Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
La presenza dei Fratelli Musulmani nella politica egiziana 25/01/2010
La presenza dei Fratelli Musulmani nella politica egiziana Analisi di Zvi Mazel (Traduzione di Emanuel Segre Amar)
Zvi Mazel
Al Cairo i Fratelli Musulmani hanno annunciato di avere eletto Muhammed Badee nuovo capo supremo; una successione politica che arriva in un momento quanto mai critico. Pochi mesi fa Muhammed Mahdi Akef - che negli ultimi sei anni aveva guidato l'organizzazione - aveva annunciato che non avrebbe accettato un nuovo mandato, provocando una crisi di proporzioni ancora più grandi, dato che i problemi non erano certo nuovi. Akef aveva continuamente provocato violenze in Egitto con le sue dichiarazioni estremiste. Non si limitava solo a sostenere apertamente Hamas e l'Iran, ma un anno fa era arrivato a dichiarare che avrebbe preferito vedere un Malese musulmano come Presidente dell'Egitto piuttosto che un egiziano copto. Inoltre un numero sempre maggiore di Fratelli richiedevano delle riforme all'interno del movimento. Quando il precedente leader arrivò alla conclusione di non poter ricucire le distanze tra le differenti linee, decise che era giunto il momento di ritirarsi. Le generazioni più giovani sono mosse dal desiderio di sostituire la vecchia guardia per rendere più democratico il movimento, e sono diventate sempre più agguerrite. Avevano riposto le loro speranze nel numero due di Akef, Muhammad Elsayed Habib, ma questi aveva poi dato le dimissioni essendo in disaccordo con la politica di Akef, perdendo in tal modo il suo posto all'interno del Consiglio Guida (il cuore del governo del movimento) in dicembre. La spaccatura ha poi finito con l'aggravarsi durante le successive elezioni. Queste, in se stesse - sia quelle per il Consiglio Guida, sia quelle successive per il posto di capo supremo - sono state molto combattute, tanto più che molti le hanno considerate truccate. Ciononostante, dal momento che i Fratelli Musulmani sono al bando in Egitto, la votazione è stata gestita nel segreto e quindi non poteva avere degli osservatori. Quello che è trapelato è che Badee è stato eletto con una maggioranza di due terzi dei consiglieri, e che la sua elezione causerà problemi per i riformisti. Quello dei Fratelli Musulmani è ben lungi dall'essere un movimento democratico aperto a più idee. E' sempre rimasto fedele alla dottrina estremista religiosa di colui che lo ha fondato in Egitto nel 1928, Hassan el-Banna, e del più grande teologo, Sayed Qotob. Qotob era di gran lunga più controverso dello stesso Banna. Ha finito con il radicalizzarne la dottrina - che si richiamava alla restaurazione del califfato ed alla creazione di un'unica nazione per tutti i musulmani sotto la sovranità di Allah, avente il Corano come Costituzione e la shari'a come sistema legale - e ha dichiarato che tutte le società arabe vivevano nella jahalia (l'ignoranza del vero Islam), come era già prima della venuta di Maometto, ed erano per ciò stesso "infedeli". Lo scopo vero di queste affermazioni era ben chiaro: era legittimo combattere contro queste società arabe per creare il nuovo califfato. Per rendere il tutto anche più serio, fornì le motivazioni religiose che giustificavano gli attacchi contro gli stati non islamici per portarli all'interno del grande abbraccio dell'Islam. Questa dottrina è stata oggi fatta propria da tutti i movimenti jihadisti - compreso al-Qaida - e dà loro quella legittimazione della quale hanno bisogno per uccidere civili innocenti, che siano musulmani o non musulmani. Badee è un professore di veterinaria di 67 anni. Non è solo un irremovibile conservatore, ma è anche un devoto allievo di Qotob. Furono in prigione insieme a metà degli anni '60 durante uno dei frequenti tentativi dell'allora presidente Gamal Abdel Nasser di abbattere l'organizzazione. Non deve quindi sorprendere che Badee appartenga al nocciolo duro del movimento, che ne sia anzi un elemento estremo. Il fatto stesso che egli sia stato eletto è un chiaro segnale che comprova quanto il movimento non intende andare verso scelte più aperte, anzi, stia rinforzandosi nelle posizioni ancora più estreme. E' pur vero che il suo primo messaggio in qualità di leader supremo è stato piuttosto moderato. Ha parlato dell'importanza di restare uniti all'interno dell'organizzazione; ha poi affermato di essere pronto a collaborare con tutte le forze politiche del paese; è arrivato anche a sostenere che i Fratelli Musulmani non intendono ergersi a nemici del regime egiziano. E' tuttavia del tutto improbabile che il nuovo leader, eletto da una maggioranza di conservatori, possa cambiare l'indirizzo del movimento. Le vecchie linee dure formano ora la maggioranza del nuovo Consiglio eletto in dicembre, nel quale i riformisti sono stati sonoramente sconfitti. Habib e Abd Elmoneim Abu Alfoutouh, entrambi persone ben note nel mondo riformista egiziano, non sono stati rieletti. Nella realtà dei fatti l'unico tra i riformatori ad essere stato rieletto nel nuovo Consiglio è Asam Elarian. I Fratelli Musulmani sono stati messi al bando da Nasser nel 1954 dopo un tentativo non riuscito di assassinarlo. 60.000 dei suoi membri sono stati messi in prigione in successive ondate di arresti, e numerosi suoi leaders - compreso lo stesso Qotob - sono stati messi a morte. Lo stesso Badee ha trascorso nove anni in prigione. Quando il Presidente Anwar Sadat prese il potere in Egitto, concesse la libertà a Badee ed a numerosi altri membri dei Fratelli nella speranza che lo avrebbero sostenuto nella sua lotta contro i nasseriani che ostacolavano la sua linea politica. Tuttavia Sadat non annullò la messa al bando del movimento. Impossibilitata ad avere una vita ufficiale, l'organizzazione ha cercato altri vie per sopravvivere. I Fratelli hanno messo in piedi l'unione degli studenti, e lanciato un'azione ben congegnata per infiltrarsi e prendere il potere in tutti i movimenti sindacali egiziani. Hanno creato anche numerose associazioni di beneficenza, assicurando notevoli aiuti ai poveri. Questo è stato fatto nel nome del loro particolare estremismo religioso, ed è stato il fattore più importante che ha reso possibile la grande crescita della loro influenza religiosa in Egitto nei trascorsi decenni. Spinto dagli USA a concedere maggiori libertà democratiche, il Presidente Hosni Mubarak ha concesso ai Fratelli di partecipare alle elezioni del 2005 in qualità di "indipendenti". In seguito si è reso conto del suo errore e ne ha bloccato la messa in atto. 88 Fratelli sono stati eletti nel Parlamento, il 20% dei rappresentanti, e questo ha fatto dei Fratelli, pur messi al bando, il maggiore gruppo parlamentare di opposizione a Mubarak ed al suo partito di governo. I Fratelli Musulmani sono un'opposizione che si fa sentire moltissimo, che reclama l'abolizione del Trattato di pace con Israele e l'espulsione dell'ambasciatore israeliano. Akef ha dichiarato, in più occasioni, che "Israele dovrebbe sparire dalle carte geografiche". Nonostante la presenza del gruppo nel Parlamento, l'Egitto sta facendo un grande sforzo per frenare le sue attività. Circa 5000 suoi membri sono attualmente in prigione, e 40 istituzioni finanziarie che avevano versato dei fondi al movimento sono state chiuse negli ultimi due anni. La generazione più giovane dei Fratelli Musulmani è pronta a modificare l'organizzazione per renderla più unidirezionale, e vorrebbe anche farla diventare più attiva in politica. Per cominciare, si rivolgono verso il mondo di internet, riferendosi al proprio soprannome elettronico con l'espressione di "blogger dell'opposizione". Il loro modo di agire non è stato ben accolto dalla vecchia guardia, e recentemente dei confronti violenti sono scoppiati tra le due fazioni. Nel tentativo di calmare la situazione, i leaders del movimento hanno mnifestato la volontà di creare un partito politico - restando comunque indipendenti - ed è anche cominciata a circolare una bozza di programma. Purtroppo questa bozza non ha offerto quel cambiamento sostanziale che veniva richiesto dai riformisti. Le donne ed i copti continuano a restare esclusi dai posti di potere, e le proposte di legge da proporre al Parlamento aspettano sempre di essere prima approvate dal comitato religioso di saggi - una procedura simile a quella che si riscontra in Iran. Dal momento che vi sono delle leggi ben precise che proibiscono di costituire un partito politico che segua delle direttive religiose, non vi è alcuna possibilità che i Fratelli Musulmani possano fondare un partito con un tale programma. Inoltre la maggioranza degli egiziani non è certo pronta a vivere sotto regole dettate da leaders religiosi. I commentatori politici ritengono che Mubarak veda un pericolo nella linea politica intrapresa dai Fratelli Musulmani, e ciò finirà logicamente col danneggiare l'organizzazione dei Fratelli nelle prossime elezioni generali che si terranno in novembre. Ma la vera, grande domanda da porsi è se i più giovani accetteranno la volontà dei più anziani, o se preferiranno piuttosto continuare sulla strada intrapresa con la loro lotta. Vi era stato un tentativo dei riformisti, negli anni 90, di distaccarsi per creare un partito tutto loro, ma questo tentativo non ebbe successo. Oggi il quadro politico è completamente cambiato, ed un nuovo tentativo intrapreso dai Fratelli moderati potrebbe essere seguito da un gran numero di egiziani.
Zvi Mazel è stato ambasciatore d'Israele in Egitto e Svezia, collabora in qualità di analista del mondo musulmano su quotidiani e centri di intelligence e politica internazionale.