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Ugo Volli
Cartoline
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Una proposta provocatoria per Silvio Berlusconi 08/02/2010

Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli

" Una proposta provocatoria per Silvio Berlusconi "

Cari amici, come sapete le cartoline vanno piano e vengono regolarmente sopravvanzate da espressi, posta prioritaria, email e altre forme moderne di corrispondenza. Non vi arrabbierete dunque con me se vi parlo solo ora del viaggio di Berlusconi in Israele. Il cavaliere è ritornato; si sono sfogati i vari comunisti, post, neo; i vari fascisti, post, neo; i vari "cattolici di base" rimasti antigiudaici o autopromossi a interculturali, ma rimasti sostanzialmente gli stessi. Alcuni giullari ebrei hanno trovato un'altra occasione per sputare nel piatto dove mangiano. Tutti i giornalisti importanti hanno detto la loro, in maniera più o meno ragionevole. E dunque la mia cartolina vi arriva un po' tardi, ma magari la leggete lo stesso, sperando di divertirvi.

Peggio ancora, voglio parlarvi del punto che ha fatto più discutere, quell'invito o speranza o addirittura sogno di Berlusconi che Israele "entri in Europa". Entrare in Europa è un po' come scendere in campo, una di quelle frasi che resta, colpisce, cambia il gioco, di cui Berlusconi è specialista. Ma, con tutto il rispetto per il Cavaliere, che avrà tanti difetti, ma almeno ha il merito di non condividere il filoarabismo preconcetto di tutta la classe dirigente storica italiana, da Mussolini a Moro, da Craxi a D'Alema, da La Pira a Andreotti - con tutto il rispetto e anche molta gratitudine, se io fossi israeliano, risponderei: ma scusi, pensa che siamo tutti impazziti? Grazie per la solidarietà, ma no grazie, grazie e però no; proprio no, neanche per sogno, neanche per il suo sogno.
Ma scusate, il popolo ebraico ha passato duemila anni sognano di tornare nella propria terra, ci è riuscito e deve pensare di considerare Bruxelles la propria capitale? Deve prendere regole da una comunità opaca che stabilisce regolamenti sulla lunghezza dei profilattici e il diametro minimo dei cetrioli, mentre spende un "fondo nero da oltre 230.000 euro per pagare le vacanze ai figli dei ricchi funzionari europei" (http://www.corriere.it/cronache/10_febbraio_07/fondi-vacanze-figli-funzionari-ue_baf90ec2-13d1-11df-8835-00144f02aabe.shtml). Ma soprattutto una comunità che è da tempo il supporto istituzionale di Eurabia, che ha una politica di "accoglienza" per i propri nemici storici e di repressione per coloro che cercano con mezzi democratici di resistervi come Geert Wilders, che ha fatto del multiculturalismo la propria ideologia ufficiale? Una comunità che, come ha scritto qualcuno, dato che non fa figli trova conveniente una politica miope che "compra tempo" in cambio di concessioni sostanziali, non pensando al futuro ma convinta che "a lungo termine saremo tutti morti"? Una comunità in cui si moltiplicano gli atti di antisemitismo, in cui progressivamente ma inesorabilmente si consolida la presa islamica sulla sfera pubblica, come si vede anche oggi dal caso Morris a Cambridge? Una comunità amministratrice di un'Europa che ha mostrato in ogni occasione la propria indisponibilità a difendere i propri cittadini deboli, dalla Shoà a Srbrenica?

No grazie, presidente. Israele ha bisogno della comprensione e dell'amicizia del mondo libero, essendo assediata dal mondo arabo e islamico. Ha bisogno di libero commercio, di uno sguardo non prevenuto sulle proprie politiche, di riconoscimento della propria esistenza; vuole scambi economici, culturali e scientifici liberi ed aperti. Vuole turismo, vuole investimenti, è genuinamente assetata di amicizia. Ma sul piano economico, militare, politico se la cava molto meglio continuando a essere quel che è, il libero stato del popolo ebraico. Grazie per l'amicizia. Ma, invece che associare Israele alla Comunità Europea, se proprio bisogna pensare a un sogno irrealizzabile, perché non pensa a fare uscire l'Italia dalla Comunità Europea? Ci sarebbero dei danni, soprattutto delle difficoltà finanziarie; ma non è detto che liberandosi dalla burocrazia di Bruxelles i vantaggi non sarebbero più numerosi. Ci pensi, presidente, provi a cambiare sogno. Magari Israele potrebbe offrirle un accordo di associazione tecnologica e commerciale, per aiutare l'Italia a farcela da sé

Ugo Volli

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