Forse mi sono spiegata male: la violenza per me non è leggere quelle particolari pagine, ma leggere il Diario. A nove anni puoi elaborare l'Olocausto? Puoi convivere con la consapevolezza che davvero una ragazzina poco più grande di te sia stata uccisa in un campo di concentramento solo perchè esisteva? Come lo elabori? Come te lo fanno "digerire"? Cosa possono raccontarti su Hitler, sulle SS, sulla nevrosi di massa, sulla mentalità che ha reso possibile una cosa che non riesci a concepire neanche da adulto? A nove anni sei solo una vittima dell'orrore senza ancora la capacità di indagare il modo di evitarlo, di reagire...La gente che da grande odia gli ebrei, odia anche le ragazzine che scrivono i diari che sopravvivono...E' altro che va insegnato ai bambini, ad esempio il rispetto per se stessi e per gli altri, la sacralità della vita dell'individuo al di sopra di qualunque ideologia, la capacità di gestire civilmente lo scontro con l'Altro e di misurarsi in forme non violente...Non credo che sia facile e non so esattamente come si possa raggiungere l'obbiettivo di evitare la possibilità di un Olocausto nel futuro ma sono sicura che leggere Anna Frank a bambini troppo piccoli per capirlo non sia la strada giusta. Credo invece che farlo leggere ai coetanei di Anna Frank sia meglio. Non capiranno l'Olocausto (ma è possibile, anche da adulti, capirlo?) ma capiranno l'importanza di scrivere come forma di sopravvivenza alla violenza. Una piccolissima ma importantissima vittoria per una ragazzina, che grazie a un diario, sopravvive ai suoi carnefici (dei quali non saprei dire i nomi...)
A nove anni non sai ancora scrivere così...
Cordialmente,
Giuliana Barbano
Le domande che lei pone sono leggittime, ma non la riga conclusiva. Anna Frank non aveva nove anni quando scrisse il diario. Ai bambini di quell'eta non si chiede di scrivere, ma di leggere, per poi capire. E' la migliore introduzione alla successiva comprensione del valore della parola rispetto. Non crede ?
Un saluto cordiale,
IC redazione