domenica 24 novembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






La Repubblica Rassegna Stampa
15.12.2009 Un rabbino incita i suoi studenti a disobbedire all'ordine di congelare gli insediamenti
Ma Barak li esclude dall'esercito. Cronaca di Alberto Stabile

Testata: La Repubblica
Data: 15 dicembre 2009
Pagina: 16
Autore: Alberto Stabile
Titolo: «Disubbidite agli ordini. Il rabbino contro il ministro»

Riportiamo da REPUBBLICA di oggi, 15/12/2009, a pag. 16, l'articolo di Alberto Stabile dal titolo " Disubbidite agli ordini. Il rabbino contro il ministro  ".

Israele è una democrazia e, per questo, chiunque può esprimere la propria opinione. Ciò che conta è chi vince. E, in democrazia, è lo Stato a vincere.
Stabile scrive : "
Il duello Barak-Malamed rilancia, infatti, una discussione non risolta: se sia lo Stato ad esercitare il principio d´autorità o invece la gerarchia religiosa. Discussione già apertasi in occasione del ritiro da Gaza nell´agosto del 2005. ". La discussione è stata aperta e chiusa. Nel 2005 Gaza è stata ceduta ai palestinesi. La decisione dell'allora primo ministro Sharon venne rispettata. Che poi i palestinesi ne abbiamo fatto un centro di terrorismo, è una lezione che condiziona le trattative successive.
Ecco l'articolo:

 
Ehud Barak, ministro della Difesa israeliano

GERUSALEMME - Per la prima volta nella storia d´Israele, un ministro della Difesa ha tagliato d´autorità i rapporti tra lo Stato e una Helder yeshiva, vale a dire un collegio talmudico dove, in base ad un accordo in vigore dal 1954, i giovani religiosi possono combinare il servizio militare con gli studi della Torà. Nel caso specifico, a giudizio del ministro Ehud Barak, il rabbino Eliezer Malamed, capo della Yeshiva Har Bracha, un piccolo insediamento nei Territori occupati, ha superato ogni limite incitando gli allievi a disubbidire agli ordini superiori. Un inacettabile invito all´insubordinazione. Da qui la drastica decisione.
Lo scontro tra il ministro e il rabbino dominava ieri le prime pagine dei giornali israeliani non soltanto perché si tratta di una storia senza precedenti, ma per le implicazioni profonde che può avere sia sul piano politico che sugli equilibri generali del Paese. Il duello Barak-Malamed rilancia, infatti, una discussione non risolta: se sia lo Stato ad esercitare il principio d´autorità o invece la gerarchia religiosa. Discussione già apertasi in occasione del ritiro da Gaza nell´agosto del 2005.
Oggi non è in gioco un ritiro o un´evacuazione dalla Cisgiordania occupata ma il modesto, parziale «congelamento» degli insediamenti deciso da Netanyahu per compiacere l´amministrazione Obama. E tuttavia la moratoria ha messo in agitazione il popolo degli insediamenti, i militanti del sionismo religioso per i quali il rabbino Eliezer Malamed, è una delle guide spirituali. E Malamed non li ha delusi: prima ancora che il governo emanasse la moratoria, lui aveva già mandato i giovani studenti-soldato della sua yeshiva a manifestare con gli striscioni: «L´esercito non espelle gli ebrei». Quando poi s´è trattato di permettere agli ufficiali dell´Amministrazione civile (che a dispetto del nome è una struttura militare) di notificare ai vari insediamenti il provvedimento governativo sul congelamento, Malamed ha ribadito che i soldati avrebbero potuto disubbidire.
I vertici militari hanno visto la minaccia della discordia e della sedizione serpeggiare nei ranghi. Il capo di Stato maggiore Ashkenazi ha chiesto al ministro d´intervenire. Quando Barak ha convocato nei suoi uffici il rabbino per un incontro chiarificatore, Malamed gli ha mandato a dire: «Non sono un dipendente del Ministero della Difesa».
La decisione di escludere la Yeshiva Har Bracha dal programma Helder è stata accolta con malcelata soddisfazione fra i quadri dell´esercito. Pur rappresentando una minoranza, i giovani ufficiali che escono dalle scuole Helder sono particolarmente apprezzati per le doti di coraggio e per la loro dedizione al servizio. E tuttavia, «non devono pensare», ha detto un ufficiale al giornale Maariv, «di avere due comandanti: il capo del loro reparto e il rabbino».
Di contro la tensione è salita al massimo negli ambienti del movimento nazionale-religioso, dove si lascia intendere che altri capi di yeshiva Helder possano seguire l´esempio di Malamed. Barak non è mai stato molto popolare in questi ambienti. Oggi viene additato come un opportunista senza scrupoli, che ha deciso di montare un caso per ripulire la sua immagine dalle contraddizioni e dalle ambiguità che caratterizzano il suo ruolo di ministro della Difesa e vice premier laburista al servizio di un governo di destra.

Per inviare la propria opinione a Repubblica, cliccare sull'e-mail sottostante


rubrica.lettere@repubblica.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT