Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 27/01/2010, a pag. 17, l'articolo di Danilo Taino dal titolo "Berlino, linea dura contro l’Iran. E la Siemens annulla i contratti".
Per quanto riguarda la decisione della Siemens di non firmare " più nuovi contratti con clienti iraniani fino a quando il regime di sanzioni resterà in essere", ci auguriamo che sia vero, ma è difficile crederlo, visto il passato della ditta, dal 1933 leader nel sostegno economico a Hitler durante la sua ascesa al potere in Germania. Ecco l'articolo:


Angela Merkel, Siemens
DAVOS (Svizzera)— Il momento di imporre sanzioni internazionali più dure all'Iran e al suo programma nucleare sembra arrivato. Ieri, mentre la cancelliera tedesca Merkel annunciava la linea dura del suo governo contro il regime guidato da Mahmoud Ahmadinejad, la Siemens ha fatto sapere che non firmerà più nuovi contratti con clienti iraniani fino a quando il regime di sanzioni resterà in essere. La decisione del grande gruppo tedesco è una risposta alle accuse di fare affari lucrosi con Teheran. Ma è anche il segno della determinazione di Angela Merkel a sostenere con i fatti l'obiettivo di fermare il programma nucleare dell'Iran. Ieri, la cancelliera incontrava il presidente di Israele Shimon Peres, in occasione del giorno della memoria. Una settimana dopo avere tenuto a Berlino, per la prima volta in terra tedesca, una riunione congiunta tra il governo della Germania e quello israeliano. La signora Merkel è decisa a rafforzare ulteriormente la relazione speciale tra i due Paesi, strettissima da quando alla guida del governo tedesco c'è lei. Molti la criticano: secondo la scuola diplomatica «realista», così schierata impedirebbe a Berlino e all'intera Europa di svolgere una funzione di mediazione sullo scacchiere mediorientale. Fatto sta che la Merkel delle ultime settimane, sorprendentemente assertiva, oltre ai gesti simbolici ora vuole mostrare a Israele, minacciata più volte dalla retorica di Ahmadinejad, che la sua amicizia è senza se e senza ma. Dopo avere parlato con Peres, ha detto che per l'Iran il tempo della trattativa è praticamente scaduto e che a giorni la comunità internazionale dovrà decidere le sanzioni. «Penso— ha affermato— che febbraio sarà il mese cruciale», quando la Francia assumerà la presidenza del Consiglio di Sicurezza dell’Onu. «Se Cina o Russia o altri Paesi non si allineeranno al Consiglio di Sicurezza, allora un gruppo di Paesi della stessa opinione dovrebbe puntare allo stesso risultato», cioè imporre comunque le sanzioni. Ha poi aggiunto la Germania sta già riducendo i suoi legami economici— tradizionalmente forti — con Teheran. Nel frattempo, l’amministratore delegato della Siemens, Peter Löscher, annunciava di avere deciso di rinunciare a qualsiasi nuovo contratto con clienti iraniani già da ottobre. È un passo non da poco: Siemens fattura in Iran 500 milioni l'anno e, soprattutto, è da tempo vista come un partner importante di Teheran. Tanto che in dicembre alcuni turbocompressori Siemens che avrebbero potuto essere usati nel programma missilistico iraniano sono stati bloccati nel porto di Amburgo e la televisione pubblica Zdf ha accusato la joint-venture Nokia Siemens Network di avere venduto a Teheran impianti di telecomunicazioni in grado di spiare l’Internet e l'opposizione iraniana. Frau Merkel ha anche comunicato che il suo governo manderà in Afghanistan 850 soldati in aggiunta ai 4.300 già presenti.
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