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Battistini non sa cos'è il "muro" 13/01/2010
------Messaggio inoltrato
Da: Segre Fast Web
Data: Tue, 12 Jan 2010 18:36:00 +0100
A: "lettere@corriere.it" <lettere@corriere.it>
Conversazione: Per Francesco Battistini - cc Ferruccio de Bortoli
Oggetto: Per Francesco Battistini - cc Ferruccio de Bortoli

Buonasera.
Dopo aver letto il suo articolo pubblicato sul Corriere di oggi, mi viene da
chiederle se lei ed io visitiamo lo stesso paese quando ci rechiamo in
Israele.
Rinuncio infatti a discutere sulle interpretazioni dei fatti, per le quali
posso riconoscere il diritto ad una certa soggettività. Ma i fatti sono
indiscutibili, e mi chiedo come lei possa deformarli con tanta pericolosa
(per l'informazione corretta da lei dovuta al suo lettore) facilità. E tale
deformazione dei fatti provoca poi un'interpretazione che non potrà quindi
che essere falsa.
Inizia infatti con lo scrivere: "Dopo la rete ormai arrugginita che corre a
Est e da più di quarant¹anni tiene lontana la Giordania": è vero che da più
di quaranta anni vi è questa rete, che io vidi per la prima volta nel 1972.
E tuttavia già allora non "teneva affatto lontana la Giordania"; a parte il
fatto che essa non ha impedito che Israele e Giordania firmassero il
trattato di pace tuttora esistente (vuol dire tenerla lontana, questa
firma?), le ricordo che perfino durante la guerra del Kippur la frontiera
rimase aperta ai palestinesi che transitavano con regolarità per poi salire
fino a Gerusalemme (ne sono stato testimone oculare).
Scrive poi: "dopo il filo spinato del Nord, con le torrette spaventate dal
Golan e dal Libano": vogliamo andare insieme lungo tutti i confini col
Libano e con la Siria a cercare queste "torrette spaventate"? A parte che
non capisco come un oggetto possa essere spaventato, semplicemente non
esistono, e lei, dopo tanto vivere in quei territori, non può non
saperlo.Non vi è proprio nulla di spaventato né di spaventoso, in un confine
chiuso come tanti nel mondo.
Ma ben peggiore è quanto lei scrive subito dopo: "il serpentone di cemento
che chiude quasi tutta la Cisgiordania"; vede signor Battistini: lei non può
deformare così la realtà. Lei scrive per il Corriere, non per un giornale di
partito, ed il lettore del primo quotidiano del paese ha il diritto di
essere informato correttamente. NON ESISTE NESSUN SERPENTONE DI CEMENTO CHE
CHIUDE QUASI TUTTA LA CISGIORDANIA. Lei infatti sa benissimo che questo
serpentone di cemento si trova solo in pochi delle centinaia di chilometri
delle sua estensione (meno del 4%). Per il resto è una barriera elettronica
che serve ad impedire le infiltrazioni che tanto sangue hanno causato ai
cittadini di Israele prima che venisse eretta.
La realtà non è quella che lei descrive. I bambini di Israele non hanno
affatto nel cervello "le immagini delle barriere nei lager", come scrive per
colpire con grandi parole chi non conosce la realtà, ma piuttosto le angosce
di quando non potevano neppure andare a scuola coi loro fratelli per paura
che un attentato distruggesse l'intera famiglia. Questa è la realtà, che lei
Battistini conosce benissimo, ma che nasconde. Perché la nasconde?
Questo vorrei sapere da lei.
Distinti saluti
Emanuel Segre Amar

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