitare attività volte a promuovere la comprensione e l’amicizia; questo edificio sorgerà in uno spazio che era un parcheggio comunale, a sua volta costruito sui resti di un vecchio ed illustre cimitero musulmano. Le autorità religiose islamiche avevano fatto ricorso contro questa, a loro dire, dissacrazione di un luogo santo, ma il loro ricorso era stato respinto dalla Corte Suprema, e ne era nata una violenta contrapposizione basata su argomentazioni religiose attinenti al culto dei morti.

Ora però è stato scovato negli archivi dell’Università di Tel Aviv un articolo del Palestine Post del 22 novembre 1945, antecedente la fondazione dello stato d’Israele, che riportiamo integralmente:

“Un’area di oltre 450 dunams nel cuore di Gerusalemme, che ora forma il cimitero di Mamillah, sarà convertita in un centro d’affari. Il piano urbanistico sarà completato sotto la supervisione del Supremo Consiglio Musulmano unitamente al Consigliere del governo per la pianificazione urbana. Un edificio di 6 piani che ospiterà il Consiglio Supremo Musulmano ed altri uffici, un albergo di 4 piani, una banca ed altri edifici idonei a diventare un collegio, un club ed una fabbrica ne saranno le strutture principali. Ci sarà anche un parco, che si chiamerà Parco Salah ed Din ( che noi pronunciamo Saladino, n.d.t.) per onorare il guerriero musulmano dell’epoca delle Crociate.

I resti umani sepolti nel cimitero saranno trasferiti nei pressi della tomba di Sayid al Kurashi, antenato della famiglia Dajani, in un luogo di 40 dunams cinto da mura.

In una intervista con Al Wihda, il settimanale di Gerusalemme, un membro del Consiglio Supremo Musulmano ha affermato che l’uso di cimiteri musulmani nel pubblico interesse ha molti precedenti sia in Palestina sia altrove. Egli ha citato i casi del cimitero di  Bab al Sahira (Porta di Erode), che prima arrivava alla Porta di Santo Stefano; del cimitero di Jaffa, che è stato convertito in un centro commerciale e della Piazza intitolata alla Regina Farida al Cairo, che non molto tempo fa era un cimitero.

Il membro (del Consiglio Supremo Musulmano, n.d.t.) ha soggiunto che il Consiglio intende pubblicare una decisione che contiene dispense di capi religiosi egiziani, Hejazi (n.d.t.: Sauditi; a quel tempo l’attuale Arabia Saudita si chiamava Hejaz) e di Damasco che autorizzano il programma edilizio. Egli ha sottolineato che il lavoro sarebbe stato completato a stadi e sotto controllo pubblico. Erano già state costituite diverse società e le sovvenzioni erano abbondanti, ha aggiunto il corrispondente”. 

Se ne può trarre una conclusione? Certo: dando per scontato che le autorità religiose non possano piegare a loro piacimento e comodo la loro interpretazione di fondamentali leggi prescrittive per il culto dei morti, è evidente che quel che va benissimo per i musulmani è vietato agli ebrei. Se lo fanno gli ebrei è un insopportabile oltraggio alla religione, se lo fanno i musulmani è lecito.

Il Simon Wiesenthal Center di Los Angeles, rendendo noto questo articolo, parla eufemisticamente di ipocrisia delle autorità religiose islamiche. Noi vorremmo piuttosto inserire questa disputa artificiosa nell’ intolleranza e nel rifiuto di dare legittimità alle decisioni israeliane.


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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