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Sicurezza negli aeroporti: l'esempio di Israele 10/01/2010

questa e-mail è stata inviata al Corriere della Sera dopo mla pubblicazione dell'articolo di Pierluigi Battista:

Caro Dr. Battista,

Dopo aver letto il suo intervento sul Corriere della Sera dal titolo -
PRIVACY E SICUREZZA: L’ipocrisia di chi contesta il body scanner -
cercando di cogliere il reale contributo della tecnologia dei body scanner ai raggi X alla sicurezza dei passeggeri, mi sono posto la seguente domanda: ˝ é piu facile trovare una potenziale arma utilizzabile per dirottare, far precipitare o distruggere un aereo, o invece identificare un terrorista islamico che si accinga ad impiegare una di queste armi?˝ I
l suo articolo depone a favore della ricerca, con mezzi tecnologici sempre piú sofisticati, della potenziale arma del delitto, piuttosto che dell´assassino, per cosí dire. Non sarebbe forse piú efficace, meno costoso, e meno umiliante per la stragrande maggioranza delle persone, concentrarsi sulla ricerca dell´assassino?
Immaginiamo che la polizia sia sulle tracce di una nuova tipologia di criminale, non il terrorista islamico, bensí il ˝ pedofilo seriale mascherato˝, reo di abusi tra i bambini di Roma. Non disponendo di risorse infinite, gli investigatori probabilmente, invece di limitarsi a passare in rassegna i computer di tutti gli abitanti della capitale alla ricerca di foto compromettenti, costruirebbero, anche con l´aiuto degli psicologi criminali, un profilo del nuovo criminale, quindi concentrerebbero l´attenzione sugli adulti con precedenti di abusi sessuali verso minori in libertá, su quelli che per ragioni professionali entrano in contatto con bambini di frequente, quali insegnanti, preti, allenatori sportivi etc etc. riducendo cosí la lista dei sospetti.
Quando si tratta della relativamente nuova tipologia di criminale definita come ˝ l´estremista islamico aspirante suicida˝, l´enfasi da parte delle autoritá sembra essere la ricerca dell´arma mediante soluzioni tecnologiche avanzate, e non del criminale, a dispetto dei continui fallimenti di questa strategia, e nonostante il fatto che questo approccio stia spingendo verso tentativi di soluzione che rasentano l´assurdo e rischiano di ledere gravemente la dignitá personale di tutti i passeggeri.
Infatti, alla luce della storia dei tentati attacchi terroristici agli aerei, caratterizzati da strategie sempre diverse, prima l´esplosivo nelle scarpe, poi quello in forma liquida etc. etc., é chiaro che i terroristi sono costantemente un passo avanti a noi, e non mancano della creativitá ed immaginazione necessarie a mantenere il vantaggio della sorpresa.
La prossima volta invece di nascondere l´esplosivo nelle mutande, utilizzeranno supposte di esplosivo, o magari candelotti di dinamite al posto degli assorbenti. A quel punto, quale dovrebbe essere la risposta delle autoritá? installare delle macchine per la TAC o Risonanza Magnetica ed offrire una scansione completa a tutti i passeggeri a costi insostenibili, anche per la salute, e con tempi di attesa proibitivi?
E cosa ne direbbe dell´idea di reclutare personale sanitario incaricato di palpare i passeggeri con l´accuratezza dei preliminari di un rapporto sessuale, e di ispezionare le loro cavitá corporee, anche quelle dei bambini? Poiché esiste una vasta gamma di armi potenziali: esplosivi di varia natura, ma anche armi improprie, per esempio bottiglie rotte, acquistate nei duty-free oltre i controlli di sicurezza, o carte di credito dal bordo affilato, e soprattutto un gran numero di nascondigli difficilmente accessibili, non sarebbe piú facile concentrarsi sull´identificazione del terrorista islamico invece?
Questo approccio ˝ rivoluzionario˝ potrebbe anche offrire il vantaggio aggiunto di facilitare la scoperta in futuro di piloti votati alla causa della Jihad prima che possano rievocare le gesta dei terroristi dell´11 Settembre, 2001.
Perché enfatizzare allora la ricerca dell´arma del delitto, piuttosto che quella dell´assassino? La risposta la fornisce lei con il suo eufemismo: ˝ un farabutto che nasconde l´esplosivo nelle mutande˝, quando allude al responsabile degli attacchi. A meno che lei, in vena di scherzare, non voglia descrivere il colpevole come un farabutto solo per aver scelto di nascondere l´esplosivo proprio in un luogo cosí inaccessibile ai controlli di sicurezza di routine, lei sta dimenticando i fatti.
