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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
30.01.2010 Osama Bin Laden e Noam Chomsky uniti nella lotta
L'articolo di Guido Olimpio

Testata: Corriere della Sera
Data: 30 gennaio 2010
Pagina: 18
Autore: Guido Olimpio
Titolo: «Osama il verde sfida gli Usa sul Clima»

" Osama il verde sfida gli Usa sul Clima ", è il titolo del pezzo di Guido Olimpio sul CORRIERE della SERA di oggi, interessante perchè cita come guru di Bin Laden Noam Chomsky, che non ha bisogno di nessuna qualifica per presentarlo, ci basta dire che piace a Osama, è più che sufficiente. Sarà Naomi Klein la prossima citazione dello sceicco ? Figli di un Dio diverso, ma uniti nella lotta, i nostri Chomsky/Klein.
Ecco l'articolo


a sin.Osama Bin Laden, a destra Noam Chomsky (ma non sarà la Binetti ?)

WASHINGTON — Per la stanca propaganda qaedista tutto va bene per attaccare l’Occidente. E questa volta hanno affidato alla voce di Osama un messaggio che ha messo insieme ecologia ed economia. In un audio affidato alla tv satellitare Al Jazeera, il leader islamista si è trasformato in «verde» convinto. Operazione non inedita perché è da tempo che Bin Laden rincorre a tematiche che paiono scritte per le opinioni pubbliche nemiche. Un pacchetto confezionato forse pensando anche al summit internazionale di Davos.

Se c’è il riscaldamento della Terra e l’ambiente è in rovina — questa l’accusa del leader — la colpa va addossata agli Stati Uniti e ai paesi industrializzati. «Parlare di cambiamenti climatici non è un lusso — ha messo le mani avanti il presunto Osama intuendo i dubbi della platea —. Bensì una questione attuale». Quindi Bin Laden è tornato sulle questioni economiche. Il suo appello questa volta, infatti, non parla di guerra con le bombe ma di azioni per destabilizzare sul piano finanziario gli Usa: «Bisogna evitare di utilizzare il dollaro e tentare di sbarazzarsi di tale valuta il più presto possibile». Come aveva già fatto in passato Osama ha citato lo scrittore Noam Chomsky: «Aveva ragione quando aveva paragonato la politica americana a quella della mafia».

«Allora sembra che noi, gli Stati Uniti, non siamo più il grande Satana ma i grandi inquinatori» il commento ironico del portavoce del Dipartimento di Stato Philip Crowley. L’audio di Bin Laden segue quello diffuso pochi giorni fa con il quale aveva rivendicato il fallito attentato al jet Northwest. Messaggi che gli esperti hanno interpretato come dei tentativi di dire «guardate che ci sono anch’io», segnali per riaffermare l’ispirazione. E, in quest’ottica, anche l’ecologia è utile pur di mantenere alta l’attenzione su un marchio sbiadito. Inoltre permette ai qaedisti di continuare a presentare Osama come un capo politico e non solo sotto la veste di guerriero che minaccia sfracelli. Infine punta ad allargare la base del consenso.

I discorsi da paladino del verde, i riferimenti a scrittori molto noti in Occidente ma sconosciuti ai mujaheddin che combattono, gli accenni — in passato — alla crisi dei mutui negli Stati Uniti sono argomenti davvero lontani dal primo Osama. L’ipotesi di ricercatori statunitensi è che siano farina macinata da Azzam l’americano. Nato in California, cresciuto in una capanna in campagna senza acqua e luce, cultore di ogni tipo di fede o rito, Adam Gadahn — questo il suo vero nome — si è trasferito alla corte dei qaedisti in Pakistan. Dal suo rifugio diffonderebbe messaggi e propaganda su Internet sotto l’etichetta Al Sahab. Non si può escludere che sia lui a preparare i testi tenendo conto di quello che viene scritto e detto in America o in Europa. Un ruolo guardato con sospetto da alcuni simpatizzanti che lo considerano un infiltrato e ricordano le sue origini ebraiche quali fossero una colpa.

Per alcuni analisti è strano che gli ultimi due audio di Osama siano stati affidati ad Al Jazeera e non ad Al Sahab. Ma forse è una circostanza dettata dal caso. La vecchia guardia di Al Qaeda è oggi ridotta ad un pugno di uomini con spazi di manovra limitati e non è certo un’organizzazione con meccanismi perfetti. Il peso della lotta ricade sugli affiliati in Yemen, Algeria, Pakistan o India. Agiscono secondo una loro agenda — regionale — dove non c’è spazio per il rispetto del verde e l’andamento delle Borse.

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