Per un colpo di fortuna e per il coraggio di un passeggero (rigorosamente in quest’ordine) il 26 dicembre è fallito il tentativo di far saltare l’aereo di linea Delta Airlines Amsterdam – Detroit, che nelle intenzioni del terrorista avrebbe dovuto precipitare in prossimità dell’arrivo perché la strage avvenisse proprio sul territorio degli Stati Uniti, il “Grande Satana” nella fantasia del terrorismo islamico. Il mancato attentatore è risultato essere un giovane nigeriano collegato, pare, con la grande rete di Al Qaeda che lo avrebbe arruolato, pare ancora, a Londra durante i suoi studi d’ingegneria, e addestrato nello Yemen. Che la Gran Bretagna sia diventata il ricetto di un importante centro terroristico che si richiama all’Islam lo si deve probabilmente a causa di una politica di assai poco britannica paura nei confronti dell’altissimo numero di islamici presenti nel paese. Un paese assai diverso da quello cui settanta anni fa il Premier Winston Churchill non aveva temuto di promettere “sudore, lacrime e sangue” per sconfiggere il mostro nazista. Oggi l’United Kingdom preferisce accarezzare i suoi almeno potenziali nemici offrendo loro più che una mano tesa contro Israele e contro gli ebrei. Una sorta di epidemia di viltà, inattesa nel popolo che dai “signorini” di Oxford e Cambridge aveva tratto, contrariamente ai frettolosi convincimenti di Hitler, il vigore, il coraggio e la virtù necessari per affrontare e battere la Germania nazista. Oggi forse anche i nipoti di quei “signorini” preferiscono il quieto vivere e certamente non sono pronti a “morire per Danzica”: il loro modello è Chamberlain, di sicuro non Churchill. Forse però “vivere contro Danzica” pare davvero eccessivo e vergognoso. La paurosa avventura vissuta dagli occupanti l’Airbus 330, fortunatamente conclusa senza altri danni che qualche interminabile minuto di terrore, ci fornisce altre considerazioni. I buchi nella rete di sicurezza degli aeroporti sono risultati evidenti. Un passeggero già segnalato dal suo stesso padre tra i possibili terroristi, esplosivi nascosti all’interno di un pantalone e un preservativo pieno di un liquido-innesco con tanto di siringa per iniettarlo al momento opportuno nell’esplosivo fissato alla gamba: come ha potuto il ventitreenne nigeriano passare tranquillamente attraverso tre valichi aeroportuali, in Nigeria, ad Amsterdam, a Londra? Chiunque di noi che abbia viaggiato in aereo sa bene, per esperienza personale, quanto accurate siano le ispezioni ai valichi, come per andare negli USA ci si debba togliere, oltre a vari indumenti, anche le scarpe, come al passaggio del metal-detector si venga perquisiti mentre un rilevatore è passato su tutto il corpo, come i nostri passaporti siano sottoposti a controlli e confronti. Ci si chiede allora: come ha potuto un individuo sospetto e “catalogato”, passare tutti i controlli con la dinamite addosso? Sarebbe urgente ricevere una risposta. La seconda considerazione è che probabilmente contro gli assassini-suicidi (molto impropriamente chiamati kamikaze) non sia possibile una difesa assoluta, mentre “assoluta” è l’arma di cui dispongono i terroristi fanatizzati: lo sprezzo della vita altrui e della propria, lo sprezzo di sé stessi. Chi è disposto a diventare una bomba umana troverà il modo di avvicinarsi al suo obiettivo. Lo si è visto qui da noi, in scala molto ridotta, pochi giorni prima di Natale quando qualcuno è riuscito a scagliare un oggetto che ha colpito il Presidente del Consiglio o quando a Natale una donna ha scavalcato la fragile barriera che la divideva dal passaggio del Papa; facendolo cadere. Nulla di tragico per fortuna. In un caso e nell’altro, i due “bersagli” sono stati colpiti, per così dire (con qualche spiacevole danno per Berlusconi) senza conseguenze serie per la loro incolumità che non siano quelle attinenti ai sistemi di sicurezza. Infine, la considerazione più importante è un interrogativo: che cosa succede quando una religione - quale essa sia – diventa legge dello Stato, come ne è di molti paesi musulmani? Quando uno Stato diventa “etico”? Quando governano i rappresentanti di una verità assoluta, della Verità, della loro Verità? Nel rispetto assoluto di ogni religione e di ogni credenza, è difficile pensare che i testi sacri possano diventare articoli di legge di un paese civile senza ledere i seguaci di altre religioni o i non credenti, egualmente degni di rispetto. Non moltissimi secoli fa non frequentare la chiesa, mangiare carne di venerdì e altro erano reati punibili con la prigione. L’Inquisizione spagnola con i suoi roghi per eretici e “marrani”, la strage degli Ugonotti in Francia, i processi contro le “streghe” un po’ in tutta Europa, sono pagine di storia, ma a quei tempi erano cronaca. Spinoza fu scomunicato (altro non potevano fargli i suoi accusatori perché non ne avevano il potere) perché aveva una visione dell’ebraismo diversa da quella dell’establishment. L’adulterio era un reato che da noi colpiva con la prigione le donne (con gli uomini si era molto più indulgenti) fino a non molti decenni fa. E si trattava di una “proibizione” di antica origine religiosa. Oggi per molte grandi religioni vale il principio di “libera Chiesa in libero Stato” (o quasi), e non si accendono più roghi, non si espellono i fedeli di altre religioni, gli articoli di fede possono tranquillamente essere definiti frutto di miti e di leggende, cioè la base di ogni religione. Ma là dove un crocifisso al collo può costare processo e pena, dove chi professa una fede diversa lo fa clandestinamente a suo rischio, dove chi “contradice il Senato” è impiccato, dove la guerra agli “infedeli” è Guerra Santa, dove chi muore uccidendoli saltando in aria insieme a loro pensa che le porte del paradiso gli vengano aperte, dove le madri ostentano orgoglio quando il figlio adolescente si fa esplodere in un mercato, una fermata d’autobus o un aereo, dove insomma la legge religiosa in ogni sua interpretazione di comodo è l’unica legge, là dove lo Stato è etico, là, in questo inizio del terzo millennio, è la spada di Damocle su tutte le nostre teste scettiche e disincantate.