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sono profondamente amico di Israele, e apprezzo molto gli articoli che postate, ma pur sapendo che quello che scrivo farà arrabbiare qualcuno penso che con gli amici bisogna essere sinceri e quindi non posso non commentare l'articolo di Angelo Pezzana sullo scambio di territori. Pezzana scrive che israele non ha anesso cisgiordania e gaza, e si è limitato alla semplice amministrazione. questo è vero solo in parte. è vero infatti che l'annessione non c'è stata, ma è altrettanto vero che nei decenni israele ha tentato in tutti i modi di modificare la composizione etnica di quei territori (riusciendoci in piccola parte) al fine di annettersi quante più porzioni di cisgiordania possibile, ma solo una volta che fossero abitati da cittadini israeliani. questa pratica è assolutamente contraria alla legalità internazionale ma soprattutto è pericolosissima per israele poichè impedisce di fatto una pace con i palestinesi e una normalizzazione dei rapporti con gli arabi, cosa che in prospettiva è essenziale alla sopravvivenza dello stato ebraico, visto che questo secolo sarà (e già è) quello in cui declina la potenza americana (amica di israele) e emerge l'asia (amica degli arabi). il risultato è che se non si arriva a una pace nei prossimi 10 anni (e con la politica della colonizzazione questo è impossibile) il rischio più che concreto è quello di un'israele solissima affiancata da grandi stati armati fino ai denti, in guerra con il piccolo stato ebraico e con le superpotenze amiche di questi ultimi e non di israele. 40 anni fa, quando le colonie sono iniziate a sorgere, non si aveva idea di come sarebbe evoluta la situazione internazionale, oggi però sappiamo come stanno le cose, e ignorare volutamente la realtà è un lusso che israele non si può permettere. un paio di decenni fa i palestinesi potevano essere convinti, per mancanza di scelte, ad accettare un accordo di pace che prevedesse la rinuncia a importanti fette della west bank, dove gli israeliani avevano costruito le loro colonie, ma ora sanno benissimo che il tempo gioca a loro favore, quindi non accetteranno mai una pace sulla base dei confini disegnati da israele con le colonie. e se i palestinesi rimangono in guerra con israele il mondo arabo farà altrettanto, e questo in prospettiva significa che israele rinuncia a fare la pace con paesi che oggi non sono un pericolo micidiale, ma che domani lo saranno di sicuro. come dice Pezzana con egitto e giordania si è subito arrivati a pace e collaborazione (nonostante la questione palestinese non fosse risolta) e questo perchè israele ha ceduto i territori conquistati, da allora da parte dell'egitto non c'è stato più nessun attacco. se avesse fatto lo stesso con la cisgiordania oggi con ogni probabilità il rapporto tra israeliani e palestinesi e tra israeliani e arabi in genere sarebbe uguale a quello con l'egitto, anzi, sarebbe migliore, visto che i governanti egiziani devono tenere conto dell'ostilità della popolazione contro israele per via dell'occupazione e della guerra, non ci fossero state queste due cose i rapporti con l'egitto sarebbero ancora migliori. tutto questo discorso è per far capire che la situazione mondiale è già mutata e continua a mutare velocemente, e una pace con i palestinesi è oggi un bisogno assolutamente improrogabile per la sopravvivenza dello stato ebraico. non capirlo significa condannare israele a sparire e coloro che non lo fanno presente agli israeliani non sono interessati realmente alla sopravvivenza dello stato ebraico. Risponde Angelo Pezzana Come vede i problemi sono tanti, difficilmente riconducibili a soluzioni fin troppo facili. lei sarà pure un grande amico di Israele, non se la prenda se le ricordo il vecchio adagio " con amici così, chi ha più bisogno di nemici ". |
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