C'è qualcosa di torbido di marcio, di odioso sul fondo della coscienza cattolica, che sta affiorando di nuovo
Tadeusz Pieronek
Cari amici, non che siano fatti miei, perché io, come si dice, appartengo a un'altra parrocchia, ma sapete spiegarmi cosa succede alla Chiesa Cattolica e alla Santa Sede? Gaffes di tutti i tipi, pasticci, confusione... Se il Papa considera importante l'incontro con la Comunità ebraica, deve proprio dichiarare il giorno prima che vuole tanto riconciliarsi con i lefebvriani? Capisco che la beatificazione di Pio XII corrisponda a un programma politico importante e che forse le reazioni ebraiche alla sua "promozione" un mese prima della visita erano messe nel conto (ma ci si poteva muovere con maggiore accortezza); ma perché indicare come interlocutori alla vigilia dell'incontro con l'ebraismo romano proprio quelli che stavano organizzando una "messa riparatoria" contro questa visita?
Capisco anche che la sciagurata posizione filoaraba della Chiesa sia una linea strategica del Vaticano. Ma bisognava proprio dire nei "Lineamenta" del prossimo sinodo dei vescovi del medio oriente (http://www.vatican.va/roman_curia/synod/documents/rc_synod_doc_20091208_lineamenta-mo_it.html , punto 63) la palese sciocchezza che "Causa di questa ostilità ["tra Palestinesi e mondo arabo da un lato, e Stato d´Israele dall´altro"] è l´occupazione da parte d´Israele dei Territori Palestinesi e di qualche territorio libanese e siriano", quando tutti sanno che l'"ostilità" è iniziata un secolo fa, ben prima di qualunque "occupazione", che per esempio c'è stata una guerra nel 47-48, per essere esatti un'aggressione di tutti gli stati arabi al neonato stato di israele, cui non sono mai seguiti trattati di pace, salvo che per l'Egitto e la Giordania. Tralascio i numerosi altri errori di fatto, ma dov'è finita la tradizionale precisione della diplomazia vaticana?
Vengo alla ragione di questa cartolina. Una settimana fa il Papa è venuto alla sinagoga di Roma, ha affermato amicizia e rispetto, si è alzato davanti ai sopravvissuti della Shoà, ha omaggiato la lapide della deportazione. Ieri, in un sito cattolico che si chiama Pontifex, è uscita l'intervista non di un lefebvriano isolato e fanatico come il vescovo Williamson ma di un vescovo polacco perfettamente ortodosso, Monsignor Tadeusz Pieronek che è stato amico di Giovanni Paolo II, segretario della conferenza episcopale polacca, un tipo importante, insomma (http://www.pontifex.roma.it/index.php/interviste/religiosi/3531-pacifici-racconta-barzellette-la-polonia-non-e-antisemita-gli-israeliani-non-rispettano-i-diritti-umani-dei-palestinesi-la-shoa-non-e-solo-ebraica-ma-riguarda-cattolici-e-polacchi-israele-gode-di-buona-stampa-il-potere-economico ). Vi si leggono frasi di questo genere: "Il signor Pacifici [il presidente della comunità ebraica di Roma, che è stato l'interlocutore ufficiale del Papa]? Racconta barzellette e dice cose fuori della realtà: questa storia della Polonia antisemita é falsa, una invenzione" [...] "Nei campi di concentramento é innegabile che la maggior parte dei morti furono ebrei, ma nella lista ci sono zingari polacchi, italiani e cattolici. Dunque non é lecito impossessarsi di quella tragedia per fare della propaganda. La Shoà come tale é una invenzione ebraica, si potrebbe allora parlare con la stessa forza e fissare una giornata della memoria, anche per le tante vittime del comunismo, dei cattolici e cristiani perseguitati e così via. Ma loro, gli ebrei, godono di buona stampa perché hanno potenti mezzi finanziari alle spalle, un enorme potere e l'appoggio incondizionato degli Stati Uniti e questo favorisce una certa arroganza che trovo insopportabile" La Shoà "invenzione ebraica", dice il vescovo: "viene usata come arma di propaganda e per ottenere vantaggi spesso ingiustificati." Quali vantaggi "é innegabile affermare che si commette una colossale ingiustizia nei confronti dei palestinesi che sono trattati come animali e i loro diritti umani sono a dir poco violati. Ma di queste cose, complici le lobbies internazionali, si parla poco. Si faccia una giornata della memoria anche per loro."
