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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
02.01.2010 Frattini - Chamberlain e la sua ricetta per l'Iran
Sanzioni, ma non troppo dure e niente opzione militare

Testata: Corriere della Sera
Data: 02 gennaio 2010
Pagina: 9
Autore: Luigi Offeddu - Andrea Garibaldi
Titolo: «Eurodeputati in Iran. Protesta il Congresso Usa - Frattini: 'Sbagliato chiudere ogni porta'»

Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 02/01/2010, a pag. 9, l'articolo di Luigi Offeddu dal titolo " Eurodeputati in Iran. Protesta il Congresso Usa " e l'intervista di Andrea Garibaldi a Franco Frattini dal titolo " Frattini: 'Sbagliato chiudere ogni porta' ".

Ci chiediamo se al posto di Frattini ci fosse D'Alema in che cosa differirebbe il loro comportamento.


Massimo D'Alema a braccetto con Hezbollah.

Ecco i due articoli:

Andrea Garibaldi - " Frattini: 'Sbagliato chiudere ogni porta' "

ROMA - Sull'Iran, dice il ministro degli Esteri Franco Frattini, «l' Italia chiede una presenza europea: finora l'Europa non sempre è stata all'altezza delle aspettative». Da oggi è la Spagna alla guida della Ue e l'Italia chiede un messaggio europeo comune, un monitoraggio europeo continuo su Teheran: «Dobbiamo dare il senso dell'unità politica». L'Europa, secondo il ministro, deve battersi per il rispetto dei diritti umani fondamentali: «Ma senza chiudere ogni porta, poiché l'Iran è attore fondamentale per la crisi afghana, per quella mediorientale e nella delicatissima questione dell’escalation nucleare».  

Quindi, ministro, come deve parlare la voce europea?

«Dobbiamo dire che in Iran sono in gioco libertà fondamentali. Ci arrivano via internet le immagini della repressione ai danni dei giovani iraniani, delle aggressioni dei pasdaran in motocicletta. Ecco, con la globalizzazione tecnologica, noi pretendiamo la globalizzazione dei diritti. Non interferiamo negli assetti politici di quel Paese. Ma non voltiamo la testa».

L'Europa può chiedere al governo iraniano di aprire un dialogo con gli oppositori?

«Tutte le parti devono riconoscere la dinamica democratica, basata sul pacifico dialogo. L'anelito di libertà di chi sta rischiando la vita va raccolto».

Moussavi ha detto : " Sono pronto a morire "

 « Conosco Moussavi, so che dice sul serio. Io credo che il regime iraniano non possa affrontare a lungo un isolamento internazionale sempre più ampio. Devono comprendere che noi non siamo il Grande Satana occidentale intento a rivoltare un Paese sovrano».

L'Iran è un interlocutore decisivo in molti scenari.

« L'Iran si è detto pronto a collaborare  per la stabilizzazione dell'Afghanistan. E a combattere i traffici di droga che passanoanche attraverso il suo confine orientale, nella zona dove operano i soldati italiani. L'Iran è decisivo in Medio Oriente per i rapporti a Gaza con Hamas, Hezbollah in Libano e con la Siria. L'Iran minaccia Israele e anche molti paesi arabi con il possibile armamento nucleare. Dobbiamo muoverci affinchè l'Iran abbia una influenza positiva, perchè sia una potenza non temuta, ma rispettata.

In che modo?

 «L'Iran ha diritto di essere un grande attore nella sua regione. Ha diritto di essere una potenza nucleare civile, non militare. Ma deve avviarsi verso una riconciliazione nazionale, perché quando un regime spara sul suo popolo, tocca il suo momento più basso».

Sul tavolo ci sono anche nuove sanzioni?

«Dovranno essere deliberate sotto l'ombrello Onu. Bisogna però evitare sanzioni che provochino l'orgoglio nazionale iraniano, che portino a un possibile ricompattamento del regime con l'opposizione».

Quali sanzioni, dunque?

«Sono allo studio la limitazione della vendita dei prodotti della raffinazione del petrolio, come la benzina. O la limitazione dei viaggi di chi è coinvolto nella repressione. Il Consiglio di sicurezza dell'Onu dovrebbe discuterne entro fine gennaio. L’Italia, primo partner commerciale dell'Iran in Europa, ha già congelato tutte le nuove iniziative economiche. Molte delle relazioni dell'Iran con il mondo stanno cambiando».

Per esempio?

«Resta forte il sostegno della Cina, ma l'appoggio russo è più tenue. La Russia non ha onorato il contratto per fornire all'Iran i missili "S 300". L'India, principale fornitore di raffinati dal petrolio, ha ridotto il flusso. Stati Uniti ed Europa tengono consultazioni permanenti sulla crisi iraniana con Arabia Saudita, Emirati Arabi, Turchia. Ha senso rifiutare ancora la nostra mano tesa ? ».

