martedi` 26 novembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






Il Foglio Rassegna Stampa
23.01.2010 Iran, per Bani Sadr può esistere una teocrazia buona
Cattivo analista, come lo fu nel '79

Testata: Il Foglio
Data: 23 gennaio 2010
Pagina: 3
Autore: La redazione del Foglio
Titolo: «Bani Sadr, presidente-esule dell'Iran, ci racconta l'onda verde»

L'intervista a Bani Sadr, pubblicata sul FOGLIO di oggi, 23/01/2010, a pag.3, con il titolo "  Bani Sadr, presidente-esule dell'Iran, ci racconta l'onda verde " ci fa capire la situazione che si è venuta a creare in Iran dopo la caduta dello Scià meglio di tante analisi. Bani Sadr dice che " La Rivoluzione nacque dal rifiuto dell’occidentalizzazione imposta dallo Shah e si batté per la restaurazione dei costumi tradizionali in nome del popolo." Di quella rivoluzione Bani Sadr fu partecipe  e quindi correponsabile. La teocrazia dei mullah non poteva portare a nessun altro risultato. Era lo Scià, con la sua modernizzazione, a rappresentare il futuro democratico dell'Iran. Ma Khomeini, preso il potere con l'aiuto della Francia, instaurò la dittatura religiosa. Con questa intervista Bani Sadr dimostra ancora oggi la stessa cecità di allora.
Ecco l'articolo:


Bani Sadr

Roma. Fuggì dal proprio paese travestito da donna per evitare un’epurazione fatale da parte di Khomeini. Abolhassan Bani Sadr è costretto a scontare la condanna più amara per un uomo che ama intensamente il suo paese: l’esilio sotto condanna a morte. Figlio di un eminente ayatollah, Bani Sadr la prima volta che incontrò l’ayatollah Khomeini fu a Najaf, in Iraq, durante l’esilio nella città santa sciita del padre fondatore della Repubblica islamica. Nel 1980 Khomeini lo chiamò alla presidenza dell’Iran dopo la partenza dello Shah. Ma un anno più tardi, isolato contro i mullah, Bani Sadr dovette lasciare e da allora vive in esilio a Parigi, vigilato a vista da uomini armati fino ai denti. E’ stato il primo presidente iraniano eletto dal popolo. Oggi vive in una villa a Versailles. E’ come se la storia iraniana si fosse fermata a quel 1981, quando Bani Sadr fu destituito dal Parlamento. Con lui parlliamo di quanto sta accadendo in Iran. Rivolte, soppressioni, impiccagioni, sparizioni. “In Iran oggi assistiamo a un movimento pluralista che nega legittimità non tanto ad Ahmadinejad, quanto alla Guida suprema Khamenei, chiede sovranità del popolo e democrazia”, spiega l’ex presidente iraniano al Foglio. “Finora l’Iran finiva sotto i riflettori per il dossier sull’atomica, stavolta ad attirare l’attenzione è un intero popolo in lotta per la democrazia e la libertà. Il popolo chiede una rivoluzione democratica, non accetterà piccoli aggiustamenti. La repressione del popolo e della sua libertà trasforma le vittime in martiri. E questo infiamma sempre più la rivolta. L’altra novità, secondo me storica, è la pluralità delle forze di opposizione che sono scese in campo dopo la morte del grande ayatollah Montazeri”. Secondo Bani Sadr, chi protesta vuole liberare l’Iran “dalla dittatura dei mul-parlah e da questa mafia militare-finanziaria al potere. Ahmadinejad rappresenta la mafia militare e i Guardiani della rivoluzione. Trent’anni fa la rivoluzione fu fatta per la democrazia. I mullah hanno approfittato del caos per imporre il dominio. I mullah sono usurpatori, dittatori che hanno sequestrato rivoluzione e democrazia. L’Iran è debole perché ha un’economia basata sulla consumazione, che esporta petrolio e importa servizi”. Secondo l’ex presidente, il regime è diventato nemico dell’islam con la sua ideologia totalitaria e tirannica. “E’ fuori dall’islam. In Iran c’è un totalitarismo incompatibile con la cultura e la religione degli iraniani. L’ayatollah Montazeri rappresentava un islam diverso, che vede come l’uomo come intrinsicamente portatore di diritti umani universali. Montazeri ha avuto due vite. Quella precedente è durata fino alla sua destituzione ordinata da Khomeini. Nella sua seconda vita è diventato un religioso che parla di diritti umani, di libertà, che si oppone alle condanne a morte. Il popolo iraniano rifiuta il discorso dell’islam violento di Khamenei e vuole invece la visione più moderata di Montazeri. Il 1979, l’anno in cui tornammo a Teheran, volevamo una rivoluzione non violenta. Tutto è finito nel sangue, nella dittatura religiosa dei mullah che è in contraddizione con l’islam della libertà”. Bani Sadr torna con il pensiero a quei frenetici giorni di stravolgimento epocale. “La Rivoluzione nacque dal rifiuto dell’occidentalizzazione imposta dallo Shah e si batté per la restaurazione dei costumi tradizionali in nome del popolo. Non si può usare la legge di Dio per uccidere il popolo stesso senza perdere credibilità. Altre volte ho sperato che l’Iran potesse tornare a essere una democrazia. Stavolta è diverso. Sento che il regime ha cominciato a tremare”.

Per inviare al Foglio la propria opinione, cliccare sulla e-mail sottostante.


lettere@ilfoglio.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT