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Dopo Micromega anche Limes 13/01/2010

Gent. redazione,
volevo chiedere un vostro commento sull'articolo di limes
Gaza:l'eredita' di metalli pesanti di Piombo Fuso di Azzurra Meringolo del 7 gennaio 2010

Dario Sidoti

Gentle lettore, gli articoli di Limes, come quelli di MicroMega e di tanti altri fogli, tutti legati da una sostanziale scelta pregiudiziale contro Israele, vanno presi per quello che sono, pura propaganda. Come gli orologi guastui, che però danno l'ora esatta due volte al giorno, anche lì  troverà qualche brandello di verità, ma totalmente fuori dal contesto che permetterebbe di comprenderla. Per capire quando l'odio possa alterare la verità storica, legga su IC di ieri i dati sull'uso di internet fra i cittadini di Gaza, e poi paragoni a quanto pubblicano fogli come Limes e simili. Non ci risulta infatti che dei riceracatori così solerti si siano interessati al suolo israeliano  e ai residui dei missili kassam che da Gaza colpiscono il territorio israeliano, che poi è la ragione della risposta israeliana a Hamas. Non le sembra una domanda da inviare a Limes ?
Per comodità dei lettori, riprendiamo il testo di Limes che lei ci ha chiesto di commentare.
Un saluto cordiale,
IC redazione

Soffia il vento dal mare di Gaza che, oltre alla salsedine, porta con sé uno
strano pulviscolo. Polvere che finisce per sbattere pericolosamente sulle tende
della popolazione che è ancora accampata nei campi profughi di questa striscia
di terra, traumatizzata dodici mesi fa da Piombo fuso: l'ultima offensiva
israeliana. Un anno può sembrare sufficiente a spazzare via i lasciti di un
attacco rapido e concentrato, ma la realtà mostra il contrario.

I bombardamenti israeliani su Gaza hanno lasciato sul terreno non solo arti
di vittime, pareti di case orfane di tetto, proiettili utilizzati e speranze
irrecuperabili, ma anche forti concentrazioni di metalli tossici che potrebbero
provocare molti problemi tra la popolazione. A denunciarlo è il New Weapons
Research group, Nwrg, una commissione indipendente di scienziati, con sede in
Italia, che studia l'impatto delle armi non convenzionali e i loro effetti.
Lavorando in stretta collaborazione con specialisti e medici locali, il Nwrg ha
analizzato nei dettagli gli effetti dei bombardamenti israeliani che potrebbero
provocare nella popolazione tumori, problemi di fertilità e arrivare ad avere
conseguenze dirette anche sui nuovi nati, che potrebbero essere colpiti da
malformazioni e patologie di origine genetica.

A parlarne a Limes sono la portavoce del Nwrg, Paola Manduca, professoressa
di genetica all'Università di Genova e Maurizio Barbieri, professore associato
di geochimica ambientale presso l'Università la Sapienza, responsabile del
laboratorio nel quale sono state svolte le analisi.

DOMANDA Professoressa Manduca, ci sono settori della società a rischio a
causa dell'elevata concentrazione di metalli tossici che avete rilevato sul
suolo, soprattutto tungsteno, mercurio, cobalto, cadmio, molibdeno ?

MANDUCA Se è vero quello che noi sospettiamo e che, in alcuni casi, abbiamo
provato, i primi a rischiare sono coloro che vivono ancora in tenda. Questi
sono esposti quotidianamente a tutte le polveri del terreno. Non solo le
inalano, ma la pelle dei bambini che giocano per strada finisce per entrare in
contatto con questi elementi, che sono facili da assorbire per via cutanea.
Ancora prima di portare a conseguenze tumorali, l' alluminio, per esempio,
riesce ad attraversare la placenta e può avere effetti addirittura sul feto.
Questo metallo ha un effetto tossico sul sistema nervoso soprattutto se assunto
cronicamente e a basse dosi. E' associato a serie patologie del sistema nervoso
come l' alzheimer.
Chi vive ancora in tenda è quindi seriamente a rischio, a causa della sua
continua esposizione a qualsiasi cosa sia stato depositato sul terreno.

Esiste poi un altro settore particolarmente sensibile a effetti di tipo
immediato: i più giovani. Non solo i feti possono essere soggetti di
alterazioni, ma anche i già nati rischiano qualcosa. Il molibdeno, trovato in
quantità inaspettata nel suolo di Gaza, altera lo sviluppo dell'apparato
genitale dei ragazzi. Nel maschio adulto ha effetti anche sulla spermatogenesi.
Non a caso questi metalli sono scientificamente chiamati metallo-estrogeni
perché in grado di interferire con gli stessi recettori con i quali agiscono
gli ormoni sessuali. Sono sostanze che, anche in concentrazioni minori rispetto
a quelle trovate da noi, hanno potenzialità di alterare diversi meccanismi.

DOMANDA Professor Barbieri, quali potrebbero essere gli effetti diretti sui
cittadini della Striscia?

