Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli
" Venerabile? Virtù eroiche? Fate un po' voi. "
Pio XII
Cari amici,
dovete perdonarmi, io devo essere un pochino anarchico, trovo buffi i gradi nell'esercito e in polizia, figuriamoci fra i morti. Ma c'è chi ci tiene. Spiega Wikipedia che "Venerabile è un titolo che la Chiesa cattolica conferisce, post mortem, a persone che ritiene si siano distinte per "la santità di vita" o "l'eroicità delle virtù", e per le quali ha avviato il processo di Beatificazione. Dopo una prima fase, in cui si riconosce il titolo di servo di Dio alla persona in esame, da parte del vescovo della diocesi a cui apparteneva l'esaminato, in una fase successiva del processo il titolo di "venerabile" è attribuito dal Papa. Il "venerabile", una volta tale, potrà procedere verso la beatificazione e la successiva santificazione dopo il riconoscimento e l'ufficializzazione da parte della Congregazione delle Cause dei Santi di almeno un miracolo, di qualsiasi genere, realizzato grazie alle azioni del candidato in questione." Insomma, per citare sempre Wikipedia, vi sono delle "Fasi di canonizzazione nella Chiesa Cattolica Apostolica Romana" e cioè "Servo di Dio → Venerabile → Beato → Santo." .Un po' come "ricercatore -> professore associato -> professore ordinario" nell'università o "sottotenente -> tenenente - > capitano -> maggiore –> tenente colonnello" eccetera nell'esercito. Capisco che il sistema sia funzionale, ho anche partecipato con successo a questa corsa (quella per diventare ordinario, non generale di corpo d'armata o santo). Ma non riesco a non pensare che sia un po' buffo e a chiedermi che succede se lassù in Cielo non si è d'accordo o magari si preferirebbe un altro candidato. Siamo sicuri che quando i "Venerabili" diventano "Beati" la promozione vale anche sul campo, cioè in Paradiso? Mah, scusatemi, da bambino non ho fatto il catechismo, appartengo, diciamo, a un'altra parrocchia e quindi la smetto.
Il fatto è che c'è una ragione per scherzare. Sapete di chi sto parlando, no? Non di Licio Gelli, a quel che ne so in vita, servo solo di se stesso e tuttavia "venerabile" anche lui. No, la nuova promozione di papa Ratzinger è andata al suo predecessore Pacelli: dal primo al secondo grado della classifica. Dato che questo papa non è tanto fortunato, o i suoi assistenti non sono tanto accorti, è successo che la annunciasse il giorno dopo del furto dell'insegna di Auschwitz (un po' come l'accordo con i lefebvriani era avvenuta subito dopo l'intervista negazionista del vescovo Williamson). Certo, la religione non è cosa di questo mondo e segue i suoi tempi, ma forse qualcuno che legge i titoli dei giornali in Vaticano dovrebbero assumerlo, non è difficile, ormai con Internet la consultazione è anche gratis...
E lo ha fatto pure un paio di settimane prima di andare a fare visita alla sinagoga di Roma, forse senza pensare che si sarebbe trovato di fronte i parenti e i discendenti di quei 1024 ebrei romani che furono deportati il 16 ottobre 1943 (tornarono in 16), degli almeno 57 ebrei uccisi alle Fosse Ardeatine, di tutti gli altri torturati, deportati, ammazzati quasi sotto le sue finestre, senza che il neo-Venerabile trovasse il modo di esprimere un sia pur flebile dissenso. Diciamo che anche in questo caso la mancanza di senso dell'opportunità è così grande da far pensare alla provocazione.
Diciamo una cosa chiara: a noi ebrei non importa niente di chi i cristiani decidano di "venerare", "adorare", "innalzare sugli altari" e così via. E' chiaro che sono cose loro. Io non venererò mai papa Pacelli, ma se è per quello, non lo faccio neanche con personaggi di ben altra grandezza, per esempio con San Francesco. Appartengo a un popolo che ha dimenticato apposta il luogo della sepoltura di Mosé per non incorre nel rischio di farne culto, figuriamoci se mi impressiono perché il papa dichiara un essere umano è venerabile, cioè gli si può "fare onore con riverente ed amorosa osservanza, imitando negli atti la persona", come recita il dizionario etimologico di Ottorino Painigiani.
Il punto è un altro: i titoli religiosi sono anche affermazioni civili. Se vogliamo credere a Wikipedia, facendo Venerabile l'ex Papa, Ratzinger sta dicendo che Pio XII possedeva "virtù eroiche". Virtù viene da una parola latina che vuol dire coraggio, l'eroismo sappiamo cos'è. Be', raccontatemi che quel papa era prudente, che ha agito con saggezza, che ha più o meno tacitamente autorizzato tanti preti e cattolici a prendersi loro sì dei rischi eroici per salvare le vite degli ebrei. Ma eroicamente coraggioso lui no.
