mercoledi` 04 dicembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






L'Opinione Rassegna Stampa
08.01.2010 Israele pronto a difendersi da Hezbollah
La Siria si schiera con il Libano. Cronaca di Michael Sfaradi

Testata: L'Opinione
Data: 08 gennaio 2010
Pagina: 9
Autore: Michael Sfaradi
Titolo: «La Siria minaccia una reazione militare in difesa di Hezbollah»

Riportiamo dall'OPINIONE di oggi, 08/01/2010, l'articolo di Michael Sfaradi dal titolo " La Siria minaccia una reazione militare in difesa di Hezbollah ".


Il dittatore siriano al Assad e Hezbollah

Nella mattinata di ieri fonti politiche siriane vicine al presidente Assad hanno rivelato al giornale Al Watar edito nel Qatar, che se Hezbollah venisse attaccata da Israele la Siria non rimarrebbe a guardare; in quanto la sicurezza e la stabilità del Libano sono strettamente collegate a quelle siriane e qualsiasi operazione militare contro il Libano sarebbe un attacco diretto alla sovranità nazionale siriana. Ma non è tutto, il giornale qatarino, infatti, nel suo articolo, fa notare che a Damasco si seguono con preoccupazione sia le manovre militari che l’esercito israeliano porta avanti, da diversi giorni, sulle alture del Golan; sia allo spostamento di truppe a ridosso dei confini fra Israele ed il Libano. Sempre secondo i generali siriani è probabile che Israele si stia preparando ad un’azione che interesserà il Libano del Sud che avrebbe come obiettivo la distruzione completa della milizia sciita Hezbollah. Questo scenario, sempre secondo lo stato maggiore dell’esercito siriano, è un messaggio doppio indirizzato sia a Damasco che a Beirut, che va ad aggiungersi ad un vero e proprio ultimatum arrivato dagli Stati Uniti: se l’esercito libanese non disarmerà completamente Hezbollah, Israele potrebbe decidere una nuova invasione del paese dei cedri. Tutto questo gran parlare da parte siriana, può avere diverse chiavi di lettura. Innanzitutto non sembra proprio che il governo libanese voglia liberarsi o disarmare Nasrallah e i suoi, al contrario, poco più di un mese fa l’esecutivo di Saad Hariri, di cui fanno parte anche diversi ministri di Hezbollah, ha deciso, annullando di fatto la risoluzione Onu 1701, di lasciare alla milizia sciita le armi in suo possesso per permetterle la difesa del Libano da ogni eventuale attacco. Questa decisione, che in Occidente è passata quasi inosservata, è invece di un’enorme gravità e può provocare un “terremoto” improvviso nella regione. La risoluzione Onu 1701 per il cessate il fuoco prevedeva, fra l’altro, il disarmo di Hezbollah che doveva consegnare le armi in suo possesso o all’esercito libanese o alle truppe Unifil dislocate in zona. La decisione presa a Beirut ha azzerato il tutto rendendo inutile la presenza delle truppe europee sotto bandiera dell’Unifil e potrebbe riaccendere in ogni momento le ostilità fra le parti. Anche se è improbabile che Israele, attualmente impegnata sul fronte del nucleare iraniano, apra per prima delle ostilità, rimane che la decisione presa a Beirut è di per sé un “casus belli” che va ad aggiungere benzina al fuoco che cova sotto la cenere mediorientale. Gerusalemme si è spesso lamentata dell’impotenza dell’esercito libanese e della miopia delle truppe Unifil che hanno permesso ad Hezbollah di riempire i loro magazzini con migliaia di missili fabbricati dallo sponsor iraniano, ed è per questo che lo Stato ebraico, visto che la risoluzione non è stata né rispettata né fatta rispettare, vuole sbarazzarsi di questa imbarazzante spina nel fianco. Resta da capire se lo farà prima o dopo aver risolto, insieme al resto del mondo, l’altra e più importante questione del nucleare iraniano. In ogni modo, a parte le minacce, alla Siria converrebbe, nel caso di riapertura delle ostilità, mantenere le distanze di sicurezza, perché al contrario rischierebbe di uscirne con le ossa rotte e perdere, questa volta definitivamente, quelle poche residue speranze di poter un giorno rientrare in possesso delle alture del Golan.

Per inviare il proprio parere all'Opinione, cliccare sull'e-mail sottostante


diaconale@opinione.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT