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Ugo Volli
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Un'altra puntata della serie non tutti i deliri sono antisemiti, ma l'antisemitismo è tutto delirante 04/02/2010

Un'altra puntata della serie non tutti i deliri sono antisemiti, ma l'antisemitismo è sempre delirante


Elie Wiesel

Cari amici, perdonatemi, devo darvi una delusione. Un lettore cui sono particolarmente legato mi ha mandato un link a una pagina di Facebook intitolata "informare per resistere" dall'evidente ideologia ultrasinistra, girotondina, grillina, che, fra una rituale celebrazione del giorno della memoria e l'altra, pubblica un articolo tratto da un sito di tale che non voglio nominare, per rispetto dei lettori. Su costui e sul suo sito non voglio scrivere niente, non tanto perché ogni cosa seria che si potesse scriverne sarebbe minacciata di querela, ma perché semplicemente lo considero al di sotto di ogni discorso possibile.  Quindi ne taccio anche il nome. E' interessante però notare questo incrocio fra ultrasinistri e "antisionisti" populisti complottardi: una reincarnazione di un gesto politico che quando era piccolo si chiamava profeticamente nazimaoismo.
 Non ci credete? Leggete qui. E pensate che questa storia è uscito su un sito "di sinistra", "antinazista".
"Il Parlamento italiano ha invitato a parlare del Giorno della Memoria il noto sopravvissuto e premio Nobel Elie Wiesel. Gianfranco Fini ha ascoltato, con il volto atteggiato a compunzione e dolore, la testimonianza del celebre personaggio, che è scampato da Auschwitz-Birkenau. Eppure c´è il fondato dubbio che Elie Wiesel non sia Elie Wiesel, ma qualcun altro che ne ha preso il posto." Nel seguito (http://www.facebook.com/notes/informare-per-resistere/farsa-continua/280303011266 ) viene fuori che Elie Wiesel è accusato in realtà non proprio di non essere Elie Wiesel com'è, ma piuttosto di non essere un certo Lazar Wiesel, che peraltro egli non sostiene di essere, il quale avrebbe pubblicato nel 1955 l'originale ungherese del libro di Elie Wiesel "La notte", che però è uscito nel 1954 a Buones Aires. Lazar Wiesel a un certo punto avrebbe cambiato nome in Elie e poi sarebbe sparito, diventato irrecuperabile, dissolto nel nulla.  Vittima di una sostituzione di persona, di un omicidio, rapito dal terribile Mossad o dagli extraterrestri? Non si sa non lo spiegano né quell'autore di cui sopra né gli ultrasinistri con tentazioni negazioniste. Dunque Wiesel sarebbe l'avatar di qualcuno che non esiste. Insomma, un pasticcio, un delirio.
Eccola qui la delusione. Non solo la Shoà non c'è mai stata, l'antisemitismo è solo un pretesto per gli israeliani per contrastare il rapporto Goldstone, ma anche Elie Wiesel... be' non è Elie Wiesel ma chissà chi. Il negazionismo sulla misura di una persona sola. E se anch'io, cari lettori, non fossi io ma un altro, come ha scritto Rimbaud? Je est un autre. E voi? Nessuno è se stesso, viviamo in una commedia degli errori o in un pirandelliano regno di maschere.  O, per chi ci crede, in una di quelle elaborate storie di delirio per cui Atlantide è stata fondata dagli Ufo che in realtà ce l'avevano con mia zia Giuseppina.
Non so se l'invenzione negazionista raggiunga queste vette metafisiche. E' più giusto vedere qui una banale menzogna propagandistica. Per quel signore che non nomino (e per il sito "resistente" che lo rilancia) sono gli ebrei che mentono, non tutti gli umani. I palestinesi e i tedeschi sono sincerissimi e del tutto esistenti; Wiesel invece non esiste e dunque mente sulla Shoà; o la Shoà non esiste e dunque Wiesel mente. Pastrocchi autoreferenziali. Solo che Wiesel è uno degli ultimi grandi testimoni della Shoà, e negarlo è un altro modo per far violenza a sei milioni di vittime. O un'altra puntata della serie non tutti i deliri sono antisemiti, ma l'antisemitismo è sempre delirante. E malvagio.

Ugo Volli


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