Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 25/01/2010, a pag. 12, l'articolo di Dino Messina dal titolo " Non vedo morti fatti dagli Usa per esportare la democrazia ".

Ayaan Hirsi Ali
JAIPUR (India) — Ayaan Hirsi Ali, l'«Infedele», come dice il titolo della sua autobiografia pubblicata nel 2006 da Rizzoli, è arrivata ieri a sorpresa, per ragioni di sicurezza, al Festival letterario di Jaipur. Nessun cenno nei programmi ufficiali, ma la sala dove la scrittrice somala è stata intervistata ci ha messo poco a riempirsi. Perché dovremmo distinguere, chiede una giornalista indiana, tra i morti in nome dell'Islam e quelli in nome della democrazia? Ayaan risponde fredda: «Non vedo morti provocati dall'America in nome della democrazia». Si ferma, poi riprende: «Gli Stati Uniti sono stati attaccati l'11 settembre 2001 e hanno reagito. Quello che vedo piuttosto nella storia recente americana è il continuo aiuto economico ai Paesi più poveri e l'invito alle nazioni islamiche ad adottare la democrazia. Un'idea che proprio non piace all'Islam». La giornalista cerca di replicare, ma Ayaan riprende la parola per smontare «il complesso islamico dell'accerchiamento». L'Islam «non è affatto sotto attacco», sostiene la scrittrice, fuggita in Olanda dopo essere stata costretta a un matrimonio combinato e quindi negli Stati Uniti dopo l'uccisione del regista Theo Van Gogh, al cui ultimo film, «Submission», lei aveva collaborato come sceneggiatrice. Per rendersi conto di questa realtà «che è sotto gli occhi di tutti — sostiene— non bisogna guardare le cose soltanto dal punto di vista occidentale, americano, ma da una prospettiva globale. L'Islam fondamentalista fa vittime anche in Cina e in India; Cina e India oggi subiscono la stessa offensiva che subisce l'America. Voi lo sapete, vero?». Essere stata sottoposta alla violenza dell'infibulazione da bambina, aver dovuto subire nozze combinate dal padre ha portato Ayaan Hirsi Ali sulla via dell'ateismo e di un femminismo altrettanto convinto. Perché, dice la scrittrice che in Italia nel 2008 ha pubblicato un altro libro, «Se Dio non vuole», «nell'Occidente donna e uomo sono uguali prima della legge, nell'Islam no, la donna deve obbedire al Corano e al proprio guardiano, l'uomo».
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