Ahmadinejad come Hitler...ma Hitler non aveva la bomba L'analisi di Piera Prister
Testata: Informazione Corretta Data: 13 febbraio 2010 Pagina: 1 Autore: Piera Prister Titolo: «Ahmadinejad come Hitler...ma Hitler non aveva la bomba»
ma quello a sinistra non aveva la bomba
Questa mattina tutte le stazioni radio televisive trasmettono le parole allarmanti del ministro della difesa Robert Gates sulla minaccia che la bomba iraniana -che si teme essere vicina al completamento- pone a tutta l’umanita’. Troppo tardi! Quando ripetutamente e ossessivamente da tempo, un Ahmadinajad farneticante e in preda ad una sinistra febbre, ha piu’ volte gridato al mondo che avrebbe incenerito Israele, ma le democrazie occidentali imbelli, in cinque anni non sono state capaci di mettersi d’accordo per fermarlo. Lo sappiamo solo noi, avvertendolo sulla nostra pelle che con l’antisemitismo non si scherza e che bisogna colpirlo subito agli albori e mai aspettare che si incancrenisca. Ora sembra tutto maledettamente piu’ difficile, la situazione e’ cruciale, ma Israele e’ temerario, ce la fara’ anche da solo, ma deve agire e colpire subito come in passato, ne va della sua stessa esistenza. E non c’e’ bisogno d’essere psichiatri per capire che quei mullah da tempo sono affetti dalla gravissima malattia mentale dell’antisemitismo, la stessa che afflisse Hitler. Ma che sarebbe successo se Hitler avesse avuto la bomba? Le conseguenze sarebbero state ancora piu’ disastrose, e gia’ scienziati e poeti ci avevano ammonito che la guerra atomica avrebbe segnato il ritorno dell’uomo all’eta’ della pietra e della fionda. Ma adesso la bomba e’ nelle mani di un matto in una casa di matti, ed ora gli Stati Uniti in grave ritardo se ne stanno accorgendo dopo le overture musicali in Farsi di Obama a Khamenei. Ma non si sa se le parole di allarme nei notiziari del Ministro della Difesa, Robert Gates siano considerate credibili dal resto della classe dirigente americana che sembra ancora oggi piu’ preoccupata del “global warming” ossia dell’”effetto serra” mentre in questo inverno glaciale da brividi, qui a Dallas persino i laghi sono ghiacciati e i cojote si avvicinano sulla neve all’abitato. Ma da tempo si e’ gridato, al lupo, al lupo, senza essere creduti. Ma il lupo infine e’ arrivato davvero. Non sembra che ci sia un grande allarme nei gangli del potere, mentre c’e’ piu’ nella nazione, nei comuni e nelle contee dove ci si appronta all’emergenza. Tanto anche nella seconda guerra mondiale gli Usa intervennero troppo tardi in Europa quando gia’ il Nazismo nella sua furia aveva trovato negli ebrei, il capro espiatorio da sacrificare ed era proceduto oltre nell’escalation seminando rovine e altre vittime. Solo allora Rooselvet intervenne. Adesso la storia si ripete e chissa’ che ora come allora, non si aspetti la deflagrazione della bomba per muoversi. Obama l’aveva detto nella sua campagna elettorale: ”Cuba, Iran, Venezuela …they are tiny countries, they do not pose serious threats to us”. E invece si’ che costituiscono una seria minaccia e come! O forse egli stesso nella sua prosopopea crede ancora di poter ammansire il lupo? Ma il presidente Obama con la sua politica della mano tesa al mondo arabo e musulmano ha fatto un bel tonfo e la sua magia da apprendista stregone sembra non funzionare. Che l’Ambasciata Italiana insieme ad altre, sia stata attaccata a Teheran subito dopo la visita di Silvio Belusconi in Israele, da sedicenti studenti che sembravano piu’che altro energumeni, non ha avuto molto spazio nei notiziari americani, e cosi’ anche del viaggio dello stesso Primo Ministro italiano non se n’e’ parlato, ne’ scritto. Sembrava come se i media si fossero passati la velina che nessun paragone andava fatto con altri leaders politici stranieri per non offuscare la gloria del presidente Obama. Purtroppo c’e’ una totale assenza di leadership qui negli Stati Uniti, ed Obama non sembra avere ne’ il pragmatismo ne’ la stoffa del premier italiano, Silvio Berlusconi e del suo governo che si sono schierati coraggiosamente dalla parte della democrazia e dei diritti umani. Qui aspettiamo inebetiti dal silenzio che precede la procella. L’Iran e’ ormai armata fino ai denti, qualche anno fa non sembrava cosi’ temibile, ora e’ arrivata ad incutere terrore. Il 4 novembre 2009 gli Israeliani hanno intercettato vicino alle loro coste, una nave battente bandiera di Antigua proveniente dall’Iran che trasportava tonnellate di armi da consegnare agli Hezbollah in Libano. Inoltre Hamas ha gia’ testato un missile a lunga gittata capace di colpire Tel Aviv. L’Iran se fosse attaccato sarebbe capace di sconvolgere anche tutte le rotte delle petroliere nel Golfo Persico e causare l’impennata dei prezzi del greggio, e potrebbe anche colpire le raffinerie dell’Arabia Saudita. E’ gia’ in possesso dei missili antinavi supersonici SS-N-22 di fabbricazione sovietica capaci di sbloccare un blocco di navi. Inoltre e’ sicuro e confermato da funzionari del Dipartimento di Stato che cellule dormienti di Hezbollah siano gia’ presenti qui negli Stati Uniti, arrivati attraverso i confini meridionali del Texas, Arizona e California con il Messico, sulle stesse rotte dei signori della droga come scrive Timothy J. Geraghty sul “The W.S.J.”. Ad un segnale da Teheran potrebbero attivarsi e attaccare in piu’ luoghi con armi temibili di cui sono gia’ in possesso e che gia’ usano, sempre con il sigillo finale del taglio di teste e di mani, poste in mostra nelle strade delle citta’ di confine, per spargere il terrore. Inoltre ci sono voli-cargo settimanali, molto sospetti da Teheran a Caracas dove anche la Russia coopera nella costruzione di armi. Gli Hezbollah, il lungo braccio armato di Teheran erano gia’ presenti nel sud del continente americano fin dal 1992 quando insieme ai nazisti scappati dall’Europa, in due rispettivi attacchi distrussero a Buenos Aires l’Ambasciata Israeliana e la sede della Comunita’ ebraica. L’Interpol e i giudici argentini sono tuttora sulle tracce del responsabile di quelle bombe, il generale Ahmad Vahidi, l’attuale Ministro della Difesa iraniano -su cui pende un loro mandato di cattura- che era comandante delle IRGG -Iranian Revolutionary Guards, i Guardiani della Rivoluzione, quelle operanti fuori dell’Iran. Eppure Barack Obama quando era senatore fu tra i pochissimi che votarono in Senato contro la mozione -che poi vinse a larga maggioranza- che designava IRGG, i Guardiani della Rivoluzione come un’associazione terroristica. Come anche recentemente e’ stata designata tale nel parlamento olandese. Piera Prister Bracaglia Morante