|
|
||
Alcune volte cascano le braccia ascoltando o leggendo le ‘’sparate’’ di certi onorevoli, tanto più se parlano di storia e, qui, nientepocodimeno che di ‘’didattica’’.
A questo proposito le mie opinioni convergono con quelle della redazione di IC ma voglio condividere la mia esperienza personale con i lettori ed in particolar modo con
Mia figlia lesse il libro durante l’estate del 1990, all’età di 8 anni e mezzo. Il muro era caduto da poco ed imperversavano nell’Europa centrale le teste rasate (naziskin, skin heads, ecc), si rividero le prime lapidi profanate nei cimiteri ebraici… Se ne parlava in casa e le parlai di Anna (Frank). Lei la volle ‘conoscere’ ed iniziammo assieme la lettura del Diario, talmente interessante che lei volle leggerlo per conto suo e ‘’dopo’’ parlarne con me, capitolo dopo capitolo, oppure brani in cui la sofferenza, la felicità come l’aspettativa del futuro erano sottese; i rapporti con la madre e con il padre… . I bambini sono perfettamente in grado di arrivare al cuore dei sentimenti laddove c’è un percorso che si fa assieme. Non c’è nessuna violenza far comprendere che oltre le fiabe c’è la vita con i suoi lati belli e quelli brutti. Anche molto brutti. Risultato? Quando andò in Olanda la prima cosa che fece fu quella di visitare la casa di Anna (Frank).
Forse siamo noi adulti che, tendendo a nascondere a noi stessi
la realtà quotidiana e a dimenticare –o sminuire la storia- tendiamo a farlo anche con i nostri figli. Un pò come certa ritualità edulcorata fa nel ricordo della Shoah: tutti a citare Primo Levi con il suo ''Meditate che questo è stato'' ma evitando accuratamente di citare l'altra strofa, quando scrive
<<Vi comando queste parole,
Tina Fronte |
Condividi sui social network: |
|
Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui |