Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 26/01/2010, a pag. 14, l'articolo di Maurizio Molinari dal titolo " McChrystal sciocca Kabul: Aprite il governo ai taleban ".
Stanley McChrystal
«Abbiamo combattuto abbastanza, una soluzione politica è lo sbocco inevitabile». Parola di Stanley McChrystal, comandante delle truppe americane in Afghanistan impegnato a posizionare sul terreno 30 mila militari di rinforzo in vista dell’offensiva che la Nato lancerà in primavera-estate contro i taleban.
La scelta del più alto ufficiale americano in Afghanistan di dirsi a favore della «reintegrazione dei taleban» avviene con un’intervista al britannico «Financial Times» in coincidenza con la conferenza internazionale di Londra che vedrà gli alleati discutere da giovedì la strategia da seguire dopo otto anni si guerra. McChrystal punta proprio a farsi ascoltare dai governi alleati quando dice che «coinvolgere i taleban in una partecipazione al governo» potrebbe «togliere molta energia alle forze della guerriglia».
Solo pochi giorni fa era stato il ministro della Difesa Usa, Robert Gates, ad affermare che «i taleban fanno parte del tessuto politico afghano» durante un viaggio-lampo a Islamabad seguito da insistenti indiscrezioni sul tentativo da parte dei servizi segreti pakistani di spingere i guerriglieri a dialogare con il governo di Hamid Karzai. McChrystal non esclude che eventuali trattative fra Karzai e i taleban possano consentire a questi ultimi di entrare nel governo: «Credo che possa entrare nell’esecutivo chiunque guarda al futuro e non al passato».
La decisione di posticipare a settembre la data delle elezioni parlamentari afghane offre un ampio margine di tempo per verificare la disponibilità alla collaborazione da parte dei «numerosi taleban che non vogliono essere alleati di Al Qaeda». Per incentivare i guerriglieri ad abbandonare le armi i Paesi alleati si accingono a discutere a Londra l’ipotesi di stanziare centinaia di milioni di dollari. Una cifra considerevole tenendo presente che, secondo stime d’intelligence, gli effettivi combattenti taleban non sarebbero più di 7000 uomini. In tale cornice il dispiegamento dei rinforzi ordinati dal presidente americano Barack Obama consentirà, secondo McChrystal, di «creare una situazione di sicurezza nelle regioni del Sud e dell’Est» per spingere i taleban a «considerare l’opzione della riconciliazione».
Un segnale positivo per McChrystal viene dal fatto che i taleban hanno deciso di «minimizzare le vittime» in risposta ad un'analoga decisione dei comandi Usa. Se a ciò si aggiunge che la missione Onu a Kabul auspica di depennare i nomi di alcuni leader taleban dalla lista nera dei terroristi redatta dal Palazzo di Vetro, si delinea la scelta di offrire ai seguaci del Mullah Omar la possibilità di porre fine alla guerra con l’entrata nei ranghi di un nuovo governo, in cambio di ingenti cifre di danaro. Al tempo stesso la Nato preme sul presidente Karzai per portare le forze militari afghane da 100 mila a 172 mila effettivi entro l’ottobre 2011 al fine da poter iniziare a pianificare il passaggio delle consegne della sicurezza nelle regioni meno instabili.
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