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Ugo Volli
Cartoline
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A proposito di avvocati da strapazzo 28/01/2010


Lawfare: Francis A. Boyle, americano, ha denunciato Bush e il suo staff alla Corte Criminale Internazionale

Lasciatelo dire a me che vengo da una famiglia di avvocati. E lasciatemelo dire senza nessuna particolare allusione alla politica italiana (anche se...). Siamo perseguitati da avvocati da strapazzo, giudici ed ex giudici da strapazzo, siamo minacciati da una giuridificazione della vita politica e dell'attività politica degli stati che è pericolosa per la politica, per gli stati, e anche per la giustizia, che a lungo termine rischia di uscirne umiliata e paralizzata.

Perché dico questo? Be', avete tutti sentito parlare della lawfare, la guerra legale che gli amici dei terroristi hanno scatenato contro Israele: il rapporto Goldstone, commissionato da un comitato dell'Onu che è intitolato ai diritti umani ma è dominato da una maggioranza di stati islamisti e dittatoriali, con una presidenza libica e vicepresidenze, se non sbaglio, iraniane e cubane (!); i quasi arresti in Inghilterra di Barak, Livni e qualche alto ufficiale dell'esercito israeliano; numerose altre denunce del genere in Norvegia, Spagna ecc.
 
L'ultima di questa serie di sgradevoli pagliacciate giudiziarie è avvenuta qualche giorno fa in Giordania, dove un deputato ha denunciato in tribunale mezzo governo israeliano, perché compierebbe il reato di mettere a rischio l'integrità della Giordania ipotizzando che potrebbe essere riconosciuta, come in effetti già è, per lo stato dei palestinesi che tutti dicono di voler istituire; in questa maniera si metterebbe fine al disperante tentativo di far assumere all'OLP il senso di responsabilità necessario per costituire e guidare uno Stato, dote che palesemente gli manca. Una politica del governo di un altro stato, una discussione di prospettiva per risolvere la crisi del medio oriente, giusta o sbagliata che sia, che diventa un possibile reato in tribunale... fra un po' mi accuseranno di lesa maestà perché non mi inchino (in Italia) quando sento nominare il sultano del Brunei (o il Gran Macellaio di Teheran)

La base di questa - lo ripeto - pagliacciata, è un principio che sembra molto nobile, quello della legislazione universale in fatto di diritti umani. L'idea è che se io so che Hitler sta organizzando la Shoà, non occorre che vada a denunciarlo in Germania, dove avrei poche chances di essere ascoltato: posso farlo in tutti i paesi che accettano il principio della legislazione universale, anche quelli dove l'accusato non risiede, dove non ha compiuto crimini, anche se non ci sono danneggiati di quel paese. Aggiungeteci che non c'è prescrizione per questo tipo di crimini e che in certi posti, come l'Inghilterra, di fronte a una denuncia del genere il giudice può (o forse addirittura deve) prima ordinare l'arresto e poi indagare. Il culmine di questo sistema è la Corte Criminale Internazionale (ICC) che ha competenza su tutti gli stati che hanno firmato un trattato istitutivo, concluso a Roma nel 1988 e firmato da 110 stati (non da Israele e dagli Usa, chissà perché.

Sembra bello, ma, il risultato è un livello di arbitrio assoluto, che viene sfruttato dai militanti filopalestinesi per mettere in difficoltà Israele. Ma non solo. Per esempio, se qualcuno di voi volesse denunciare Massimo D'Alema (all'epoca primo ministro italiano) o Bill Clinton (all'epoca presidente degli Usa) o Javier Solana (all'epoca segretario della Nato), per le strage di civili provocate dai bombardamenti della Nato partite da Aviano (fra i 1000 e i 5000 civili (cioè forse tre volte tanto tutti i morti di Gaza e dieci volte tanto la vittime civili) secondo le stime che ho trovato su un articolo che già si muove secondo questa logica: http://www.guardian.co.uk/world/2003/aug/14/usa.kosovo ), e magari anche per la proditoria e illegale distruzione dell'ambasciata cinese a Belgrado protetta dall'immunità diplomatica... be' se qualcuno andasse a un giudice di Londra o all'ICC e facesse questa denuncia, ci sarebbe molto da divertirsi. Rischierebbe di ottenere un bel mandato d'arresto. Ma magari certe cose di fanno agli israeliani e non agli italiani...

E quindi voi magari dite: no, non è possibile, non si può fare. Non è vero. Sta incominciando questa ondata, l'estensione del lawfare a tutto l'Occidente. Se io fossi l'onorevole D'Alema mobiliterei i servizi segreti di cui è recentemente diventato controllore capo a spese di Lele Fiano, prima di andare all'estero con la sua bella barca - non si sa mai. Comunque, come io fra i tanti ho spesso sostenuto, Israele è solo l'avanguardia: ma dopo il Piccolo Satana, nel gentile linguaggio degli iraniani, bisogna colpire il Grande Satana. O, come si è espresso un predicatore di Hamas, badate che dopo il sabato viene la domenica.

Ecco, finalmente, il fatto di cui voglio parlarvi. Un certo Professor Francis A. Boyle che insegna diritto internazionale all'University of Illinois College of Law di Champaign, U.S.A. (all'elenco dei persecutori vanno aggiunti i professori di legge, oltre a giudici, avvocati ed ex), ha denunciato all'ICC Bush jr. Cheney, Rumsfield, Condoleezza Rice, insomma tutti i capi dell'amministrazione americana precedente, per aver violato i diritti umani con le extraordinary rendition, l'arresto irrituale e il trasferimento in paesi dove non potessero nuocere (spesso i loro paesi di origine) di un centinaio di pericolosi terroristi.

Vi dice niente questa storia? Ma sì, è la stessa del caso Abu Omar, un tipino per nulla innocuo residente a Milano dalle parti di Viale Jenner e accompagnato in Egitto dalla Cia con la collaborazione dei servizi segreti italiani: l'oggetto di un processo recentemente concluso con un bel pacco di condanne, naturalmente non per il terrorista ma per i tutori dell'ordine troppo zelanti. Il giudice Spataro ha dovuto rinunciare alla condanna del capo del Sismi Pollari, coperto dai governi Berlusconi e Prodi, ma in cambio è riuscito a ottenere  la condanna di un paio di collaboratori e di una dozzina di agenti della Cia. Spero che non mi incrimini per apologia di reato se commento la sentenza con una frase di Brecht: "sfortunato il paese che ha bisogno di eroi", soprattutto se l'eroismo consiste nel prendere delle condanne mentre si sta tutelando la sicurezza pubblica.

Ma, mi dirà qualcuno di voi che mi ha seguito fino a qui, come ha fatto il geniale professor Boyle a denunciare il suo ex presidente e collaboratori, se gli Usa non hanno aderito al trattato ICC? Semplice, applicando il principio della legislazione universale. Dato che alcuni degli atti denunciati si sono svolti in paesi che invece hanno aderito, tanto basta a processare Bush & C. Se qualcuno vuole immergersi nelle delizie dei suoi sofismi, li trova qui: http://www.ucimc.org/content/icc-complaint-filed-against-bush-cheney-et-al-uiuc-prof-francis-boyle-and-lawyers-against-wa .

Un'ultima considerazione prima di chiudere questa cartolona. Sono ebrei i principali responsabili della lawfare contro Israele (Goldstone e anche il suo collega Richard Falk, principale rapporteur per la sullodata commissione per i diritti umani, noto per far parte attiva del gruppetto irriducibile di quelli che pensano che l'11 settembre 2001 sia stato un complotto americano e non un attacco di Al Queida). Sono italiani i magistrati che hanno ottenuto la condanna dei funzionari dei servizi che hanno allontanato dal territorio nazionale Abu Omar. E' americano il professore di diritto che ha denunciato Bush (e fra l'altro minaccia di rifarlo con Obama, sarebbe divertente). Insomma chi colpisce col lawfare sono i connazionali, ancor più delle pretese vittime. Perché non c'è qualcuno, per esempio qualche bravo italiano comunista vecchia maniera, di quelli che hanno sempre appoggiato Milosevic, che denunci D'Alema? O qualche spagnolo che se la prenda con Solana? Potrebbe farlo anche qualche amico di Israele, se avesse lo humour necessario... Sarebbe un vero divertimento.

Ugo Volli


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