Nessuna intesa "vicina", come ha sostenuto Manucher Mottaki, ministro degli esteri iraniano, a Monaco. E' questa la posizione di Robert Gates espressa a Roma, dove era arrivato per incontrare il governo italiano. Dalla STAMPA di oggi, 07/02/2010, a pag.14, la cronaca di Emanuele Novazio, con il titolo "Gates gela l'Iran: Accordo lontano".

Robert Gates
ROMA
Robert Gates gela l’ottimismo di Manucher Mottaki. Al ministro degli Esteri iraniano, che intervenendo alla Conferenza sulla sicurezza in corso a Monaco aveva parlato venerdì di «intesa vicina» su uno dei punti centrali del dossier nucleare, il ministro della Difesa americano ha replicato ieri con scetticismo, definendo «deludente» la risposta dell’Iran. «Non ho la sensazione che siamo vicini a un accordo», ha detto Gates ad Ankara, poco prima di incontrare a Palazzo Chigi Silvio Berlusconi.
Dall’Occidente «arriverà una risposta» soltanto se Teheran darà seguito alla «proposta originaria» dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, l’Aiea, e del gruppo 5+1 (Usa, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna e Germania). La proposta, finora respinta dall’Iran, prevede che Teheran consegni il 70% del suo uranio arricchito al 3,5%, rinunciando ad eventuali possibilità di impiegarlo per un arricchimento superiore, che consentirebbe la costruzione di ordigni atomici. In cambio l’Iran riceverebbe combustibile a base di uranio arricchito al 20% per alimentare un reattore con finalità mediche.
«Se l’Iran ha accettato questa proposta deve notificarlo all’Aiea», ha commentato Gates. Il nuovo direttore dell’Agenzia, il giapponese Yukiya Amano, ha invece confermato che Mottaki ha ribadito le condizioni di Teheran: sarà l’Iran a decidere la quantità di uranio da inviare all’estero. La posizione iraniana è stata criticata anche dalla Russia, che si sta dimostrando più flessibile anche sulla possibilità di nuove sanzioni: ma se queste fossero decise dal Consiglio di sicurezza, ha precisato a Monaco il viceprimo ministro Serghei Ivanov, dovrebbero essere finalizzate a bloccare la proliferazione nucleare piuttosto che a colpire la sua economia.
Di Iran Gates ha parlato anche con Berlusconi, reduce dalla visita a Gerusalemme. Il segretario alla Difesa si è però soffermato soprattutto sulla situazione in Afghanistan, ringraziando Berlusconi per il «significativo aumento» del contingente italiano. Ma non ha chiesto ulteriori impegni: il ministro Frattini aveva anticipato che l’Italia non è in grado di inviare altri militari in Afghanistan. Poco prima di incontrare Gates, Berlusconi ha telefonato al presidente egiziano Mubarak, al quale ha illustrato i risultati della sua visita in Israele.
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