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Ugo Volli
Cartoline
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Se ci sarà una rottura fra Turchia e Israele la colpa sarà di Ayalon che non sorride abbastanza e dei suoi divani troppo bassi 18/01/2010

 
Daniel Ayalon

Cari amici, per favore non ditemi che al mondo ci sono questioni più importanti, che c'è il terremoto a Haiti, l'atomica iraniana, la crisi economica, la visita del papa, tutte queste cose qui da prima pagina. Sappiate che i benpensanti di tutto il mondo, non solo di Eurabia, ma solo di tutto il mondo, sono stati assai turbati da una faccenda molto molto imbarazzante, una scorrettezza gigantesca fatta da Israele, anzi per lui dal viceministro degli esteri Ayalon. I giornali europei, come al solito pavidi, ne hanno parlato poco, ma voi che siete attenti probabilmente ve ne siete accorti. Israele ha offeso mortalmente, ha terribilmente umiliato l'ambasciatore turco, e con esso la sua nobile nazione. "Non sono mai stato trattato così in vita mia," ha detto l'ambasciatore, e i giornali benpensanti anche loro si sono scatenati in una campagna contro lo sventurato viceministro, accusato di aver violato tutte le regole diplomatiche, di aver rovinato i rapporti con la Turchia (per esempio http://www.haaretz.com/hasen/spages/1142969.html).
Fin qui forse conoscevate il problema, ma sapete i dettagli dell'episodio? Ve li racconto. Dovete sapere che da un anno e più non si contano i giusti interventi della Turchia sulle "atrocità" commesse da Israele a Gaza: dopo aver opportunamente chiesto la sua espulsione dall'Onu e aver giustamente buttato fuori la sua aviazione dalle manovre congiunte con la Nato (che poi si è ritirata, evidentemente sotto pressione dalla lobby ebraica), dopo che il primo ministro Erdogan aver elegantemente rinfacciato a Shimon Peres in pubblico a Davos di essere un assassino di bambini eccetera eccetera, la televisione turca ha iniziato a mettere in onda telefilm in cui i soldati israeliani ammazzano bambini palestinesi, così senza ragione, per puro divertimento, come tutti sanno che capita ogni giorno. Ayalon ha avuto la faccia tosta di invitare l'ambasciatore turco per protestare (che è il solito vizio israeliano di prendersela con la libertà di stampa, l'hanno fatto anche coi poveri svedesi). Fin qui, è chiaro che si trattava di una protesta completamente infondata, ma può capitare. I diplomatici sono reclutati sulla base della loro pazienza, soprattutto quelli delle grandi potenze come la Turchia.
Quel che non si usa invece è il trattamento offensivo ricevuto dall'ambasciatore, un trattamento terribilmente offensivo. Eccolo: l'ambasciatore è stato fatto sedere su un divano più comodo, ma più basso delle sedie su cui stavano il viceministro e i suoi assistenti. Nella sala (appartenente alla Knesset, il parlamento israeliano) c'era solo la bandiera israeliana e non quella turca. Il viceministro, finché ci sono state telecamere e giornalisti fra i piedi, non ha sorriso né stretto la mano all'ambasciatore e lo ha fatto notare ai giornalisti. Terribile, no? Offese mortali? Be' prendetene atto, per favore. Se ci sarà una rottura fra Turchia e Israele, non sarà per la scelta del governo islamista turco di abbandonare l'Occidente e fare un giro di valzer con Iran e Siria. No, la colpa sarà di Ayalon che non sorride abbastanza e dei suoi divani troppo bassi. Così va il mondo

Ugo Volli


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