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Ugo Volli
Cartoline
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Ecco come Hamas impiega i 4 miliardi e mezzo di $ di aiuti umanitari 02/02/2010

Ecco come Hamas impiega i 4 miliardi e mezzo di $ di aiuti umanitari


Hamas

Cari amici, come sapete forse qualche giorno fa è stato ucciso a Dubai un capo terrorista di Hamas, tal Mahamud al Mabhout. Costui era stato fra i fondatori di Hamas,  era un grande amico dell'Italia in particolare della Calabria e della Sardegna, da cui probabilmente aveva importato in Medio Oriente il know how dei sequestri di persona a scopo di estorsione, rapendo per primo negli anni ottanta due soldati israeliani, Ilan Saadon e Avi Saportas, e poi ammazzandoli. E poi si dice che c'è il conflitto di civiltà fra Eurabia e il Mondo Islamico...
Costui "era anche il «cervello» del traffico nella Striscia di Gaza di quantità di armi provenienti dall'Iran, via Yemen, Sudan e deserto del Sinai", come dice De Giovannangeli sull'"Unità": ruolo progressista e importante, che aiuta il commercio internazionale, anche se puzza un po' di capitalismo: ma all'"Unità" non dispiace, date le buone intenzioni con cui è condotto: rimediare all'"ingiustizia" di Israele. Il giornale fondato da Antonio Gramsci, però, come molti altri gongola nella "spy story mediorientale", fra scosse elettriche, iniezioni mortali nel sonno di liquidi destinati a produrre crisi cardiache, torture, microfotografie, passaporti falsi e altre fregnacce, naturalmente attribuite al terribile Mossad, il servizio segreto israeliano, il cui capo appena una settimana fa i giornali egiziani avevano proclamato "Superman".
Colpevolmente poco appassionato di gialli e di "Segretissimo", confesso che non sono particolarmente interessato a chi abbia fatto fuori Mabhout. Può essere il Mossad, posssono essere degli stati arabi cui aveva pestato i piedi, può essere che siano stati i suoi stessi compagni, che amano combattersi, diciamo così, con le maniere forti. Mi interesserebbe di più sapere con chi stava contrattando un carico di armi, proprio a Dubai, di fronte all'Iran, ma anche vicino all'Arabia Saudita; ma questo non lo sapremo mai. Sulla sua sorte non mi commuovo: ogni essere umano è un mondo, dice il Talmud ma il suo era un mondo proprio marcio. Non ho difficoltà etiche a ripetere volentieri il versetto biblico citato dal ministro israeliano Landau, che Hamas ha cercato di coinvolgere nel giallo: "Possano morire così tutti i tuoi nemici, oh Signore!"
Essendo un inguaribile curioso, però, mi interessa un lato marginale della faccenda, cioè il fatto che la "spy story orientale" si sia svolta in quelli che tutti i giornalisti definiscono un "lussuoso" albergo. E lussuoso, negli emirati, vuol dire lussuoso. Bene, ne ho trovato il nome (Al Bustan Rotana), sono andato a cercarmi i prezzi. Sapete quanto può costare in questo periodo una suite al Rotana? Esattamente 691 dollari e 64 centesimi a notte. Non male, vero? Hamas è moralista, non corrotto come Al Fatah. I poveri gazani non hanno di che mangiare, tant'è vero che i turisti dell'occupazione fanno sforzi immensi per portar loro qualche boccone di cibo, almeno così ci raccontano. Ma Mabhout spende 700 dollari a notte per dormire. Quanta gente si nutre per un giorno con 700 dollari in un paese povero come Gaza? Cento persone, duecento? E le armi che doveva comprare, chissà quanto costavano in proporzione: Un milione di dollari? Dieci? Cento? Non lo sapremo mai. Certo abbastanza per nutrire tutta la Striscia. A parte il fatto che se invece di comprare armi e di fare attentati, il loro governo si occupasse di lasciar loro guadagnarsi onestamente il pane, il tenore di vita migliorerebbe subito radicalmente.
Lasciatemi fare un'ipotesi, così, per ottimismo. Magari il plurisequestratore, pluriassassino, capo terrorista, ha avuto un attimo di umanità. E non si è vergognato delle sue vittime, no. Si è fatto schifo per quel che lui con la sua banda di assassini faceva al suo popolo. In un impeto di sincerità con se stesso, ha trovato il modo di non pagare il conto con i soldi di Gaza (o piuttosto con quelli dei contribuenti occidentali che finanziano questi lussi) e si è condannato a morte da sé. Troppo romantico?  Troppa fiducia nella natura umana? Troppa simpatia per il suicidio? Può darsi. Ma non bisogna mai disperare. Può essere che un giorno a qualcuno dei suoi amici capiti ancora, chissà. Magari con l'aiuto  di un servizio segreto dalla sana moralità e dalla "sovrumana" efficienza, chissà. O magari anche da soli. Per pura coscienza.

Ugo Volli


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