Rallegrati di queste cose al crepuscolo Hugh Nissenson
Traduzione di Natalia Stabilini
Cargo Euro 17,50
Artie e Johanna Rubin sono un’anziana coppia ebrea ricca (lui è autore di libri illustrati che hanno come soggetto il mito, lei una promotrice finanziaria di successo) nella New York del 2001: la vicenda comincia un mese prima dell’evento che cambierà la storia. Non credono nella religione anche se non frequentano altro che membri della comunità ebraica; la loro adorata unica figlia, Lesile, è incinta del primo discendente diretto; l’avvocato di Artie, Adam, sta combattendo contro il cancro, e fuma marijuana per tenere sotto controllo il dolore; il figlio Adam è gay e sta per convolare a nozze pubbliche col suo compagno; Artie è impastoiato con la stesura del suo libro su Odino e i miti norreni; Sutton, amico di Lesile, lavora con la sua ex fidanzata e il nuovo compagno di lei (che è anche il loro capo) al 102° piano della Torre Ovest. Tutto si svolge come in una commedia che ha per sfondo l’Upper class newyorchese: cene a casa dei Rubin, sterili discussioni sul conflitto israelo-palestinese puntualmente concluse con grevi riferimenti all’Olocausto, molto alcol e tanti ansiolitici, le e-mail che sostituiscono le telefonate di circostanza, l’amore sessuale nella terza età…fino a che Johanna non comincia ad avvertire problemi di salute, all’inizio faccende di normale amministrazione e poi, di colpo, un infarto devastante. Nel frattempo, gli aerei si sono schiantati contro le Torri, qualcuno dei personaggi non ce l’ha fatta, qualcuno è impazzito proprio perché si è salvato, qualcuno è appeso a un filo. Artie Rubin riconsidera la propria capacità di accogliere Dio nella sua vita, prega per la consorte e usa l’Altissimo come confidente per le sue angosce. Crede e non crede, prega perché ricorda come si fa, più che altro spera. Intanto lavora al libro su Odino come gli riesce, e la sua vita privata, i suoi sentimenti si fondono con le leggende di un altro popolo, in un altro tempo: forse perché si accorge che anche il suo presente è già (triste?) mito. Hugh Nissenson, classe 1933, scrittore americano da noi pressoché sconosciuto ma da lungo tempo acclamato in patria, ci regala un ritratto a tinte forti di un ceto sociale e della sua epoca, riflette sulla morte attraverso ogni personaggio, canta l’amore senile con una tale partecipazione da renderlo più intrigante di qualunque altro tipo di amore, ripercorre quattro dei mesi più bui della storia umana e affonda la penna in un finale straziante eppure liberatorio, luminoso, indimenticabile. “Rallegrati di queste cose al crepuscolo” (titolo che l’editore italiano preferisce all’originale The days of Awe, “I giorni del timore reverenziale”) è il verso di una poesia recitata da Odino che chiosa il testo tradotto da Natalia Stabilini per Cargo: magnifico libro colpevolmente ignorato dai grandi editori di qui.
Cristian Frascella
Tuttolibri – La Stampa