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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
03.02.2010 Giovanni Sartori, sempre meglio !
IC lo propone primo consigliere di Obama

Testata: Corriere della Sera
Data: 03 febbraio 2010
Pagina: 1
Autore: Giovanni Sartori
Titolo: «Afghanistan, l'inutile mano tesa ai talebani»

Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 03/02/2010, a pag. 1-10, l'articolo di Giovanni Sartori dal titolo " Afghanistan, l'inutile mano tesa ai talebani ". Sartori ha vissuto a lungo negli States, perchè non fa di nuovo una capatina, magari a Washington, e ne dice due a quel grullo di Obama ?


Giovanni Sartori

Lo stesso giorno, il 29 gennaio, nel quale usciva un mio fondo su una soluzione sostenibile (inedita) della guerra in Afghanistan, lo stesso giorno si riunivano a Londra i «cervelloni» che ci sovrastano — rappresentanti di settanta governi, più Onu — per rifriggere tutte le banalità che hanno pensato e gestito negli ultimi decenni. Un giornale riassume la pensata di Londra così: «Mano tesa a chi ripudia la violenza».  Vale a dire, dialogo (come si fa a dimenticarlo?), qualche soldo di aiuti, e recupero dei talebani «buoni», però a due condizioni irrinunciabili: ripudio di Al Qaeda e buon trattamento delle donne (segno che Hillary Clinton era presente). Idee nuove, zero. Probabilità di successo, men che zero. Men che zero anche perché pare che la strategia adottata dai cervelloni di Londra sia stata ispirata dal generale americano Petraeus, a sua volta ispirato dalla sua esperienza in Iraq. Ora, è vero che Petraeus in Iraq non si è districato male; ma il guaio è che tra il caso dell'Iraq e quello dell'Afghanistan non c'è quasi nessuna analogia. Nel contesto mediorientale l'Iraq è uno Stato moderno altamente urbanizzato, che aveva un potente esercito, una burocrazia, e soprattutto di natura laica. Anche se la popolazione è sciita o sunnita, la ferrea dittatura di Saddam non dava nessuno spazio al potere islamico, al potere religioso. Al paragone l'Afghanistan non è nemmeno uno Stato: è una entità di etnie tribali, una entità primitiva di tipo medievale. E forse anche per questo è un osso duro per chi lo tocca. Ha resistito al protettorato degli inglesi, che se ne andarono senza rimpianti nel 1919; ha combattuto e sconfitto con i mujahidin, nel 1988, l'occupazione dell'Unione Sovietica; e dal 1994 è caduto in mano ai talebani (vuol dire, forse a Londra non lo sapevano, «studenti di teologia») formati dalle scuole di indottrinamento estremiste del Pakistan. I talebani sono dunque espressione del più rigido fondamentalismo islamico; e perché tali accolsero Osama Bin Laden, che fece dell'Afghanistan la sua base operativa e di addestramento dei terroristi. Da qui l'intervento degli Stati Uniti e di truppe Nato che sono lì, ahimè, sin dal 2001. È una guerra vincibile? L'altro giorno rispondevo no, nemmeno con rinforzi militari che consentissero l'occupazione del territorio. Un esercito regolare non può combattere contro una micidiale guerriglia invisibile che si mescola con la popolazione civile. Dialogare e comprare i talebani «buoni»? La proposta fa ridere, o piangere. Se ci fossero, sarebbero i primi ad essere ammazzati dai talebani «cattivi». E poi un fanatismo religioso non è mai comprabile né catturabile con la politica del dialogo. Faccio anche presente ai cervelloni di Londra che gli Afghani da salvare dalla miseria non sono quattro gatti: sono oggi, si ritiene, 28 milioni che dovrebbero diventare, secondo i demografi, 45 milioni nel 2025 e 75 milioni nel 2050. E qual è l'unica ricchezza di questi poveracci? E' l'oppio papaverino. Un esercito occidentale occupante non lo può consentire; ma per una fortificazione militare (era la mia proposta) che sorveglia il territorio dall'alto con i droni, questo non sarebbe un problema da affrontare. Ma i cervelloni di Londra non la pensano così. Ammesso che pensino.

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