C'è un solo modo per ricordare la Shoah: essere per Israele 29/01/2010
Piccola riflessione sulla giornata della memoria, due giorni dopo. Nell'inflazione delle celebrazioni, per giuste e ben motivate che fossero, sono rimasti gli sfregi. Le scritte fasciste di Militia in Via Cavour e in Via Tasso a Roma, la sparata di Khamenei, il volantino fascista (del Movimento d'Azione Sociale) trovato ieri a Via Veronese a Roma, nel cortile dei Templi. Che cos'hanno in comune questi eventi: semplice, se la prendono con Israele, sostengono che "Il Sionismo è razzismo", che "l'Olocausto è propaganda sionista" (Militia), che "ci vogliono in tutti i modi imporre il loro progetto: ricordare la Shoà per cercare di giustificare e nascondere il vero olocausto: quello Palestinese." (Mas). Militia ha scritto anche "Hamas vincerà" e "Israele boia" E Khamenei, il gran macellaio di Teheran, ha promesso che presto "Israele sarà distrutto". Da loro, naturalmente. Tutti hanno condannato. La Chiesa, la sinistra, le pubbliche autorità di ogni colore. Il manifesto ha titolato "Vergogna nera". L'Unità "La Roma fascista sporca il ricordo dell'Olocausto". Avvenire "La vergogna". Ma a me c'è qualcosa che non torna. Per quanto riguarda la Chiesa, queste schifezze di Militia e C. non hanno lo stesso contenuto delle dichiarazioni di Monsignor Tadeusz Pieronek e Monsignor Babini, di cui vi ho scritto un paio di giorni fa? E non consonano con l'acuta osservazione fatta un anno fa da Monsignor Renato Martino, capo del Pontificio consiglio Giustizia e Pace, secondo cui Gaza è come Auschwitz in grande? E per quanto riguarda la sinistra estrema, non si tratta in sostanza di quanto vanno dicendo da sempre i vari "Manifesto" "Unità", "Liberazione", "Terra" e altri giornalucoli per cui Israele starebbe commettendo crimini di guerra e atrocità a vagonate contro i poveri palestinesi innocenti? Non è quello che strillano i Comunisti Italiani del Piemonte che hanno aderito al boicottaggio di Israele organizzato dagli islamisti? E non è Ahmadinejad abbastanza simpatico per loro, in quanto nemico di Israele, da fare dimenticare le atrocità del regime contro i suoi oppositori? E allora perché si scandalizzano? Come pretendono di essere all'avanguardia dell'antinazismo riguardo agli ebrei morti nella Shoà (pur "diluendoli" con altre categorie, rom, omosessuali ecc.), quando la pensano esattamente come i nazisti di oggi sugli ebrei di oggi, minacciati di un'altra Shoà dall'Iran con la possibile partecipazione dei volonterosi carnefici di tutto il mondo arabo? L'alleanza fra neonazisti e neocomunisti contro Israele e gli ebrei non può certo sorprendere noi. I nazisti si schierarono con i palestinesi, con i musulmani del Caucaso ecc. E soprattutto i palestinesi si schierarono con loro e non hanno mai smesso di tradurre e leggere Mein Kampf. Quelli che secondo gli ultrasinistri dovrebbero fare "rossa" la "Palestina" sono a tutti gli effetti, neonazisti. D'altro canto, l'antisemitismo di Stalin era forse meno ossessivamente ideologico di quello di Hitler; ma sul piano pratico era altrettanto mortale. Chi non ci crede, e coltiva ancora il mito dell'Armata Rossa liberatrice, legga Grossman. I reduci della Rote Armee Faction (la banda terrorista Baader Meinhof, l'equivalente tedesco delle Brigate Rosse, che collaborò apertamente con i palestinesi nel terrorismo degli anni Settanta) oggi hanno preso la tessera dei neonazisti. Conclusione della riflessione: chi oggi porta il lutto per la Shoà di settant'anni fa ma appoggia oggi i tentativi di distruggere Israele nella migliore delle ipotesi è incoerente, incapace di mettere ordine nelle sue idee. Nella peggiore e più probabile, è ipocrita. La prova della memoria è quel che si fa oggi. C'è un solo modo vero per essere oggi contro Hitler, ed è essere per Israele. Tutto il resto è chiacchiera.