Non aveva soldati, certo, era circondato dai nazisti, certo; ma poteva parlare, ricevere la comunità ebraica, scendere fra i deportati che attesero due giorni i treni per Auschwitz al portico d'Ottavia, poche centinaia di metri dal vaticano. Dichiarassero venerabili il vicepresidente del Parlamento Bulgaro, Peshev, e il ministro degli Interni, Grabowsky, che il 22 febbraio del '43, in una Sofia piena di soldati tedeschi ricevettero gli ebrei minacciati di deportazione e la impedirono; o i danesi, già invasi dai nazisti, che a partire dal Re Cristiano X, il quale indossò la stella gialla al braccio, riuscirono a nascondere, salvare, fare emigrare i loro concittadini ebrei... Dicessero venerabile quel Cristiano – allora sì che il segnale civile sarebbe giusto. Quello religioso non so, visto che si tratta di ortodossi e protestanti. Ma come vi ho detto, non mi importa questo aspetto.
Il fatto è che mettendo Pio XII sul percorso di santità il Vaticano sanziona se stesso, la sue politiche, le sue scelte durante la Shoà, non i gesti generosi e magari eroici di molti cattolici. Sapete cosa si rimprovera nel famoso cartello di Yad Vashem su Pio XII che il Vaticano da tempo cerca di eliminare? Non che fosse antisemita e complice della Shoà, ma che non abbia avuto il coraggio di denunciarla. Ecco: "«il suo silenzio e la mancanza di direttive generali (guidelines) costrinsero gli ecclesiastici (Churchmen) in tutta Europa a decidere per proprio conto come reagire»... «Anche quando rapporti sull'assassinio di ebrei raggiunsero il Vaticano, il papa non protestò a voce o per iscritto. Nel dicembre 1942 si astenne dal firmare la Dichiarazione degli Alleati di condanna dello sterminio degli ebrei».
Non avete mai sentito parlare della dichiarazione degli Alleati, che il Vaticano si rifiutò di firmare, badate: nel dicembre '42, quando a Roma non c'erano i tedeschi ma solo i fascisti e forse non ci voleva neanche una virtù eroica per aderire? Eccola:
«L'attenzione dei Governi del Belgio, Cecoslovacchia, Grecia, Jugoslavia, Lussemburgo, Norvegia, Olanda, Polonia, Regno Unito, Stati Uniti d'America e Unione Sovietica e anche del Comitato Nazionale Francese è stata sollecitata da numerosi rapporti provenienti dall'Europa che affermano che le autorità tedesche, non paghe di aver negato in tutti i territori sui quali hanno esteso il loro barbaro dominio, i diritti umani più elementari alle persone di razza ebraica, stanno ora mettendo in atto il proposito di Hitler, molte volte annunciato, di sterminare la popolazione ebraica in Europa. Da tutti i territori occupati gli ebrei sono trasportati in condizioni del più abbietto orrore e brutalità verso l'Europa dell'Est. In Polonia, trasformata nel principale macello nazista, i ghetti istituiti dall'invasore tedesco vengono sistematicamente svuotati di tutti gli ebrei, all'infuori di pochi operai, altamente specializzati, richiesti dalle industrie di guerra. Non si hanno più notizie di nessuno di quelli portati via. Coloro che sono in buone condizioni fisiche muoiono lentamente per sfinimento in campi di lavoro. Gli infermi sono lasciati morire all'aperto o per fame o sono deliberatamente uccisi in eccidi di massa. Si calcola che il numero delle vittime di queste crudeltà letali sia di molte centinaia di migliaia di uomini, donne e bambini, del tutto innocenti. I Governi suddetti e il Comitato Nazionale Francese condannano nel modo più assoluto questa politica bestiale di sterminio a sangue freddo. Dichiarano che tali eventi non possono che rafforzare la risoluzione di tutti i popoli amanti della libertà di rovesciare la barbara tirannia hitleriana. Essi riaffermano il loro solenne impegno di far sì che i responsabili di questi crimini non sfuggano alla giusta condanna, nonché di intraprendere tutte le necessarie misure pratiche affinché tale scopo sia raggiunto».
A Pio XII fu sottoposto questo testo – era libero in mezzo a un popolo cattolico - e si rifiutò di firmarlo. Venerabile? Virtù eroiche? Fate un po' voi.
Ugo Volli