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Disinformazione su Corriere.it 18/01/2010

Copia di lettera inviata al direttore del Corriere della Sera:

Gentile Direttore,
sabato 15 gennaio, alle 10 del mattino (ore locali) il Corpo Medico dell’IDF (l’Esercito Israeliano di Difesa) aveva installato una grande tenda-ospedale già intensamente operativa 4 ore dopo. Tra le dozzine di pazienti subito trattati, ad alcuni giovani sono stati amputati gli arti in cancrena e curate le ferite da macerie. L’equipe si avvale di 121 elementi, comprendenti 40 medici tra cui uno psichiatra, 20 infermiere, 20 paramedici, 20 tra laboratori, tecnici di radiologia e personale direttivo. E’ il secondo team presente in forze dopo quello statunitense ed è in grado di funzionare perfettamente per due settimane. O l’ospedale da campo riceverà nuovi rifornimenti, oppure si trasferirà in locali predisposti. Nell’équipe figurano anche ebrei ortodossi che sono venuti a Haiti rinunciando ad osservare Shabbat. Salvo non radersi, hanno fatto tutto ciò che si è reso necessario per salvare vite. Nel frattempo, i volontari del ZAKA International (l’organizzazione religiosa nota per il recupero pietoso ed osservante di ogni brandello di carne e goccia di sangue delle vittime israeliane del terrorismo palestinese) arrivati prima dal Messico, hanno recuperato vivi, lavorando affannosamente contro il tempo in 38 ore, otto studenti sepolti dalle macerie degli otto piani dell’università di Port-au-Prince. La delegazione di ZAKA è riuscita a trovare un momento per le preghiere di Shabbat rivolta a Gerusalemme. Un’immagine surreale, quella dei volontari nei loro scialli di preghiere di fronte agli edifici crollati con numerosi haitiani seduti sulle macerie che, alla fine delle preghiere, si sono avvicinati alla delegazione e hanno baciato gli scialli da preghiera. Ieri, una donna incinta di otto mesi ha dato alla luce un bambino nell’ospedale da campo israeliano. La madre ha voluto che si chiamasse Israel.

Corriere.it/
La tragedia di Haiti campeggia in evidenza con tanto di articoli e foto, ma Non una foto Né un articolo sul grandioso sforzo che Israele ha organizzato – confermando che è il Paese più esperto nelle emergenze – e sui risultati positivi ottenuti ad oggi. In compenso, ma non è la prima volta che succede sull’edizione online del Corriere, si dà risalto ad una vicenda – ancora tutta da  indagare – che riguarda il ménage casalingo della moglie di Bibi Netanyahu. Che Battistini privilegi  tale lettura a discapito di altre ben più importanti sui quotidiani israeliani (Haiti (i fatti per Israele sono in campo, non i fiumi di parole), Turchia, Iran, Hitzballah, ecc.) e che il responsabile della versione online sia sempre disponibile ad evidenziare solo articoli negativi su Israele e Mai i positivi, conferma il limite fazioso informativo della versione web del Corriere su Israele. Versione che ha più lettori del cartaceo.  

Mi auguro che lei ne prenda nota, perché si tratta proprio di quel modo di fare giornalismo da lei giustamente criticato in più occasioni e nella sua intervista per i tipi de “la scuola” - “l’informazione che cambia”.
Cordialmente,

Danielle Sussmann


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