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Ugo Volli
Cartoline
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Vancouver 2010: indovinate qual è l'unica bandiera deturpata allo stadio olimpico 05/02/2010

Cari amici, sapete che il prossimo 12 febbraio si apre la ventunesima edizione dei giochi olimpici invernali a Vancouver, in Canada? No? Non lo sapete? Male, eppure quattro anni fa quando i giochi si svolsero a Torino ci eravamo tutti tanto entusiasmati... Vabbè,  non importa. Ma sapete quante nazioni partecipano a questi Giochi? Mi chiedete perché lo chiedo, che cosa c'entra con le cartoline? E' molto yiddish rispondere a una domanda con una domanda, ma vi prego, per amicizia: abbiate un po' di pazienza e provate a rispondere. La ragione ve la dico fra un attimo. Non lo sapete e non vi importa? Bene, ve lo dico io: novantasette. Novantasette stati che espongono noventasette bandiere sullo stadio olimpico in attesa della cerimonia di inaugurazione. Per un elenco, guardate qui: http://www.ctvolympics.ca/countries/index.html . E adesso che avete visto tanti bei stendardi colorati, potete dire quante di queste novantasette bandiere per novantasette stati sono state deturpate, rubate, macchiate o danneggiate in qualche modo davanti allo stadio olimpico di Vancouver? Vedo qualche segno di comprensione nei vostri occhi: sì, avete ragione: una bandiera sola è stata vandalizzata, quella di Israele.
Badate che nello stadio olimpico di Vancouver sono presenti  tanti stati su cui si potrebbero avanzare - diciamo - delle obiezioni. C'è la Bielorussia, ultima dittatura in Europa, c'è l'Azerbagian che è in guerra con l'Armenia, la Turchia che opprime i curdi, la Cina che fa quel che sapete ai tibetani, c'è l'Iran che impicca a più non posso i suoi studenti e prepara l'atomica, c'è il Kuwait che ha una bella guerriglia interna, la Corea del Nord che è al di sotto di ogni commento, e fa a cannonate con la corea del Sud presente anche lei, la Russia che non ha ancora finito di sistemare i ceceni e già attacca briga con la Georgia (presente anche lei), c'è il Venezuela dove la dittatura avanza a passi da gigante. Eccetera.
Ma con chi se la sono presa i contestatori di Vancouver? Nessuno di costoro. Solo con Israele, e tanto per chiarire il loro punto di vista hanno istoriato la sua bandiera con un Free Palestina. Capite cosa vuol dire chi denuncia il tentativo di ridurre Israele a paria delle nazioni? Quella che deve portare un ideale segno giallo, essere chiuso in un ghetto virtuale, essere escluso dall'umanità e soggetto al disprezzo collettivo? Ammettiamo anche che Israele abbia commesso delle colpe difendendosi: sono incomparabilmente più gravi di quel che la Russia fa in Cecenia (deserto totale, stragi, torture) o la Cina in Tibet? C'è u n pregiudizio, una demonizzazione che ha radici teologiche: Israele è trattato come la Chiesa e l'Islam hanno sempre trattato gli ebrei: colpevoli a priori, gente condannata a essere inferiore. E speriamo che la storia non prosegua come è andata avanti in Europa, dall'inquisizione ai pogrom a Hitler.
Ma, a proposito - vi chiederete - come hanno reagito le autorità canadesi al teppismo filopalestinese? Hanno denunciato qualcuno? Rimesso subito su una bandiera nuova? Magari deciso di piazzare un poliziotto di guardia per evitare vandalismi? Ma no... guardate qui (http://www.repubblica.it/sport/calcio/2010/02/03/news/bandiera_israele-2176549/). Ecco cosa hanno fatto: hanno tolto la bandiera (di nuovo: l'unica che oggi manca), spiegando che se ne avessero messa un'altra sarebbe stata sporcata ancora... e certo, bisogna capirli, la città di Vancouver non può affrontare troppi costi di lavanderia... e i poliziotti devono pensare a cose più importanti che fare la guardia alle bandiere... o forse sotto sotto la città è solidale con gli aggressori. Non si sono bruciate dappertutto bandiere israeliane l'anno scorso? E un giudice di Bologna non ha trovato un bizzarro cavillo per non processare i colpevoli individuati? (Vi ricordate: aveva detto che non era la bandiera originale, ma solo un tessuto qualunque... come se ci fossero bandiere autentiche)
Fatemi raccontare un altro dettaglio. Nella vignetta dell'antisemitismo ufficiale e ragionevole non poteva mancare l'ebreo remissivo. Eccolo: "Mark Gurvis, capo dell'associazione ebraica di Vancouver, preferisce non esacerbare i toni: "Non mi stupisco di quest'atto vandalico, so bene che la nostra bandiera è un target e che i Giochi Olimpici rappresentano un'occasione unica, come cassa di risonanza. Ma noi siamo fieri dei nostri atleti e speriamo che quella bandiera torni a sventolare soprattutto grazie ai loro risultati"." Lo spero anch'io. Ma forse il problema è un altro, non quello dei risultati degli atleti. Ed è questo: Dopo aver trattato per due millenni gli ebrei come sotto-uomini, Untermenschen, quando la smetteranno di trattare Israele come un sotto stato, Unterstaat?

Ugo Volli

PS: Oggi le cartoline compiono un anno. Grazie per la vostra attenzione e per i tanti segni di amicizia che ho ricevuto. Fin che mi divertirò io e non vi annoierete voi andrò avanti a mostrare il lato paradossale e francamente ridicolo dell'odio antisemita e anti israeliano. Con la speranza che, come si diceva un tempo, "una risata li seppellisca".


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