Da: Segre Fast Web>
Data: 25 gennaio 2010 23:12:49 GMT+01:00
Oggetto: per Don Giovanni Nicolini
Leggo solo ora il suo articolo pubblicato su Jesus.
Mi permetta di farle osservare i principali punti sui quali devo dissentire dalle sue parole.
Lei scrive: "Tutto l'impianto industriale della striscia è stato distrutto. E così pure tutti gli uffici pubblici". Credo che sia evidente che lei intenda dire che dopo la guerra di un anno fa questa è la realtà; ma le sue guide avrebbero dovuto dirle che, subito dopo il ritiro degli israeliani, TUTTI GLI IMPIANTI CHE AVEVANO LASCIATO SONO STATI DISTRUTTI, distrutti da loro stessi, anziché essere utilizzati come mezzi di sostentamento.
Scrive successivamente, riprendendo una vulgata oramai troppo comune: "Gaza, la più grande prigione del mondo"; perché, le chiedo, non ha ricordato che Israele ha chiuso tutte le sue frontiere DOPO che gli uomini di Hamas sono andati a rapire in territorio israeliano il soldato Gilad Shalit, impedendo perfino alla Croce Rossa Internazionale di verificare le condizioni di detenzione? le cose, le ricordo, sono strettamente collegate, e non dirlo non serve alla comprensione dei suoi lettori, ma piuttosto al loro inganno.
La città sarebbe poi, a suo dire, "senza rifornimenti essenziali ... senza energia elettrica ... senza medicinali ... senza un soldo". le ricordo le centinaia di camion che ogni giorno vanno a Gaza da Israele, e l'energia elettrica che viene inviata sempre da Israele (se da Gaza non tirano razzi che colpiscano la centrale israeliana). In quale altro conflitto, nella storia dell'umanità, uno stato ha fornito mai al nemico questi beni essenziali, come fa Israele con gli abitanti di Gaza? E, per quanto riguarda i medicinali, si ricorda di quelli inviati negli ospedali di Gaza dopo l'ultima guerra? Ebbene, i palestinesi risposero che ne avevano così tanti che non sapevano neppure dove metterli. Ed infine, per i soldi, pensi a quanti ne ricevono da tutto il mondo occidentale. Dove finiscono, secondo lei? Comunque basterebbero per far vivere nel decoro tutti quanti, se venissero utilizzati come si deve.
Lei ha poi finito il suo articolo parlando dei pochi cristiani presenti; mi permetta solo di ricordarle quanto i palestinesi lasciarono scritto sui muri della Basilica di Betlemme, dove si erano asserragliati: "prima quelli del sabato, poi quelli della domenica". Vede, sono parole molto significative, come lo sono pure quelle scritte nella Costituzione di Hamas. Di nuovo, se lei le cela ai suoi lettori, li inganna.
Saluti
Emanuel Segre Amar