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Il Secolo XIX Rassegna Stampa
24.01.2010 Haiti, dopo 11 giorni un giovane trovato e salvato dall'equipe israeliana
200 interventui chirurghici e 750.ooo persone curate

Testata: Il Secolo XIX
Data: 24 gennaio 2010
Pagina: 5
Autore: La redazione
Titolo: «Haiti, un giovane di 24 anni trovato vivo dopo 11 giorni»

Riprendiamo dal SECOLO XIX , di oggi, 24/01/2010, il pezzo che segue, dal titolo "Haiti, un giovane di 24 anni trovato vivo dopo 11 giorni", grazie agli israeliani che fin dal primo giorno sono presenti con un ospedale da campo che finora ha curato 750.ooo persone ferite ed eseguito 200 interventi chirurghici.


Magen David Adom, lo Scudo Rosso di David, aereo dell'ELAL

Il governo di Haiti aveva già decretato lo stop delle ricerche dei sopravvissuti, ma alcuni team non si sono fermati, continuando a scavare tra le macerie. E così, ieri sera, 11 giorni dopo il sisma, è stato trovato vivo un haitiano di 24 anni, Jean-Pierre Wismond Exantus, che era intrappolato tra le macerie dell’hotel Napoli Inn di Port-au-Prince. Il giovane, impiegato come cassiere all’albergo, ha detto che insieme a lui ci sono altre cinque persone vive, quattro uomini e una donna, sopravvissute grazie al cibo trovato nel supermercato al piano terreno dell’edificio in cui sono rimasti intrappolati. Le ricerche ora proseguiranno. È stato proprio il giovane a richiamare l’attenzione di due saccheggiatori che si aggiravano tra le rovine del supermercato. I due a loro volta hanno allertato alcuni passanti e quindi squadre di soccorso francesi e americane.

Sfinito e disidratato, Emmannuel Buso, studente e sarto, è stato estratto dalle macerie ed è stato subito trasportato nell’ospedale da campo dell’esercito israeliano. I medici lo hanno trovato «relativamente in buona salute». Emmannuel ha raccontato che il terremoto è arrivato mentre lui era sotto la doccia: si è trovato sotto un cumulo di macerie, ma i mobili caduti gli hanno creato attorno una piccola nicchia. Non aveva cibo né acqua e dopo alcuni giorni ha iniziato a bere la sua urina. «Ero stordito. Sognavo mia madre che piangeva. A un certo punto credevo di essere morto». Il team israeliano resterà ad Haiti nonostante lo stop delle ricerche decretato dal governo haitiano. «Se ci diranno di segni di vita, opereremo».

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lettere@ilsecoloxix.it

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