BARBIERI Gli effetti diretti sarebbero soprattutto di natura cancerogena. Ci
sono alcuni elementi , tungsteno e mercurio, che sono riconosciuti
dall'organizzazione mondiale della sanità come geno tossici e sospetti
teratogeni. Inoltre tutta la popolazione che vive nell'area limitrofa può
subire anche dei danni indiretti, a causa dell'utilizzo di un' acqua e di un
suolo arricchiti in determinati metalli pesanti rilasciati. Utilizzando o
bevendo liquidi che hanno interagito con questi suoli arricchiti, la
popolazione può sviluppare svariate patologie anche respiratorie e
neurologiche. C'è poi il rischio dell'insorgenza di malattie genetiche, ma
queste saranno visibili solo nei prossimi anni.

DOMANDA Durante l'offensiva Piombo Fuso dello scorso gennaio, una bomba al
fosforo bianco è scoppiata nelle vicinanze dell'ospedale Al Wafa. Professor
Barbieri quali sono le conseguenze del''esplosione di un ordigno di questo
genere? Si possono utilizzare armi di tale natura in aree ad alta
concentrazione abitativa?

BARBIERI Le bombe al fosforo bianco hanno una peculiarità: esplodono in aria
prima di arrivare al suolo. E' come se ci trovassimo davanti a un liquido
sparato da uno spray che precipita a terra e si deposita. Questo provoca un
effetto di ricaduta di elementi pericolosi. Tutto ciò che entra in contatto con
il suolo ne rimane quindi impregnato. Di conseguenza si innescano una serie di
problematiche. Anche le piogge, per esempio, dilavano questo materiale e ne
arricchiscono la faglia idrica. Immaginatevi questa situazione nella Striscia
di Gaza, dove esistono già enormi disagi di approvvigionamento idrico, causati
da un'interfaccia di acqua salmastra. Se a ciò sommiamo problemi di
contaminazione di questo tipo, il contesto diventa davvero pericoloso dal punto
di vista ambientale.
Secondo me non si possono usare armi di questo tipo in occasioni tali. Mi
sembra una cosa allucinante proprio perché, esplodendo prima di arrivare al
suolo, l' effetto spray prolunga l'effetto ambientale negli anni. L'esplosione
della bomba non crea solo delle vittime sul momento, ma il suo effetto si
procrastina nel tempo.

DOMANDA Negli scorsi mesi si è acceso un vivo dibattito sul rapporto di
Richard Goldstone, già procuratore capo dei tribunali internazionali dell'Onu
per l'ex-Jugoslavia e per il Ruanda.
In questo si raccomandava al Consiglio di sicurezza dell'Onu di chiedere a
Israele di aprire inchieste indipendenti e conformi agli standard
internazionali sui possibili crimini commessi dalle sue truppe e di nominare un
comitato di esperti di diritti umani che sovrintenda alle indagini. Il governo
di Tel Aviv ha subito criticato il rapporto definendolo fazioso. Alla luce del
vostro studio, professoressa Manduca, quale è il suo giudizio sui risultati
raggiunti da questo resoconto?

MANDUCA Sicuramente tale rapporto non è fazioso, ma racconta in maniera
abbastanza chiara quello che è successo. Purtroppo, analizzando i dati di
fatto, si vede che qualcosa di troppo è stato utilizzato e fatto contro la
popolazione. Dal punto di vista umano e civile aprire almeno una discussione in
merito sarebbe necessario. Il fatto che Israele non voglia neanche seguire le
raccomandazioni accennate da questo rapporto conferma il rifiuto israeliano di
seguire le linee dettate dalle Nazioni Unite.


DOMANDA Quale è il livello di allarme attuale? Come si potrebbe intervenire
per limitare le conseguenze sulle persone?

BARBIERI La prima cosa che si potrebbe fare è reperire ulteriore materiale da
studiare, ma già questo primo passo sarà difficilissimo. Noi stessi per
realizzare il nostro studio abbiamo incontrato notevoli difficoltà per riuscire
a ottenere campioni di suolo o parti di proiettili da studiare in laboratorio.
Tutto questo però potrebbe aiutarci a delimitare le zone di contaminazione per
realizzare uno studio ambientale serio. Nel momento in cui si identificano
queste regioni, si potrebbe intervenire limitando l'accesso della popolazione a
queste aree. Si dovrebbe vietare ai cittadini di utilizzare l'acqua che
proviene da pozzi contaminati. Bisognerebbe fare un censimento di risorse
idriche per capire quali sono state le zone dove non sono state utilizzate
bombe che hanno potuto rilasciare elementi tossici o nocivi. Uno screening
ambientale sarebbe un monitoraggio fondamentale per delimitare le aree
contaminate da quelle non contaminate. In seguito poi servirebbero ulteriori
studi per capire se anche le acque non direttamente contaminate potrebbero
venire a contatto.

MANDUCA Dopo aver realizzato degli studi pilota per confermare la
contaminazione in atto, bisognerebbe intervenire direttamente sulle persone,
spostando per esempio gli abitanti dei campi profughi dalle tende dove sono
attualmente sistemati.
Bisogna capire il peso della contaminazione sulle persone e intervenire
direttamente nelle situazioni più critiche, allontanando immediatamente le
persone dalle fonti di inquinamento più vicine, prima di tutto il terreno sul
quale dormono..


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