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Informazione Corretta Rassegna Stampa
01.01.2010 Riflessioni su Israele nel lontano 1968
di Erich Hoffer, sul Los Angeles Times

Testata: Informazione Corretta
Data: 01 gennaio 2010
Pagina: 1
Autore: Erich Hoffer
Titolo: «La condizione particolare di Israele»

PAROLE SCRITTE NEL 1968, sul LOS ANGELES TIMES del 26 maggio, da Erich Hoffer. 


Erich Hoffer     Menorah davanti alla Knesset

Chi era Eric Hoffer? un filosofo e un giornalista, non era ebreo. Nacque nel 1902 e morì nel 1983, dopo aver scritto nove libri ad aver vinto la medaglia della libertà del Presidente. Il suo primo libro, The True Believer, pubblicato nel 1951, è considerato un classico.

Ed ecco il suo articolo, pubblicato nel 1968, sembra scritto ieri, tanto è ancora attuale. Lo riproponiamo ai nostri lettori, nel primo giorno del 2010, con gli auguri della redazione di Informazione Corretta.
(traduzione di Emanuel Segre Amar)

La condizione particolare di Israele, di Eric Hoffer (Los Angeles Times, 26/5/1968)

Gli ebrei sono un popolo particolare: le cose permesse agli altri popoli sono proibite agli ebrei.
 
Altre nazioni deportano migliaia, se non milioni di persone, è non vi è alcun problema di rifugiati. Lo hanno fatto la Russia, la Polonia e la Cecoslovacchia. La Turchia ha cacciato un milione di Greci, e l’Algeria un milione di Francesi.

L’Indonesia ha cacciato Dio sa quanti Cinesi, ma nessuno dice una sola parola su questi rifugiati. Ma nel caso di Israele, gli Arabi  sono diventati dei rifugiati in eterno. Ognuno insiste che Israele deve riprenderli indietro fino all’ultimo.

Arnold Toynbee considera lo spostamento degli Arabi una atrocità maggiore di quelle commesse dai nazisti. Altre nazioni, dopo la vittoria sul campo di battaglia, dettano le condizioni della pace. Ma se è Israele a vincere, questa ragola non vale, viene  chiamato in giudizio anche se ha vinto.

Ciascuno si aspetta che gli ebrei siano gli unici autentici cristiani al mondo. Le altre nazioni, se sono sconfitte, sopravvivono e si riprendono, ma se mai Israele fosse sconfitto, sarebbe poi distrutto. Se Nasser avesse vinto nel giugno scorso (1967), avrebbe cancellato Israele dalla carta geografica, e nessuno avrebbe mosso un dito per salvare gli ebrei.

Nessun impegno nei confronti degli ebrei, da parte di nessun governo, compreso il nostro, vale più della carta sul quale sta scritto. Vi sono urla violente che si alzano nel mondo intero se la gente muore in Vietnam. Ma quando Hitler ha massacrato gli ebrei nessuno si è messo a fare delle dimostrazioni contro di lui.

Gli Svedesi, tanto pronti a minacciare di rompere le relazioni diplomatiche con l’America per quello che noi facciamo in Vietnam, non hanno mosso un dito quando Hitler massacrava gli ebrei.  Mandarono a Hitler minerale di ferro e cuscinetti a sfere, e misero a disposizione delle sue truppe i treni per la Norvegia.

Gli ebrei sono soli in questo mondo. Se Israele sopravvive lo deve soltanto agli sforzi degli ebrei;e alle loro risorse. In effetti in questo momento Israele è il nostro unico, incondizionato alleato. Noi possiamo contare su Israele più di quanto Israele possa fare affidamento su di noi. Ed immaginiamoci che cosa sarebbe successo la scorsa estate (1967) se gli arabi, sostenuti dai Russi, avessero vinto la guerra; dobbiamo capire quanto la sopravvivenza di Israele sia di vitale importanze per l’America, e per tutto quanto l’Occidente.

Io ho una premonizione che non mi abbandonerà più; quello che sarà il destino di Israele, sarà pure il destino di tutti noi. Se Israele dovesse finire, l’Olocausto cadrà su noi tutti.

E’ stupefacente quanto queste parole di Eric Hoffer nell'ormai lontano 1968 siano ancora attuali ai giorni nostri.


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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