Non si tratta di un comune deliquente, bensí di un estremista islamico che, in nome di Allah, ha cercato di massacrare 300 infedeli cristiani in uno dei giorni di festa piu´importanti per i cristiani, il giorno di Natale.
Cercare l´assassino, invece che l´arma del delitto, richiederebbe ricostruirne il profilo, in questo caso, ˝ l´estremista islamico aspirante suicida˝, e l´adesione alla fede islamica ne costituirebbe un connotato essenziale.
Questo approccio imporrebbe dunque di fare i conti con la realtá, riconoscere l´esistenza di un nemico acerrimo, subdolo, determinato, organizzato, e soprattutto, motivato dalla propria religione, un guerriero di Allah in guerra contro gli infedeli, nascosto tra una minoranza dei passeggeri, quelli musulmani, ma la realtá oggi non é politicamente corretta, forse neppure per i giornalisti.
L´esistenza di guerrieri islamici decisi a conquistare il mondo, proprio come i Nazisti durante la II Guerra Mondiale, é un fatto evidente per chi abbia il coraggio di ascoltare le parole degli estremisti islamici e di osservare la singolare coerenza delle loro azioni con i proclami.
Eppure, mentre dopo l´invasione della Polonia nessuno dubito´ le intenzioni di Hitler, e dopo Pearl Harbor gli Americani capirono di essere stati coinvolti, loro malgrado, nello stesso conflitto che infiammava l´Europa, molti oggi in occidente ignorano di essere i bersagli di una guerra per il dominio del mondo. Che a noi possa apparire incomprensibile il massacro di innocenti per ragioni religiose, e una pazzia anacronistica la Guerra Santa agli infedeli secoli dopo la fine del Medio Evo, non significa che questo valga anche per i fondamentalisti islamici.
Per costoro, la religione non é solo il Grande Occhio, ma anche la Grande Bocca, che ti suggerisce quale mano usare quando espleti le funzioni fisiologiche nell´intimitá del tuo bagno, e la Grande Mano che scaglia la pietra o impugna il coltello per sgozzarti se sei un omosessuale, una donna, un cristiano, un ebreo, un diverso che aspira alle piú basilari libertá umane, religiose, e civili, di cui noi godiamo pienamente, ma lei allude, dando l´impressione di voler sputare nel piatto in cui mangia, che siano minacciate dalla societá e dalle istituzioni.
L´ Islam radicale controlla ogni attimo della vita, fin dalla nascita, soffocando ogni e qualunque libertá di scelta, trasforma gli esseri umani in automi, in macchine per uccidere e conquistare, pronti a tagliare la gola ai propri figli, figuriamoci ad un infedele, piú efficienti persino dei cattivi per antonomasia, i Nazisti.
Come sapremmo, se avessimo il coraggio di ascoltare le parole degli estremisti islamici, e di osservare le loro azioni, invece di proiettare schemi mentali e culturali occidentali su una cultura totalmente aliena, forse nella speranza di esorcizzare la paura, l´Islam radicale ha dichiarato una guerra senza quartiere a ciascuno di noi, alle nostre mogli, ai nostri figli, ai nostri amici. Ci sono ragioni che lasciano ben sperare: lo Stato di Israele ha dovuto affrontare la questione della sicurezza negli aeroporti e la minaccia di attentati terroristici prima degli USA e dell’Europa, ed è riuscito a risolvere il problema con successo indiscutibile, come documenta l‘assenza di attentati sugli aerei da circa 30 anni.
Come ho sperimentato di persona nel corso di un recente viaggio in Israele, al mio ritorno in partenza dall’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv, non ho dovuto sottopormi, e non ho assistito ad alcuna forma di scansione dei passeggeri ai raggi X, di apparenti esami della prostata, e con mia grande sorpresa, ed estremo sollievo di tutti, non ho dovuto rimuovere le scarpe! Mi sono state poste invece alcune semplici domande, che, a quanto pare, costituiscono una delle chiavi dell’altissimo standard di sicurezza dei servizi aeroportuali israeliani... Ora le domande, come nei classici interrogatori alla base delle investigazioni delle forze dell’ordine, sono parte integrante di una strategia, basata sul profilo del potenziale terrorista islamico, che enfatizza la ricerca dell’assassino, piuttosto che dell’arma del delitto...
Cordiali saluti, Andrea Tedesco


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