Ecco, io non me la sento di commentare questo impasto antisemita, che forse corrisponde benissimo all'anima profonda della Chiesa polacca. L'atto forse più vile in assoluto della distruzione del popolo ebraico nei territori dell'Est europeo non fu condotto dai nazisti, ma da buoni cattolici polacchi, guidati e incoraggiati dal loro vescovo, che il 4 luglio 1946 a Kielce, cittè della Polonia sudorientale fece strage dei pochi sopravissuti dai lager che erano tornati a casa. Se volete conoscere questa storia orribile, leggete il libretto, fin troppo equilibrato scritto da Adam Michnik e intitolato in italiano "Il pogrom" (Bollati Boringhieri).
Sembra che Monsignor Tadeusz Pieronek abbia smentito i termini di questa intervista, forse rendendosi conto di avere un po' esagerato. Ma non ha smentito, a quanto pare, Monsignor Babini, ex vescovo di Grosseto altrettanto ortodosso, che sullo stesso sito (http://www.pontifex.roma.it/index.php/interviste/religiosi/3533-non-dare-la-comunione-a-vendola-e-omosessuali-conclamatiopportuno-scomunicare-i-cattolici-che-si-sposano-civilmente-la-pratica-omosessuale-peccato-gravissimo-resistere-all-islam-religione-violenta-gli-ebrei-non-sono-piu-fratelli-maggiori ) scrive "" l' Osservatore Romano la ha lodata e penso che il Papa abbia fatto bene a visitarla. Ma con la stessa franchezza é arrivato il momento di affermare che gli ebrei non sono più i nostri fratelli maggiori. Meglio, lo sono stati sino all'arrivo di Cristo, poi lo hanno abbandonato e non conosciuto. Loro sono contro la storia e dal Nuovo Testamento in poi hanno scelto di non essere nostri fratelli. Sull'albero dell'ulivo é stato fatto un inserto diverso. La Chiesa é nata da Cristo e non dagli ebrei".
"Gli ebrei sono contro la storia", "non sono nostri fratelli", perché naturalmente "l'hanno scelto loro". Sottinteso: le persecuzioni sono state giuste, peccato non poter continuare. Anche qui non commento, mi sembra inutile e sentirei di sporcarmi le mani a scrivere di questi monsignori.
Vorrei solo ripetere la mia domanda: che succede alla Chiesa? Queste due prese di posizione che sono emerse (chissà quante altre sono sommerse) sono in polemica aperta con un gesto solenne del Papa. Una volta si diceva "Roma locuta, causa soluta"). Oggi evidentemente questo non vale più. Grande è il disordine sotto il cielo. O forse il corpaccione della Chiesa non sopporta questa politica di amicizia con gli ebrei se non con Israele (per capire quanta poca amicizia ci sia nei confronti di Israele, vi consiglio di consultare il commento di oggi di Luigi Geninazzi sull'Avvenire, in cui si scopre che sostanzialmente Al Queida e gli Stati Uniti hanno entrambi ragione a combattere lo stato ebraico, solo che purtroppo Osama esagera a parlare e Obama sta troppo zitto...).
Io comunque, lo dico agli amici cattolici, sono molto preoccupato. C'è qualcosa di torbido di marcio, di odioso sul fondo della coscienza cattolica, che sta affiorando di nuovo. Spero che sia sconfitto, che prevalgano le posizioni di dialogo e di rispetto, ma non ne sono affatto sicuro. Passati sessantacinque anni dalla fine della Shoà, c'è qualcuno, non solo Ahmadinedjad, cui non dispiacerebbe ricominciare.
Ugo Volli