lunedi` 25 novembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






La Stampa Rassegna Stampa
16.01.2010 Via il diario di Anna Frank dalle scuole
Il commento di Massimo Gramellini

Testata: La Stampa
Data: 16 gennaio 2010
Pagina: 1
Autore: Massimo Gramellini
Titolo: «Il divano di Anna Frank»

La notizia è su tutti i giornali, in genere commentata con critiche miste a stupore. Scegliamo il pezo di Massimo Gramellini sulla STAMPA di oggi, 16/01/2010, in prima pagina, che si fa apprezzare per la concisione, e per le motivazioni addotte. L'uscita del parlamentare leghista Grimoldi ha radici antiche, si chiamano ignoranza, grossolanità, clericalismo, sessuofobia. E qui ci fermiamo, anche se l'elenco potrebbe essere molto più lungo. Escludiamo l'antisemitismo, è vero che non conosciamo l'esimio rappresentante del popolo italiano, che potrebbe anche esserlo. Ci bastano però i giudizi che abbiamo appena espresso. Ecco l'articolo, dal titolo " Il divano di Anna Frank "


Il diario di Anna Frank

Un parlamentare della Lega ha chiesto al ministro Gelmini di scoraggiare la lettura nelle scuole della versione integrale del «Diario di Anna Frank», dato che in una pagina del testo la protagonista «descrive in modo minuzioso e approfondito le proprie parti intime, suscitando inevitabile turbamento». Francamente di quel libro sono sempre state altre cose a turbarmi: per esempio il razzismo, per esempio i nazisti. Certo non la scoperta della propria sessualità da parte di un’adolescente. Ma non voglio farne colpa all’onorevole Grimoldi o ai genitori degli allievi della scuola elementare di Usmate Velate, in provincia di Monza, che gli avrebbero segnalato il gravissimo caso. Sono vittime anch’essi di quella incapacità di cogliere il senso complessivo di un evento o di un’opera, arrestandosi davanti al particolare scabroso o semplicemente irrituale, che chiamerei la sindrome del divano.
Il divano è la normalità, il simbolo di un’esistenza tranquilla da abitare in tinello, dopo avere chiuso la porta a doppia mandata. La tv fa parte dello stesso tinello in cui si trova il divano: la sua volgarità è rassicurante, indigna e spaventa di meno. A indignare e spaventare sono la diversità, l’originalità, l’imprevisto: tutto ciò che distrae dalle certezze sedimentate e perciò va rifiutato e rimosso. Gli occhiali che si indossano davanti al divano assomigliano alle lenti dei microscopi: magari di un capolavoro non afferreranno l’essenza, ma ne coglieranno sempre la riga fuori posto.

Per inviare alla Stampa il proprio commento, cliccare sulla e-mail sottostante.


lettere@lastampa.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT