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L'Espresso Rassegna Stampa
15.02.2010 Sicurezza negli aeroporti: l'Italia a lezione dal Mossad
Cronaca di Piero Messina

Testata: L'Espresso
Data: 15 febbraio 2010
Pagina: 43
Autore: Piero Messina
Titolo: «Il Mossad ci dà una mano»

Riportiamo dall'ESPRESSO n°7 del 12/02/2010, a pag. 43, l'articolo di Piero Messina dal titolo " Il Mossad ci dà una mano ".

«Negli aeroporti la vera sicurezza si raggiunge soltanto con la prevenzione. Da quando è scattata l’emergenza internazionale per il rischio attentati, e sono passati quasi dieci anni, la nostra intelligence ha sempre fornito delle note informative molto accurate». Parola di Vito Riggio, presidente dell’Enac e a capo del comitato interministeriale per la sicurezza. «Negli aeroporti italiani si effettuano esercitazioni a sorpresa», spiega Riggio, «per verificare la preparazione tecnica del personale addetto alla sicurezza. L’obiettivo è semplice: si cerca di passare i controlli con finti panetti di esplosivo, liquidi o armi giocattolo». Il presidente di Enac sottolinea come le procedure di questi spy game siano raccomandati dalla Commissione europea e coordinati dai servizi segreti italiani, con il contributo metodologico dei veri specialistici del settore: l’MI6 e il Mossad. Giochi terribilmente seri: «A Palermo, ma anche in altri aeroporti, sono stati licenziati dei dipendenti che avevano lasciato passare materiali proibiti. Il fatto che gran parte dei compiti operativi sia affidato a polizie private non ci preoccupa», sostiene Riggio, «prima di tutto perché ci sono delle regole da rispettare, dei protocolli concordati dal comitato di sicurezza la cui esecuzione spetta alle forze di polizia sul territorio. Poi, quando si parla di sicurezza negli scali i criteri di selezione sono durissimi. Le agenzie private devono essere certificate. Ma anche ciascuno dei loro addetti deve essere testato e certificato. Quando vengono esaminati, di solito ne passa uno su 20. È personale molto preparato». Il caso Fiumicino sembra non turbare la serenità del presidente Enac. «Sereno non è il termine giusto. Diciamo che siamo “certificati”. Ogni sei mesi le procedure di sicurezza vengono verificate dagli organismi internazionali come l’Icao. Ovviamente ci si concentra sui grandi aeroporti internazionali. Si opera a campione. Poche settimane fa è toccato proprio all’aeroporto di Fiumicino: non c’è stato alcun rilievo significativo».

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