Ancora mano tesa?

«Ancora per poco. Ma la mano offerta da Obama è stata un'opzione corretta. Grazie ad essa l'opposizione ha potuto "denudare" il regime. Chi governa a Teheran è logorato dalla repressione messa in atto. Per loro l'unica uscita è il dialogo. Devono offrire a chi lotta una via d'uscita dignitosa ».

Dopo le sanzioni, se non dovessero funzionare che cosa resta?

« Potremo accettare ogni cosa, meno un'azione armata contro l'Iran. Solo pensarlo innescherebbe una catastrofe globale. Escludiamo opzioni militari anche a fronte di una guerra civile ».

Una delegazione del parlamento Europeo sta per andare in Iran. Alcuni membri del Congresso Usa hanno sostenuto che il momento non è appropriato.

« Credo, invece, che quella visita sia opportuna. Sono favorevole ad ogni incontro interparlamentare. Inviterei subito a Montecitorio la commissione esteri del parlamento iraniano  ».

In Italia sull'Iran c'è unanimità fra maggioranza e opposizione?

« Di sicuro c'è una politica condivisa fra maggioranza e il Pd,  maggior partito all'opposizione. Anche l'Udc è d'accordo e spero ci sia convergenza dal aprte dell'Idv ».

Luigi Offeddu - " Eurodeputati in Iran. Protesta il Congresso Usa "

BRUXELLES – L’appello già comparso su Facebook non usa finezze diplomatiche: «Basta stringere le mani ai dittatori! Fermiamo la delegazione dell’Europarlamento che recandosi in Iran legittimerà i satrapi e gli oppressori! Questo è un altro schiaffo in faccia a quegli iraniani che sono in prigione o rischiano la pelle per le strade».

Ma tant’è: la visita in Iran della delegazione parlamentare che dal 2004 cura i rapporti fra Strasburgo e il Paese islamico, è stata confermata per il 7 gennaio. Durerà 4 giorni, comprenderà 11 dei 33 membri abitualmente presenti nel gruppo (che include anche 4 italiani: Sergio Cofferati, Marco Scurria, Salvatore Tatarella e Pino Arlacchi come membro sostituto). E’ la seconda missione dal 2007 a oggi, si prevedono incontri con parlamentari, intellettuali, studenti. Ma poiché stavolta il viaggio avviene con il sangue che scorre nelle piazze dell’Iran, e proprio nei giorni in cui scade il periodo fissato da Barack Obama per l’avvio dei negoziati sul programma nucleare di Teheran, l’iniziativa è contestata da molti. E già ha portato a una sorta di scontro a distanza fra i due massimi Parlamenti occidentali, sulle sponde opposte dell’Atlantico: « Questo viaggio può mandare il messaggio sbagliato al governo iraniano», scrivono infatti 15 deputati americani - democratici e repubblicani - firmatari di una lettera spedita al presidente dell’Europarlamento Jerzy Buzek, e ripresa dal Wall Street Journal. I deputati aggiungono che l’iniziativa può «minare gli sforzi internazionali per la fine del programma nucleare», e terminano indirizzando a Buzek una richiesta dai termini quasi perentori: «La invitiamo con forza a non autorizzare la visita».

L’Europarlamento è chiuso per le vacanze di fine d’anno, così non vi è stata finora una risposta formale di Buzek. Ma nel frattempo, al posto suo, ha ribattuto agli americani con toni altrettanto secchi l’eurodeputata tedesca Barbara Lochbihler, dei Verdi, presidente della stessa Delegazione per l’Iran: «Certo la situazione è sempre più tesa, il governo continua a eludere dei negoziati seri e trasparenti sul programma nucleare, ed è lunga la lista delle violazioni dei diritti umani. Ma non cancellerò la visita, perché molti difensori dei diritti umani e credibili rappresentanti della società iraniana ci chiedono di andare».

Nei documenti ufficiali della Delegazione, è spiegato che i contatti avuti in questi anni con l’Iran hanno avuto successo, e che «il dialogo sui diritti umani è stato inserito anch'esso all'ordine del giorno, con particolare riferimento alla pena di morte, ai diritti delle donne, alla libertà di stampa e di opinione. Gli incontri interparlamentari offrono inoltre l'opportunità di intrattenere contatti stretti con il governo e la società civile».

I contestatori tumultuanti su Facebook additano però altre cifre: l’Europa è per l’Iran la prima partner commerciale al mondo, con scambi per 25,4 miliardi di dollari compiuti solo nel 2008. E con 3 Paesi in testa alla classifica del business: Italia, Francia, Germania.

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