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Bisogna fermare l'Iran 23/12/2009

Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli

" Bisogna fermare l'Iran "


Fermarlo, prima che sia troppo tardi

Cari amici,
in questi giorni ci siamo tutti interrogati sulla visita del Papa alla sinagoga di Roma, credo, ci siamo indignati per il furto del simbolo di Auschwitz, abbiamo vissuto contrastanti emozioni sulla scelta se pagare o no il sanguinoso riscatto che Hamas pretende per lasciare andare Gilad Shalit. Sono tutti temi importanti, su cui pensare e prendere posizione. Ma dobbiamo fare attenzione a non trascurare la cosa più importante oggi. Che non sono i rapporti con i palestinesi, non è il ricordo della Shoà, non sono neppure i tradimenti di Eurabia nei confronti di se stessa.
La cosa più importante è l'Iran. La testa del serpente di Hezbollah e Hamas è l'Iran. La minaccia di morte viene dall'Iran. Sono dieci anni che va avanti il balletto dell'Occidente con il programma nucleare iraniano, la minaccia di sanzioni che di rado sono impartite e non sono mai decisive. Qualcuno ha calcolato che un singolo bombardamento nel 2004 sul solo sito nucleare che allora era in esercizio avrebbe bloccato il programma atomico iraniano, come Israele è riuscito a fare con l'Iraq e la Siria. Gli americani non vollero, come non hanno lasciato (Bush prima di Obama) agire Israele negli ultimi due anni.
Ma dove ha portato la pazienza? A cosa sono servite le letterine tenere che Obama ha continuato a mandare alla "Guida suprema", ayatollah Ali Khamenei, ben oltre la svolta sanguinosa del regime contro i suoi cittadini? Ha risparmiato una sola delle 74 frustate (e nove anni di carcere, in pratica una condanna a morte) che una corte islamica ha inflitto la settimana scorsa a Said Leylaz, un economista che negli ultimi anni ha duramente criticato la politica del presidente Mahmud Ahmadinejad? Ha fermato una sola delle migliaia di centrifughe che instancabilmente raffinano l'uranio per farne esplosivo atomico?
 Fra una settimana scade l'ennesimo ultimatum dei paesi occidentali all'Iran, perché abbandoni il suo programma nucleare. Credo che il primo risalga al 2002. E intanto il tempo passa, la Bomba si avvicina, l'aggressività del regime iraniano aumenta all'interno e all'esterno, i sofisticati piani per "engage" l'Iran e i suoi alleati si rivelano "wishful thinking", favole per bambini, sogni senza realtà. Tutti rinviano una soluzione di forza che è indispensabile da molti anni. Come il primo ministro inglese Chamebrlain nel '38, l'Occidente ha l'illusione di comprare tempo, di essere riuscito felicemente a rinviare il conflitto. E invece il tempo non lo compriamo ma lo vendiamo ai nemici dell'umanità che ne hanno bisogno per costruire le loro armi.
 Questo è il problema, non lasciamoci distrarre. Come Catone con Cartagine, ripetiamo sempre in ogni occasione, su ogni problema, su Pio XII e sul furto di Auschwitz, su Shalit e su Abu Mazen, sulla Sharia in Inghilterra e sui minareti in Svizzera, su qualunque cosa: "su questo la penso così, ma soprattutto penso che bisogna fermare l'Iran".

Ugo Volli  


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